Martedì 03 Giugno 2025
La nascita del quartiere dal XVI secolo e la suggestiva ipotesi sull'origine del toponimo


La borgata Bucalo e i “buoi del Sole”: Ulisse a Santa Teresa di Riva tra storia e leggenda

di Paola Rifatto | 01/06/2025 | STORIA

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Bucalo è oggi un popoloso quartiere a nord del paese

Bucalo è oggi un popoloso quartiere di Santa Teresa di Riva, ma ai primi del Cinquecento la “piana” di Bucalo, così come tutta la Marina di Savoca che si estendeva tra le fiumare dell’Agrò e del Pagliara, era priva di insediamenti umani per il timore delle incursioni dei pirati. C’erano alcuni piccoli casali abitati da contadini addetti alla coltivazione della terra e sulla spiaggia, oltre alle case dei pescatori, cominciavano a essere costruiti i magazzini dei commercianti, ma la paura dei pirati spingeva gli abitanti a tornare la sera a Savoca. La situazione cominciò a cambiare all’inizio del XVI secolo, quando l’archimandrita del convento del Santissimo Salvatore di Messina, don Alfonso d’Aragona, che in qualità di barone di Savoca era il signore di tutto quel territorio, alienò una parte del patrimonio dei Basiliani concedendo alla famiglia Bucalo, proveniente da Messina, le terre tra le fiumare di Portosalvo e Savoca, libere da vincoli e oneri di natura feudale, perché venissero coltivate e rese produttive. I Bucalo costruirono una torre e vicino ad essa un chiesetta dedicata al nome di Gesù. Gli ultimi eredi della famiglia, i fratelli Benedetto e Paolo Bucalo, abbracciarono la carriera ecclesiastica e donarono ai Gesuiti tutta la terra in loro possesso, sottoscrivendo il testamento presso il notaio Carlo Velardi il 9 novembre 1708. Ma nella seconda metà del Settecento nel Regno di Sicilia, come anche in vari altri Stati, ci fu l’espulsione dei Gesuiti e la confisca dei loro beni: Ferdinando di Borbone, con la “Circolare del Tribunale del real patrimonio 25 novembre 1778”, dispose la pubblicazione dei bandi per la vendita dei beni gesuitici del Valdemone.

La tenuta di Bucalo fu acquistata il 30 marzo 1780 dal marchese Giovanni Carrozza, che la concesse in appezzamenti a coloni e mezzadri. Nel 1892 la vasta proprietà, a causa dei debiti contratti dalla famiglia Carrozza, fu in gran parte messa all’asta dal Tribunale di Messina ed acquistata da varie famiglie tra le quali i Pelleri, i Fiorentino e altre. La piana di Bucalo, fino alla metà dell’800, era coltivata a vigneti, uliveti, gelsi e frutteti, ma intorno al 1870 cominciò la coltivazione degli agrumi e furono costruiti numerosi pozzi per irrigare le piantagioni. Il primo pozzo moderno, con annesso acquedotto sopraelevato, venne realizzato nel 1875 da Francesco Fiorentino, imprenditore proveniente da Napoli. Oltre ai pozzi ottocenteschi altri significativi segni del passato sono la torre Saracena, risalente al Cinquecento, con ristrutturazioni tardo-ottocentesche (1895) realizzate da Giuseppe Pelleri che abbatté la cupola, sopraelevò  la torre di un piano e costruì l’annesso palazzetto. La torre e l’attiguo edificio ottocentesco sono stati vincolati dalla Soprintendenza ai Beni culturali e ambientali con decreto assessoriale n. 5256 del 19 febbraio 1994. La Chiesa della Madonna del Carmelo, patrona di Santa Teresa di Riva, fu invece costruita nel Novecento, (1929–1934) a seguito della demolizione dell’antica chiesetta risalente al 1500.

Quanto al toponimo Bucalo un’ipotesi suggestiva viene proposta dallo storico Domenico Puzzolo Sigillo, nel testo “La ubicazione dello “Appennon” Akpon tolemaico e la origine e la ragione della specificazione di Agrò in certe denominazioni di località nella provincia di Messina, Messina, 1904”. Lo studioso casalvetino sostiene che Ulisse e i suoi, quando arrivarono in Sicilia, l’isola del Sole, (Odissea, Libro XII) non approdarono a Milazzo, ma a Capo Sant’Alessio e l’armento del Sole di cui si nutrirono i compagni pascolava nel territorio dell’odierna Santa Teresa di Riva e precisamente nella borgata di Bucalo, la cui denominazione deriverebbe dal greco Boù-xilos: “Che nutre buoi”. Anche se l’ipotesi più accreditata è che il quartiere abbia preso il nome dalla famiglia Bucalo, che all’inizio del XVI secolo si era stabilita nel territorio compreso tra i torrenti Portosalvo e Savoca,  con la fantasia possiamo andare indietro nel tempo e immaginare i buoi sacri al dio Sole pascolare nelle praterie della piana di Bucalo nell’VIII secolo avanti Cristo.


COMMENTI

Gaetano Rammi | il 01/06/2025 alle 16:42:44

Ipotesi più fantasiosa ma davvero suggestiva. Sempre interessanti gli articoli di Paola Rifatto

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