Martedì 23 Aprile 2024
Il Comune commenta gli arresti di comandante e vigile e tutelerà la propria immagine


Letojanni, avviata la sospensione di Molteni e Triglia: "Fondamentale il segnalatore"

di Andrea Rifatto | 09/12/2021 | CRONACA

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Il municipio letojannese

Il terremoto che ha colpito oggi il Corpo di Polizia locale di Letojanni sta suscitando centinaia di reazioni in tutto il comprensorio jonico. Nell’inchiesta sfociata in sette arresti sono finiti ai domiciliari anche il comandante Alessandro Molteni, 52 anni, residente a Santa Teresa di Riva e l’ispettore Santo Triglia, 57 anni, residente a Messina, accusati a vario titolo di associazione a delinquere finalizzata alla commissione di reati contro la Pubblica Amministrazione, contro la fede pubblica e contro il patrimonio. Appresa la notizia, l’Amministrazione comunale guidata dal sindaco Alessandro Costa ha attivato l’Ufficio per i procedimenti disciplinari al fine di procedere alla sospensione cautelare dal servizio dei soggetti coinvolti e, al contempo, alla predisposizione degli atti volti all’applicazione della “rotazione straordinaria”. “Nel sottolineare la gravità dei fatti contestati, l’Amministrazione esprime piena soddisfazione nell’aver appreso che, ai fini delle indagini, è risultata fondamentale la collaborazione di un whisteblower - si legge in una nota diramata dal municipio - tenuto conto dell’attenzione costante posta dall’Amministrazione alla prevenzione e al contrasto della corruzione. Nel confidare nel lavoro svolto dalle Forze dell’Ordine e dalla magistratura, l’Amministrazione si riserva di tutelare l’immagine dell’Ente nelle sedi opportune, anche nel rispetto dei dipendenti comunali che quotidianamente svolgono il loro lavoro con serietà ed onestà”. Le indagini sono partite infatti anche grazie ad una fonte confidenziale all’interno del Comune, che come scrive il gip Militello “riferiva di un lucroso sistema posto in essere da Molteni, che si avvale di una ditta a lui vicina per il ripristino della sicurezza della viabilità stradale”.

La figura del whistleblower, cioè colui che segnala anche confidenzialmente un fatto-reato, è prevista dalla normativa nazionale anticorruzione (Testo Unico del Pubblico Impiego) e in questo caso ha permesso di acquisire in modo riservato, nella fase istruttoria, le dichiarazioni rese dal dipendente pubblico circa il funzionamento del lucroso sistema per la rimessa in efficienza delle strade comunali.  La normativa nazionale in materia di whistleblowing, infatti, prevede non solo che il pubblico dipendente che, nell'interesse dell'integrità della pubblica amministrazione, denuncia all'autorità giudiziaria condotte illecite di cui è venuto a conoscenza in ragione del proprio rapporto di lavoro, non possa essere sanzionato, demansionato, licenziato, trasferito o sottoposto ad altra misura organizzativa avente effetti negativi, diretti o indiretti, sulle condizioni di lavoro determinata dalla segnalazione, ma stabilisce anche che l’identità del segnalante possa non essere rilevata fino alla conclusione delle indagini. Proprio l’attuazione della specifica disciplina di settore ha permesso, quindi, di acquisire le dichiarazioni rese in modo genuino dalla fonte per confermare le prime evidenze probatorie raccolte dai militari dell’Arma e avviare accertamenti mirati e più approfonditi.  


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