Savoca, la "Sicobit" ricorre al Tar contro tutti e il giudice riapre lo stabilimento
di Andrea Rifatto | oggi | ATTUALITÀ
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Le attività nello stabilimento possono ripartire
Il Tar di Catania fa riaprire la fabbrica di conglomerati bituminosi “Sicobit Srl” di Savoca. La produzione si era fermata il 12 giugno dopo la conclusione negativa della conferenza dei servizi e il rigetto della richiesta di rilascio dell’Autorizzazione unica ambientale da parte della Città metropolitana, ma l’azienda (difesa dagli avvocati Andrea Scuderi e Giuseppe Sciuto) ha presentato ricorso contro Citta Metropolitana, Comune, Assessorato regionale Territorio e Ambiente e Autorità di Bacino, ottenendo un immediato un decreto di accoglimento della domanda di misure cautelari monocratiche che autorizza la ricorrente a svolgere l’attività nell’impianto di contrada Mandrazzi. Ciò fino all’esito della camera di consiglio, fissata per il 17 luglio, per discutere la richiesta di l’annullamento (previa sospensione dell’efficacia) dell’ultimo provvedimento di Palazzo dei Leoni, dei pareri negativi del Comune, dell'Autorizzazione idraulica unica rilasciata dall’Autorità di Bacino a limitata al transito dei soli mezzi di cantiere interessati ai lavori del raddoppio ferroviario e, nei limiti d'interesse, del decreto dell'Assessorato regionale Territorio e Ambiente del 29 novembre 2010 di approvazione della variante al Piano di Fabbricazione adottata con delibera del Consiglio comunale di Savoca del 21 maggio 2010 e dell'indizione della conferenza dei servizi con atto della Città metropolitana del 26 febbraio 2025. Le motivazioni dell’accoglimento della domanda cautelare
Per il presidente della Seconda Sezione del Tar, Daniele Burzichelli, «il ricorso è affidato a plausibili argomentazioni che dovranno essere debitamente approfondite nella sede collegiale e appare particolarmente opportuna in questa sede una valutazione incentrata essenzialmente sul requisito del periculum in mora e sul bilanciamento dei contrapposti interessi: al riguardo deve osservarsi che l’immediata chiusura dell’impianto costituirebbe per la ricorrente un danno di estrema gravità, oltre a determinare - si osserva incidentalmente - un pregiudizio per la sollecita e proficua realizzazione delle opere stradali di interesse pubblico cui si riferisce la documentazione contrattuale che è stata versata in atti». Di contro «non appare di particolare pregiudizio per le amministrazioni intimate la prosecuzione dell’attività sino all’esito della camera di consiglio del 17 luglio (data in cui interverrà la decisione collegiale sull’istanza cautelare), anche tenuto conto che l’impianto è operativo in loco da lungo tempo». Dunque in accoglimento dell’istanza formulata dalla “Sicobit” il tar di Catania ha deciso di consentire di proseguire l’attività svolta nell’impianto di produzione di conglomerati bituminosi.