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Tangenti, arrestati i comandanti della Polizia metropolitana e dei Vigili di Letojanni
di Andrea Rifatto | 09/12/2021 | CRONACA
di Andrea Rifatto | 09/12/2021 | CRONACA
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I comandanti Antonino Triolo e Alessandro Molteni
I carabinieri del Comando provinciale di Messina hanno dato esecuzione nel corso della notte, con oltre 100 militari impiegati anche nelle province di Catania e Cosenza, ad un’ordinanza di custodia cautelare emessa dal Gip Maria Militello del Tribunale di Messina, su richiesta della Procura della Repubblica, nei confronti di sette persone per i quali, nell’attuale fase del procedimento, sono emersi gravi indizi di colpevolezza per i delitti – a vario titolo – di associazione a delinquere finalizzata alla commissione di reati contro la pubblica amministrazione, contro la fede pubblica e contro il patrimonio. È stato disposto anche il sequestro di una società a responsabilità limitata dedicata al ripristino delle strade a seguito di incidenti con danni alla carreggiata o sversamenti di liquidi o altri detriti. Ai domiciliari sono finiti il comandante della Polizia metropolitana di Messina, Antonino Triolo, 63 anni; il comandante della Polizia locale di Letojanni, Alessandro Molteni, 52 anni; l’ispettore Santo Triglia, 57 anni, in servizio alla Polizia locale di Letojanni; Elisa Molteni, 25 anni, figlia del comandante; Gaetana Cardile, 47 anni, moglie di Triglia; Antonino Navarria, 50 anni, amministratore della "Sos Strade Srl" di Mascalucia; Andrea Lo Conti, 40 anni, titolare della ditta "La Car" di Santa Teresa di Riva. Indagati in stato di libertà anche un dipendente dell’Ufficio tecnico del Comune di Santa Teresa di Riva, Antonello Cosentino, 64 anni e il figlio Filippo, 30 anni, in quanto il primo avrebbe rivelato al titolare della società indagata delle notizie riservate sulla gara in corso per la stipula della convenzione di ripristino e bonifica stradale a Santa Teresa, in cambio dell’assunzione in nero del figlio per circa un anno. Tra gli indagati anche Antonio Iantorno, 55enne di Torano Castello (Cosenza) e la società Sos Strade. L’indagine, condotta dai Carabinieri della Compagnia di Taormina, coordinati dalla Procura della Repubblica di Messina, ha colpito quella che viene ritenuta un’associazione per delinquere operante nella fascia jonica, che attraverso un collaudato sistema di corruttela tra pubblici ufficiali (personale in forza alla Polizia locale di Letojanni e della Polizia metropolitana di Messina) e imprenditori, gestiva in modo illecito il servizio della messa in sicurezza della viabilità a seguito di incidenti, consentendo un indebito arricchimento non solo del titolare della società posta sotto sequestro, che aveva acquisito il monopolio nel settore, ma anche di due dei pubblici ufficiali indagati. Questi ultimi, infatti, attraverso un meccanismo che vedeva il coinvolgimento di una società creata ad hoc e a loro riconducibile, avrebbero ottenuto lauti guadagni come corrispettivo per l’asservimento della loro funzione pubblica agli interessi privati. L’attività investigativa è stata avviata a seguito delle anomalie riscontrate dalla Stazione Carabinieri di Mongiuffi Melia nelle procedure di ripristino delle condizioni della sede stradale in occasione di un sinistro stradale autonomo, con conseguente perdita di gasolio dal veicolo coinvolto, verificatosi a Mongiuffi Melia nel gennaio 2019. A destare il sospetto dei militari dell’Arma è stato l’intervento, “irrituale” in quella circostanza, di una pattuglia della Polizia locale di Letojanni, non competente per territorio. Da tale anomalia i militari dell’Arma, attraverso acquisizioni documentali e grazie ad un’importante azione di coordinamento delle Stazioni Carabinieri presenti sul territorio, si sono resi conto che nella maggior parte dei sinistri con sversamento di liquidi o detriti sul manto stradale, che si verificavano sulle strade del comune di Letojanni (o di alcuni comuni limitrofi), nonché sulle arterie provinciali, la ditta individuata per la rimessa in efficienza della carreggiata era nella maggior parte dei casi la Sos Strade Srl. Altro dato significativo che ha destato l’attenzione degli investigatori è emerso dall’acquisizione delle schede d’intervento della citata società, dalla cui analisi si è potuto constatare che nella maggior parte dei sinistri gestiti dalla Sos Strade ad intervenire sui luoghi, come esponenti delle forze dell’ordine, erano sempre due appartenenti alla Polizia locale di Letojanni. Fondamentale per avere una chiave