Via libera alla “Sicobit” a Savoca, Fillea: "Piccolo sollievo, chiusura danneggia tutti"
di Redazione | oggi | ATTUALITÀ
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Lo stabilimento produce asfalto per le strade
Interviene anche il sindacato Fillea Cgil (Federazione italiana dei lavoratori del legno, dell'edilizia, delle industrie affini ed estrattive) sulla vicenda della “Sicobit” di Savoca, la fabbrica di asfalti stradali al centro di una nuova contesa giudiziaria sul suo funzionamento. «Tiriamo un piccolo respiro di sollievo e siamo anche speranzosi che la crisi occupazionale che la chiusura dell’impianto avrebbe causato possa essere riassorbita” commentano il segretario generale Sicilia Giovanni Pistorio e il segretario generale di Messina Mario Mancini, una volta appresa la notizia che il Tar di Catania ha emesso un decreto di accoglimento della domanda di misure cautelari monocratiche che consente allo stabilimento di riaprire, in attesa dell’udienza del 17 luglio per discutere il ricorso presentato contro il diniego della Città metropolitana al rilascio dell’Autorizzazione ambientale unica. Lo stop all’attività dello stabilimento avrebbe potuto provocare il licenziamento collettivo dei lavoratori, che per il momento appare scongiurato. «Difficilmente c’è attenzione per le implicazioni sociali e per gli effetti che ogni scelta amministrativa può determinare - evidenziano i sindacalisti - ma in questo caso l’idea che ce ne facciamo è che si è agito con attenzione. L’immediata chiusura dell’impianto causerebbe per la “Sicobit” un danno di estrema gravità e il danno sarebbe estremo anche per i lavoratori attualmente occupati, operai altamente qualificati nelle attività specifiche e che in tali casi, con un mercato già in piena attività, sarebbero difficilmente ricollocabili altrove. In ogni caso l’azienda che perderebbe la possibilità di poterli utilizzare, difficilmente li ritroverebbe successivamente liberi nel mercato e pertanto anche per la “Sicobit” il danno sarebbe irreparabile». Secondo Pistorio e Mancini «quando si vuole davvero danneggiare un’attività basta sottrargli il personale qualificato ed il danno è bello è servito» e i due sindacalisti si chiedono «chi potrebbe essere interessato a rilevare le attività in corso e il bacino potenziale nel bel mezzo di talune attività di fornitura, ci sono movimenti in corso? Pensiamo sempre di no - concludono - ma ogni qual volta parliamo di legalità è sempre la prima domanda che poniamo alle istituzioni dello Stato».