Taormina, ok al bilancio della Fondazione: "Svanite le promesse di risultati miracolosi"
di Andrea Rifatto | oggi | POLITICA
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I consiglieri Corvaia e Manuli
Coordinare, valorizzare e promuovere il patrimonio culturale, la programmazione artistica e l’economia turistica con una visione integrata e moderna. Con questi scopi la Fondazione Taormina, costituita il 31 maggio, inizia il suo percorso per programmare e gestire eventi culturali, artistici e turistici, costruire un’identità culturale condivisa attraverso il brand “Taormina” e il marchio De.Co. e garantire l’autonomia gestionale ed economica dei beni culturali. Il Consiglio comunale, con otto voti favorevoli della maggioranza e quattro contrari delle opposizioni, ha dato il via libera al bilancio di previsione 2026-2028 approvato dalla presidente Valeria Brancato, dal consigliere Vincenzo Lombardo e dal sovrintendente Rosario Coppolino (assente la consigliera Laura Gullotta), che prevede costi e ricavi per 1.590.00 euro nel 2026, 1.612.070 euro nel 2027 e 1.647.933 euro nel 2028. Un previsionale contestato dalle opposizioni per i contenuti completamente diversi da quelli prospettati nei mesi scorsi dall’Amministrazione comunale, rappresentata in aula nel corso dell’ultima seduta dall’assessore Antonio Lo Monaco che non ha saputo giustificare le modifiche soprattutto in materia di costi e ricavi, ammettendo come la materia non sia di sua competenza. «Anche in questo caso i numeri evidenziano come non ci fosse motivo di creare la Fondazione - ha esordito il consigliere di minoranza Nunzio Corvaia - sono stati illustrati costi e utili ma oggi troviamo una proposta completamente diversa. Dopo la polemica sulla gara per la gestione del Palazzo dei Congressi, il sindaco aveva dichiarato che l’affitto della struttura valeva minimo 450.000 euro l’anno, ma nel piano c’è un dimezzamento dei ricavi e per giustificare la cifra annunciata inizialmente vengono inseriti anche il Palazzo Duchi di Santo Stefano e Palazzo Corvaja. Una Fondazione che nasce male e fino ad oggi le manifestazioni organizzate non sono state al livello di Taormina, perchè crearne un’altra se esiste già Taormina Arte? Non vedo il cambio di marcia promesso, uscire dal dissesto non significa poter sperperare, vedremo cosa verrà prodotto». Il collega Luca Manuli è entrato nel dettaglio: «Ci sono dati nuovi che fanno pensare ad un cambio di rotta importante, cosa lo ha determinato? - ha chiesto all’Amministrazione comunale, senza però ricevere risposte - la Fondazione doveva autofinanziarsi per circa 2 milioni di euro e invece arriviamo a meno di 1 milione, i ricavi sono stati ridotti del 60%, manca un dettaglio chiaro sui palazzi storici che verranno concessi in uso gratuito ed emerge una riduzione consistente dei ricavi dall’uso dei beni immobili passati da 1,3 milioni a meno di 500.000 euro. Una parte consistente dei ricavi è quella riferita al pass turistico, circa 300.000 euro per il biglietto unico autobus+musei gratis, ma non c’è nessun riferimento ai rapporti economici tra Fondazione e Asm, qual è il costo per l’azienda trasporti? Cosa corrisponde la Fondazione? Come viene regolamentato il tutto? Ci è stato detto che eravamo stolti a criticare la costituzione delle partecipate merito del sindaco De Luca, non vogliamo fare polemica ma è difficile non essere critici e sollevare perplessità visti i numeri e l’iter. Le risorse destinate alle partecipate hanno subito un aumento enorme del +600% rispetto ai piani del 2024 - ha concluso Manuli - e l’assenza di documenti dettagliati e chiarezza sulle scelte ci porta ad esprimere voto contrario a questa visione». Il presidente Giuseppe Composto Composto ha evidenziato come l’obiettivo dell’Amministrazione sia aprire tutti i palazzi per metterli a disposizione della collettività e che il primo anno della Fondazione Taormina sarà di start up e a consuntivo si avranno idee più chiare: «Con Taormina Arte non eravamo liberi di decidere cosa andava fatto in città - ha rimarcato - non vogliamo essere ospiti a casa nostra e decidiamo noi cosa fare».