di lettura unitaria delle irregolarità riscontrate, è stata l’applicazione nello sviluppo dell’indagine da parte degli inquirenti della normativa nazionale anticorruzione, che prevede e tutela il whistleblower, cioè colui che segnala anche confidenzialmente, un fatto reato, che ha permesso di acquisire in modo riservato, nella fase istruttoria, le dichiarazioni rese da un dipendente del Comune di Letojanni circa il funzionamento del lucroso sistema per la rimessa in efficienza delle strade comunali. Le indagini hanno permesso di appurare che il motivo per il quale, in caso di incidenti con danni alla carreggiata o sversamento di liquidi, il servizio di pulizia e ripristino delle strade di Letojanni veniva affidato sistematicamente, anche in assenza di una gara o di una convenzione, alla Sos Strade, era riconducibile innanzitutto al rapporto privilegiato che legava il titolare di questa società a due esponenti della Polizia locale di Letojanni. Infatti, gli accertamenti investigativi hanno permesso di svelare che la Sos Strade, per ottenere il recupero dei costi d’intervento presso le rispettive assicurazioni dei conducenti dei mezzi incidentati, aveva delegato ad agire in suo nome un’altra società, con sede a Santa Teresa di Riva, la Elta Service, le cui quote risultavano ripartite rispettivamente tra la figlia di Molteni e la moglie di Triglia. Proprio in forza di questo vincolo di cointeressenza tra le società, i pubblici ufficiali, compiendo anche atti contrari al loro ufficio, si adoperavano per affidare in modo diretto alla Sos Strade i lavori di pulizia della carreggiata, consentendogli di fatto di avere il sostanziale monopolio nel servizio di ripristino stradale e di bonifica sul territorio di Letojanni. Questo meccanismo permetteva in sostanza ai pubblici ufficiali, attraverso la società schermo creata ad hoc (la Elta Service), di ottenere tanti più introiti quanti più erano i sinistri per i quali interveniva la Sos Strade: ad un maggiore numero di interventi su strada, corrispondeva un maggiore numero di pratiche di liquidazione da gestire e di conseguenza un maggiore incasso per la società delegata al recupero crediti. La Sos Strade, quale esecutore materiale delle opere di ripristino stradale, si serviva a sua volta di un’ulteriore società satellite, riconducibile ad uno degli imprenditori colpiti dal provvedimento restrittivo, con la quale era legata da un contratto di franchising. Questa società satellite, nell’ambito del medesimo disegno criminoso, traeva come ulteriore beneficio dal rapporto privilegiato che legava la Sos Strade alla Polizia locale di Letojanni, quello di ottenere anche l’affidamento diretto dei servizi di rimozione dei veicoli su strada per il Comune di Letojanni, senza gara pubblica o convenzione. Le indagini hanno permesso di accertare che il meccanismo di corruttela riguardava non solo gli interventi di ripristino delle strade comunali, ma anche di quelle provinciali, con il coinvolgimento nel medesimo sodalizio del comandante della Polizia metropolitana. Quest’ultimo, in qualità di pubblico ufficiale (dirigente dell’Ufficio), secondo gli inquirenti si sarebbe adoperato per consentire alla Sos Strade di avere il monopolio nel servizio di ripristino delle sedi stradali nel territorio della città metropolitana, contribuendo ad assegnare gli interventi per il ripristino delle strade alla società indagata - mediante chiamata diretta - attivandosi per ottenere in favore di tale società i dati e i documenti necessari per consentire il recupero del compenso per i vari interventi, nonché redigendo moduli d’intervento falsi per consentire la liquidazione dei costi d’intervento, in cambio di varie utilità, consistenti in piccole regalie (quali una macchinetta del caffè, un telefono cellulare e mobili per l’ufficio) e nella promessa dell’assunzione della figlia. Nel corso dell’operazione è stato eseguito un decreto di perquisizione con contestuale informazione di garanzia nei confronti di ulteriori quattro persone (tra cui il rappresentante legale protempore della società posta sotto sequestro), che risultano indagate in stato di libertà a vario titolo per i medesimi reati. Tra di loro figura l’amministratore di fatto di una società della provincia di Cosenza che avrebbe versato un assegno di oltre 2.000 euro sotto forma di sponsor per un convegno organizzato dalla società Elta Service, finalizzato invece ad indurre gli esponenti della Polizia locale di Letojanni a rendersi disponibili alla conclusione di accordi illeciti per la fornitura di dispositivi di controllo della velocità degli autoveicoli (autovelox).