Articoli correlati
1947: un atto eroico dimenticato
di Salvatore Coglitore | 02/04/2014 | STORIA
di Salvatore Coglitore | 02/04/2014 | STORIA
7880 Lettori unici | Commenti 2
Una piena del Savoca del 1973 e i due protagonisti dell'episodio
Era il 7 settembre 1947: la guerra era finita da poco e la gente di Furci Siculo, cittadina della riviera jonica messinese, riprendeva lentamente, tra mille difficoltà, la vita quotidiana. Improvvisamente si scatenò un forte temporale, di quelli tipici di fine estate, che in breve tempo riempì i nostri torrenti. L’improvvisa furia delle acque del torrente Savoca travolse un camioncino, con a bordo ben 5 persone, che transitava in quell’istante sulla sponda sinistra del corso d’acqua, mettendo a serio rischio la vita dei passeggeri. Nel frattempo la montagna d’acqua aveva distrutto il costruendo ponte stradale, che collega Santa Teresa di Riva con Furci, (quello vecchio era stato minato e fatto saltare, nell’agosto del 1943, dall’esercito tedesco in ritirata verso Messina). Mentre dal camioncino i cinque sfortunati chiedevano aiuto, nessuno dei numerosi presenti aveva il coraggio di rischiare la propria vita per intervenire in soccorso. La furia delle acque intanto trascinava inesorabilmente il mezzo verso il mare. Grazie al coraggioso intervento di Fiorello Di Bella e di Pietro Ferrara, entrambi di Furci Siculo, che si fecero legare una corda attorno alla vita, lunga circa 15 metri, i cinque che si trovavano a bordo del mezzo furono portati in salvo sulla spalle ad uno ad uno, venendo così strappati a morte sicura. Al termine dell’azione di salvataggio, come ancora ricordano alcuni anziani furcesi, per l’immane sforzo sostenuto i due eroi stramazzarono a terra sfiniti in cerca del meritato riposo. Per quest’atto eroico ricevettero entrambi, da parte del Capo dello Stato Enrico De Nicola, un attestato di benemerenza.
1958: il Torrente Savoca rompe gli argini e invade S. Teresa
Quando il 26 novembre 1958 il torrente Savoca ruppe l’argine sul versante di S. Teresa di Riva, nei pressi di Passo Botte a Sparagonà, e lentamente invase il quartiere Bucalo, anche per i "furcioti" fu una notte movimentata. Infatti, alle prime ore dell’alba, la popolazione fu svegliata da continui rintocchi della campana della chiesa Sacro Cuore, che richiamò nella piazza tutta la popolazione. Il sindaco, prof. Carmelo Garufi, informò i suoi cittadini dello straripamento del torrente e dell’alluvione che in quelle ore stava colpendo la popolazione del quartiere Bucalo di S.Teresa, chiedendo di mettere da parte gli antichi rancori che esistevano tra le due comunità (ruggini risalenti al periodo della conquista dell’autonomia della Marina da Savoca) e dare prova di solidarietà. Il Sindaco esortò tutti gli uomini validi a prestare la loro opera per cercare di riportare nel letto naturale le acque del torrente: per questo scopo metteva a disposizione zappe, picconi, pale e badili. Subito tanti volenterosi, chi a piedi scalzi, chi in mutandoni, chi con i “pantaluni ‘rruddati” sulle ginocchia, si presentarono per dare man forte, e capitanati dai nostri Fiorello Di Bella e Pietro Ferrara, armati da tanta volontà e con i mezzi messi a loro disposizione, si diressero sul luogo dello straripamento. I volontari si misero subito a scavare al centro del greto del torrente Savoca, facendo sì che man mano l’acqua tornasse nel suo letto naturale. Grazie a questo semplice ma tempestivo intervento, e grazie anche al tempo che sembrava volgere per il meglio, gli amici “furcioti”, dopo ore e ore di duro lavoro manuale, sembravano averla vinta. Nel tardo pomeriggio del 26 novembre arrivò poi in aiuto da Messina l’Esercito. E così questa improvvisata squadra di volontari venne fatta mettere da parte. Poi di colpo ricominciò a piovere. Ma questa è un’altra storia. Onore e merito a questi due eroi furcesi dimenticati: Fiorello Di Bella e Pietro Ferrara.