Martedì 21 Maggio 2024
L'ordinanza del Gip che ha portato in sette agli arresti tra cui tre pubblici ufficiali


Cricca degli incidenti: "Una compagine criminale dedita alla corruzione" - LE INDAGINI

di Andrea Rifatto | 10/12/2021 | CRONACA

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Un intervento della ditta di ripristino stradale

ll meccanismo era ormai ben consolidato: più incidenti venivano “presi in carico” più aumentavano i guadagni. Per tutti. Dall’ordinanza di custodia cautelare firmata dal Gip Maria Militello del Tribunale di Messina emergono i dettagli dell’inchiesta condotta dai Carabinieri della Compagnia di Taormina e coordinata dalla Procura che ieri ha portato agli arresti domiciliari sette persone, il comandante della Polizia metropolitana Antonino Triolo, il comandante della Polizia locale di Letojanni Alessandro Molteni e l’ispettore Santo Triglia, Elisa Molteni figlia del comandante, Gaetana Cardile moglie di Triglia, Antonino Navarria amministratore della società "Sos Strade Srl" di Mascalucia e Andrea Lo Conti titolare della ditta "La Car" di Santa Teresa di Riva, con altri quattro indagati, ossia il tecnico comunale di Santa Teresa Antonello Cosentino, il figlio Filippo, l’imprenditore calabrese Antonio Iantorno e la società Sos Strade. I reati contestati sono associazione per delinquere, corruzione per un atto contrario ai doveri d’ufficio, turbata libertà del procedimento di scelta del contraente, falsità ideologica commessa dal pubblico ufficiale in certificati o in autorizzazioni amministrative, falsità ideologica commessa dal pubblico ufficiale in atti pubblici e fraudolento danneggiamento dei beni assicurati e mutilazione fraudolenta della propria persona. Al centro della vicenda le ditte specializzate che ripristinano le strade dopo gli incidenti, che si rivalgono poi nei confronti della compagnia assicurativa del responsabile del sinistro purché quest'ultimo sia identificato. Ed è in tale ricerca che in diverse occasioni cheil comandante Molteni e l’ispettore Triglia “si sono prodigati lasciando trasparire rapporti opachi con la società che effettuava il ripristino, sempre la Sos Strade”. Il gruppo interveniva su varie strade del comprensorio, da Fondaco Parrino “dove giungeva sul posto Filippo Cosentino della Sos Strade” a Forza D’Agrò, Savoca, Furci, dopo che la ditta veniva "avvisata dal comandante della Polizia metropolitana e da quello della Polizia municipale di Letojanni”, quest’ultimo sul posto perfino a Mortilla (Savoca). “Dall’acquisizione delle schede di intervento della Sos Strade emergeva come nella maggior parte delle volte ad intervenire fossero Molteni e Triglia e nelle missive della El.Ta. è indicato come numero telefonico un’utenza intestata a Filippo Cosentino e in uso alla Cardile, moglie di Triglia”. L’anomalo interessamento trova conferma in una fonte confidenziale all’interno del Comune di Letojanni, che ha riferito di un lucroso sistema posto in essere da Molteni, che si avvale di una ditta a lui vicina per il ripristino della sicurezza della viabilità stradale”. Secondo l’Accusa “nell’ambito dell’associazione Molteni e Navarria ricoprono il ruolo di capi: Molteni, infatti, sfruttando il suo ruolo di comandante e avvalendosi dello schermo societario della società di recupero crediti, formalmente intestata alla figlia, riesce in modo celato ed impunemente ad ottenere il prezzo della corruttela; Navarria, grazie al suo carisma e ai suoi ‘doni’, è riuscito ad inserirsi in molti settori della Pubblica Amministrazione; Triolo, grazie al suo ruolo di comandante provinciale e alla sua influenza su tutto il territorio metropolitano, ha dato un apporto significativo alla compagine associativa; Triglia, Cardile e Lo Conti hanno svolto il ruolo di partecipi, fornendo il loro contributo alla realizzazione del programma criminoso”. Per il Gip “fanno parte dell’associazione a delinquere Antonino Navarria, Alessandro Molteni, Antonino Triolo, Santo Triglia, Gaetana Cardile e Andrea Lo Conti, mentre non vi sono elementi per ritenere che ne facciano parte Antonello Cosentino e il figlio Filippo”.

