Venerdì 26 Aprile 2024
Ordinanza del sindaco per frenare il fenomeno, che fa aumentare i costi


Furci Siculo, cassonetti stracolmi: sanzioni per chi getta rifiuti da altri paesi

di Andrea Rifatto | 14/10/2016 | AMBIENTE

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Cassonetti pieni di rifiuti a Furci

I “transfrontalieri” della spazzatura continuano a prendere di mira Furci Siculo. Il fenomeno, che vede molti cittadini ingegnarsi e recarsi nella cittadina jonica per scaricare i loro rifiuti senza limiti e regole, soprattutto nelle zone di "confine", è esploso dal maggio scorso in concomitanza con l’avvio della raccolta differenziata porta a porta e l’eliminazione dei cassonetti stradali a S. Teresa di Riva. Una situazione che a distanza di cinque mesi non è più tollerata dagli amministratori furcesi e che ha portato il sindaco Sebastiano Foti a firmare un’ordinanza che vieta “il conferimento di qualsiasi tipo di rifiuto e con qualsiasi modalità da parte dei non residenti, di operatori economici-produttivi che non hanno attività nel comune e da chi non è soggetto passivo della Tari (tassa rifiuti)” e il “divieto assolto di depositare e/o abbandonare rifiuti di qualsiasi natura al di fuori degli appositi contenitori”. I trasgressori dell’ordinanza saranno puniti con una sanzione amministrativa pecunaria da 300 e 3mila euro, che potrà essere aumentata fino al doppio se l’abbandono riguarda rifiuti pericolosi. Per chi sporca e deturpa le aree pubbliche sarà applicata una sanzione di 500 euro. 

Un provvedimento per stoppare quanti si ostinano a opporre resistenza alle novità in materia di raccolta degli scarti introdotte dai comuni vicini e che si è reso necessario in quanto da mesi, scrive Foti, “si registra un anomalo ed eccessivo conferimento di rifiuti e in particolare in alcune zone periferiche e di transito vengono conferiti rifiuti nei contenitori, e/o abbandonati sul suolo, da parte di non residenti e di operatori economici-produttivi che non hanno attività nel comune, determinando un accresciuto volume dei rifiuti da gestire e il conseguente aumento dei costi per il servizio di igiene urbana, oltre a situazioni di degrado igienico-sanitario”. Il Comune, infatti, si vede costretto a raccogliere quotidianamente dai cassonetti quantità di rifiuti indifferenziati notevolmente maggiori rispetto al passato, situazione che di conseguenza provoca un aumento dei costi di conferimento in discarica con ricadute sulla tariffa del servizio rifiuti a carico dei cittadini furcesi, visto che la maggiore spesa deve essere coperta interamente con i proventi della Tari.

Sebastiano Foti ha inoltre inviato una lettera ai sindaci di S. Teresa (Cateno De Luca), Sant’Alessio Siculo (Rosa Anna Fichera) e Savoca (Antonino Bartolotta), evidenziando che gli Uffici comunali ritengono che l’aumento delle quantità di rifiuti da smaltire sia dovuto all’attivazione del porta a porta nei tre centri limitrofi, presumendo, dunque, che cittadini di altri paesi conferiscono i rifiuti nei cassonetti di Furci e invitando ad effettuare controlli appropriati. Secondo quanto reso noto da Foti, nei mesi estivi il Comune ha avuto maggiori costi per il servizio pari a 8mila euro.


COMMENTI

Pippo Sturiale | il 14/10/2016 alle 13:22:14

I cassonetti stradali devono scomparire, occorre avviare la raccolta differenziata, fare in modo che "i rifiuti" diventino risorse. I comuni della nostra fascia jonica avrebbero dovuto scegliere un unico sistema di trattamento dei "rifiuti", ora chi non lo ha fatto sceglie di risolvere i problemi eliminando il fisiologico "scarico" altrui: non è questa la soluzione. Ma, ditemi, se da non residente "conferisco" in un cassonetto il fazzolettino di carta del cono gelato che compro a Furci dovrò pagare almeno 300 euro! Se si rispetta l'ordinanza dovrei pagare ... allora meglio non acquistare il cono a Furci.

roberto m moschella | il 14/10/2016 alle 22:09:09

Si potrebbero evitare tanti problemi e risparmiare risorse economiche se vi fosse un'unica struttura amministrativa comprendente piu' comuni. Ad esempio Savoca in realta' era il centro storico di Santa Teresa, come Forza d'Agro' lo era di Sant'Alessio. Vi sono anche comuni limitrofi con poche decine di abitanti che debbono mantenere una complessa struttura amministrativa finalizzata ad essere solo ed esclusivamente uno stipendificio. I piccolissimi Comuni italiani andrebbero aboliti. Nei casi piu' fortunati sono solo delle satrapie dei sindaci pro tempore in perenne conflitto coi vicini.

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