Mercoledì 24 Aprile 2024
Quando la cittadina jonica primeggiava nella produzione di vino


1896: il marsala santateresino

di Salvatore Coglitore | 25/06/2013 | STORIA

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Ci fu un tempo che Santa Teresa di Riva primeggiava, tra Messina e la sua provincia, per la produzione di vino marsala! Parliamo del 1896. Ma andiamo con ordine. A quel tempo, anche se gli stabilimenti enologici erano pochi, la produzione di vino in provincia di Messina era abbastanza notevole; infatti risulta, secondo i dati della Direzione Generale dell’Agricoltura, che nel 1893 fu di 645,202 ettolitri e nel 1894 di 640,037 ettolitri, nonostante in parecchi comuni la fillossera (insetto che si nutre della linfa della vite, arrecando gravi danni alle colture) avesse danneggiato molti vigneti. Il vino era perlopiù prodotto con sistemi antichi e in buona parte era semplicemente vino da taglio. Esso era (e in parte lo è anche oggi) molto ricercato sul mercato, infatti era ben conosciuto dai commercianti francesi, americani, tedeschi e del nord Italia, che lo acquistavano per alzare il grado alcoolico dei loro vini ”deboli”. Tre erano nel 1896 gli stabilimenti enologici aventi carattere industriale presenti a Messina e provincia, quelli cioè delle ditte “Fratelli De Pasquale & C.”, “Giacomo De Angelis” e “Giacomo De Pasquale”. Producevano principalmente il vino marsala, così come risulta dal corposo volume “L’economia siciliana a fine ‘800” a cura dell’Istituto Regionale per il Credito alla Cooperazione di Palermo.

Lo stabilimento più importante era quello della ditta “Fratelli De Pasquale & C.”, ed era sito proprio a Santa Teresa di Riva, nella zona di Barracca. La produzione media annuale era di circa 4000 ettolitri di marsala, la fabbrica era dotata di una caldaia a vapore, della forza di tre cavalli, che serviva per la vaporizzazione delle botti e forniva nello stesso tempo la forza motrice per la concentrazione dei mosti. Nello stabilimento vi lavoravano stabilmente otto lavoranti maschi (5 adulti e 3 sotto i 15 anni), compresi quattro bottai. Durante la vendemmia, che durava circa 40 giorni, i lavoratori erano 42. Oltre alla produzione del vino marsala la ditta dei Fratelli De Pasquale produceva aceto di vino. Lo stabilimento, infatti, aveva ben 80 apparecchi di acetificazione, 2 pompe, altri utensili diversi e una macchina detta “truciolatrice” per la provvista dei trucioli occorrenti per la lavorazione dell’aceto. Lavoravano, per tutto l’anno, 11 operai maschi (8 adulti e 3 sotto i 15 anni), compresi 6 bottai. La materia prima impiegata era vino più o meno inacidito, proveniente dalle province di Messina, Catania, Agrigento, ecc. L’aceto prodotto veniva venduto in massima parte nel nord Italia, e specialmente in Romagna, nel Veneto, in Lombardia, ma anche all’estero, in paesi come Germania, Austria, Inghilterra e Russia. Le botti di aceto e di marsala da S.Teresa venivano trasportate sino al porto di Messina, dove venivano imbarcate e poi smerciate verso i mercati italiani ed esteri.

A quel tempo il trasporto a terra delle merci avveniva principalmente attraverso carri, carretti e carrumatti (vedi la cartolina in basso risalente al 1905) e ciò naturalmente incideva notevolmente sul costo finale del prodotto. A seguito degli elevati costi di trasporto, la ditta dei Fratelli De Pasquale decise, allo scopo di dare maggiore impulso alla produzione e di ampliare lo stabilimento, di costruirne uno nuovo nella zona di Camaro Inferiore alla periferia di Messina, a circa 1 km. dal porto, quindi con un notevole risparmio economico e di tempo per il trasporto delle merci. Salvatore De Pasquale, uno dei fratelli, comprò un vasto terreno per costruire un altro stabilimento, e così attorno agli anni '20 a Santa Teresa di Riva non c’era più traccia della produzione del marsala e dell’aceto di vino.

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