Mercoledì 08 Maggio 2024
La volontà di cedere immobili fa discutere. "Manuli? Si mettano d'accordo padre e figlio"


Taormina, le alienazioni dividono la città e De Luca risponde a muso duro... a tutti

di Andrea Rifatto | 06/09/2023 | POLITICA

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La giunta ha previsto la vendita dei due palazzi

La città continua a manifestare perplessità e preoccupazioni in merito alla decisione dell’Amministrazione comunale di mettere in vendita gli immobili ex “La Giara” e Palazzo Badia Vecchia, due beni che fanno parte della storia di Taormina, ma il sindaco Cateno De Luca va avanti per la propria strada e scansa le critiche che provengono da più parti, anche dai suoi alleati. Di ritorno dal Gran Premio di Monza, prima di un breve ritiro nella sua Fiumedinisi per completare il nuovo libro che avrà la prefazione di Catena Fiorello, nei giorni scorsi avvistata a Palazzo dei Giurati e immortalata in posa accanto al primo cittadino mentre compiono il discutibile gesto del “ti cavo gli occhi”, De Luca riserva le sue riflessioni mattutine anche alla vicenda dell’alienazione dei beni comunali. “Qualcuno si lamenta delle mie ricette per il Salva Taormina, anche qualcuno che si definisce amico - esordisce - ma quelli che parlano sono coloro che hanno ammazzato la città. Ho avviato le procedure per cedere Badia Vecchia e l’ex ‘La Giara’ con l’Ufficio tributi perchè sono immobili inagibili e li sto cedendo alla Regione, al Parco archeologico di Naxos-Taormina, per fare una scuola di archeologia, qualcosa di unico e stupendo”. Poi la stilettata a Giuseppe Manuli, storico esponente del Partito repubblicano che ha sostenuto De Luca con la candidatura del figlio Luca, eletto consigliere, ma che ha manifestato la contrarietà alla dismissione per non impoverire il patrimonio storico della città.

"Se qualcuno parla e ha parenti in Consiglio comunale si metta d’accordo con il proprio cervello - ribatte il sindaco - il mio amico Manuli da qualche mese esterna stronzate in continuazione mentre in Consiglio siede il figlio, che vota secondo le normali logiche di una maggioranza. Lui ha avuto modo di cambiare Taormina, ha avuto modo di applicare le sue ricette alla guida del Consorzio Rete Fognante, tutti se ne ricordano, ma non mi voglio permettere di ricordargli cosa ha fatto, perchè guardo avanti. Però essere criticato a fondo perduto non glielo permetto. Si mettessero d’accordo padre e figlio, di questi ricattucci psicologici non me ne faccio nulla, cerchino di essere seri, non hanno a che fare con un pinco pallino qualunque, vado avanti con quella che è un’azione che serve ad evitare il secondo dissesto ma deve garantire quella marcia in più che i taorminesi mi hanno chiesto con un voto plebiscitario”. Il nuovo piano di alienazioni dei beni comunali dovrà giungere in Consiglio comunale e l’ex sindaco Mario Bolognari ha chiesto all’Amministrazione di aprire un confronto: “Non ho nulla da discutere, porto gli atti in aula e se avete idee e soluzioni sostenibili e migliori avanzatele - replica il sindaco alla minoranza - ma quale sarebbe la soluzione? Non c’è un privato, tranne rare eccezioni, che non ha preso i beni del Comune, li ha sfruttati e non ha mai pagato”. Secondo il Comune la vendita frutterebbe 17 milioni di euro, somme che per il primo cittadino servirebbero ad evitare un secondo default, mentre per il vicesindaco con delega al Patrimonio, Giuseppe Sterrantino, l’alienazione non è legata alla necessità di rimpinguare le casse, visto che per recuperare fondi si punta sulla lotta all’evasione.


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