Martedì 10 Dicembre 2024
Il Tribunale del Riesame ha accolto la richiesta del Comune contro la decisione del Gip


Sant’Alessio, dissequestrato il depuratore fognario: “Non vi è prova del pericolo attuale"

di Andrea Rifatto | 27/10/2022 | CRONACA

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L'impianto situato in contrada Cassarina

Dissequestrato dal Tribunale del Riesame il depuratore fognario di Sant’Alessio, posto sotto sequestro dalla Procura il 22 settembre con provvedimento cautelare eseguito dalla Guardia costiera di Messina. Il collegio presieduto dal giudice Maria Vermiglio (a latere Alessia Smedile e Letteria Silipigni) ha infatti accolto l’istanza presentata dal sindaco Domenico Aliberti, tramite l’avvocato Filippo Brianni, e ha annullato il decreto di sequestro preventivo disponendo la restituzione dell’impianto al Comune. Dichiarate inammissibili, invece, le richieste di riesame presentate da Foti e Faranna, tramite gli avvocati Massimo Brigandì e Pietro Fusca, per l’assenza di un “interesse concreto ed attuale”, in quanto titolare dell’impianto è solo il Comune. Il Riesame si è comunque avvalso della copiosa documentazione depositata dai loro legali per arrivare al dissequestro. Il provvedimento era scattato dopo gli accertamenti effettuati dalla Capitaneria di Porto tra 2019 e 2020, che hanno portato la Procura ad aprire un fascicolo che vede indagati l’attuale vicesindaco Giovanni Foti (all’epoca sindaco), l’architetto Gaetano Faranna (ex responsabile dell’Ufficio tecnico) e Caterina Agata Italia Sapienza, rappresentante legale della ditta “Rizzotti Costruzioni” di Catania che ha gestito l’impianto fino al 2020, accusati a vario titolo di omissione di atti d’ufficio, getto pericoloso di cose e inadempimento di contratti di pubbliche forniture. Secondo il gip Simona Finocchiaro, che ha firmato il decreto di sequestro, vi era “fondata ragione di ritenere che la libera disponibilità del depuratore ben potrebbe aggravare e protratte le conseguenze dei reati, con perdurante grave danno per l’ambiente e la salute pubblica” e la necessità “di far cessare la permanenza delle condotte”. 

Tesi non condivise e smontate dal Riesame, che ha rilevato come “già nel dicembre 2020 era intervenuto un miglioramento del processo depurativo dell’impianto rispetto a quanto constatato un anno prima, oltre “all’assenza di una verifica idonea a fotografare le condizioni dell’ impianto e l'efficienza del processo depurativo dei reflui allo stato attuale (risalendo gli ultimi accertamenti al dicembre 2020)” e della “sopravvenuta modifica della compagine comunale (dal giugno 2022 a Foti è subentrato come sindaco Aliberti)”. Per il Collegio “non è condivisibile quanto argomentato dal gip relativamente alla sussistenza del periculum in mora, da intendersi in termini di attualità e concretezza” e non vi è la “necessaria attualizzazione dell'esigenza cautelare”. In sostanza non vi è motivo affinché il sequestro del depuratore sia disposto “per prevenire il pericolo, concreto e attuale, che il bene, se non vincolato, possa essere di nuovo piegato alle medesime finalità illecite, accertate dagli investigatori quasi due anni addietro e della cui perduranza nel presente momento storico non vi è alcuna prova”.


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