Le esigenze cautelari
“I pubblici ufficiali Molteni, Triolo e Triglia hanno asservito in modo stabile le loro funzioni pubbliche a finalità private, compromettendo la loro attività di pubblici funzionari e l’immagine dell’amministrazione cui erano preposti - scrive il Gip - la disinvoltura con la quale nel tempo gli indagati hanno commesso i reati, approfittando del ruolo ricoperto, e la professionalità acquisita nel tempo rendono oltremodo concreto il pericolo di reiterazione delittuosa, per cui solo una misura limitativa della libertà personale appare idonea a scongiurarlo”. In considerazione dello stato di incensuratezza degli indagati, al posto della custodia cautelare in carcere chiesta dalla Procura, è stata ritenuta adeguata la misura degli arresti domiciliari. “Analoghe considerazioni valgono per Navarria e Lo Conti, che in modo sistematico hanno raggiunto, con promesse, reali e altre utilità, i fini imprenditoriali preposti, certi di avere asserviti in modo stabile dei pubblici ufficiali che hanno fatto della funzione pubblica uno strumento per raggiungere i propri fini. Gli indagati, infatti, hanno potuto contare nel tempo su una rete di rapporti che ha consentito loro di perpetrate l’attività illecita, certi che i soggetti deputati ai controlli li avrebbero assecondati, essendo intranei alla compagine criminale. Nei confronti della Cardile e di Elisa Molteni va applicata la misura degli arresti domiciliari in forma semplice (conformemente alla richiesta del pubblico ministero) in quanto le due indagate si sono prodigate consapevolmente a fare da prestanome ai loro familiari, per fare raggiungere loro la controprestazione per il loro interessamento, sotto forma di utili della società”.

Fondamentali le intercettazioni
Le conversazioni delineano un quadro indiziario univoco per gli inquirenti: “Le intercettazioni attivate prima sul telefono di Navarria e poi su Molteni, Triglia e Cardile e poi estese al comandante Triolo hanno confermato il sistema di corruttela riferito dalla fonte confidenziale ed emergente a livello indiziario dai ripetuti interventi della Sos Strade e dall’interessamento della El.Ta per le riscossioni presso le compagnie di assicurazione. Molteni prende parte attiva nell’attività della El.Ta. di cui la figlia è socia e si interfaccia ripetutamente con la Cardile per la riscossione dei crediti. Molteni è categorico, non volendo cedere dinanzi alle proposte delle compagnie di assicurazione che non riconoscono l’intero risarcimento, perchè pretende l’intero risarcimento spettante alla El.Ta. e ogni scelta, se accettare o meno il risarcimento, passa da Molteni. La Cardile si interfaccia con Molteni per informarlo di tutte le novità sui sinistri e per avere il suo benestare in ordine agli importi liquidati a titolo di risarcimento per il ripristino del manto stradale” Dunque la Procura ritiene sia chiara la ragione per la quale i due pubblici ufficiali Molteni e Triglia facciano intervenire quasi sempre la Sos Strade: “Il rappresentante di quest’ultima, infatti, per la riscossione dei crediti delega la El.Ta., società il cui dominus è il comandante Molteni, che pertanto costituisce lo schema attraverso cui Sos Strade (e quindi Navarria) fa pervenire la controprestazione (il denaro della corruttela) al comandante Molteni e all’ispettore Triglia, per assicurarsi anche i servizi futuri a Letojanni e anche in altri territori in cui i due pubblici ufficiali riescono a fare giungere il loro carisma”. In una telefonata la Cardile si sfoga con il marito in quanto dalla lettura del conto corrente della società si accorge di prelievi effettuati da Molteni senza alcun preavviso. “Il ruolo ricoperto da Molteni all’interno della El.Ta. è ben noto a Navarria e dalle intercettazioni emerge anche il suo potere di controllo sulla Sos Strade e come questi sia il reale gestore della società, attraverso la quale ottiene il profitto ingiusto per l’intermediazione, incarico che riceve stabilmente grazie ai sinistri che il comandante procura a Navarria. Significativa del rapporto che si è instaurato tra Navarria e Molteni padre e figlia viene ritenuta una conversazione in cui Navarria prospetta al comandante di trasferire a sua figlia la direzione di Sos Strade, ritenendo che la stessa possa ottenere dei buoni risultati ed essere ‘più produttiva di quello che siamo stati capaci di fare aiutandosi l’uno con l’altro’, “a conferma dell’accordo corruttivo tra pubblico ufficiale e privato - scrive il Gip - che ha portato ad un aiuto reciproco. E Molteni è riconoscente verso Navarria, dicendo alla moglie di fargli pervenire un cesto per Natale a nome della El.Ta Service”.

Più informazioni: cricca incidenti  


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