Sant'Alessio senza Piano spiaggia, oppositori al sindaco: "Vantaggi per la sua attività"
di Andrea Rifatto | 11/02/2021 | POLITICA
di Andrea Rifatto | 11/02/2021 | POLITICA
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Lo stabilimento sulla spiaggia a sud di Sant'Alessio
A dicembre del 2018 l’incarico per la redazione affidato all’architetto Giovanni Andò, in seguito al commissariamento dalla Regione per il notevole ritardo accumulato, ma da allora del Piano di utilizzo del Demanio marittimo di Sant’Alessio Siculo non si è saputo più nulla, in quanto non è arrivato neppure in Giunta per la prima approvazione. Che fine ha fatto? È quanto si chiedono i tre consiglieri di minoranza Concetto Fleres, Rosanna Fichera, Giuseppe Bartorilla e l’indipendente Nino Lo Monaco, che hanno rivolto un’interrogazione al sindaco Giovanni Foti sottolineando come a loro parere proprio l’attuale cittadino stia beneficiando di questo ritardo, in quanto “lei o società a lei riconducibile risulta essere titolare di concessione demaniale marittima, pertanto in una condizione di totale privilegio rispetto ai potenziali concorrenti”, facendo implicito riferimento allo stabilimento balneare realizzato in estate sulla spiaggia nella zona sud del paese, a ridosso del Capo. I quattro consiglieri vogliono sapere “le motivazioni dell’enorme ritardo accumulato per l’approvazione del Pudm, le iniziative che il sindaco intraprenderà per consentire, già dalla stagione estiva 2021, previa celere approvazione del documento in Consiglio comunale, il rilascio di nuove concessione demaniali marittime e la data in cui il Piano spiaggia approderà in Aula, auspicando che ciò non accada a ridosso dell’estate o peggio ancora in prossimità delle elezioni amministrative del 2022, perchè in tali ipotesi gli attuali concessionari demaniali risulterebbero ancora una volta privilegiati, a danno della libertà costituzionale di iniziativa economica privata”. Una richiesta di chiarimenti e un’accusa nei confronti del primo cittadino, che secondo gli oppositori ha adottato finora “un comportamento riconducibile all’epoca feudale, in violazione totale del principio della leale concorrenza”. L’interrogazione ricorda come la legge regionale condizioni il rilascio di nuove concessioni sulla spiaggia alla preventiva adozione dei Pudm da parte dei Comuni e viene quindi vietato il rilascio di nuove concessioni nell’ipotesi in cui il Comune sia ancora sprovvisto del documento, di fatto rinviando sine die le autorizzazioni sul demanio marittimo: “Ciò rischia di determinare, in conseguenza dell’inerzia delle amministrazioni, l’automatico rigetto delle istanze di concessione, con evidente sospensione senza termine delle libertà costituzionali di iniziativa economica ed accesso al mercato, di stabilimento e libera prestazione dei servizi oltreché di concorrenza - evidenziano gli interroganti - e anche in ottica eurounitaria, la pretesa di inibire lo svolgimento delle attività commerciali a causa del malcostume, di cui l’Amministrazione di Sant’Alessio è protagonista, di non rispettare le scadenze imposte dal legislatore, contrasta con i principi sottesi alla Direttiva Bolkestein. Tale inerzia, oltre a danneggiare possibili portatori di interessi - aggiungono - è causa di sleale concorrenza, essendo privilegiati, tramite tale inspiegabile (o meglio) spiegabilissima inerzia amministrativa, gli attuali titolari di concessioni demaniali e tale modus operandi risulta essere inaccettabile ed è espressione di enormi lacune in materia di programmazione, a discapito dello sviluppo economico e turistico del paese”. Secondo Fleres, Fichera, Bartorilla e Lo Monaco il sindaco Foti è “inerte ed inefficiente in quanto il mantenimento della situazione attuale favorisce esclusivamente gli attuali titolari delle concessioni marittime in essere al 31 dicembre 2018, la cui validità è estesa fino al 31 dicembre 2033 a domanda dei concessionari, da presentarsi entro il 28 febbraio 2021” e la circostanza che il termine di adozione del Pudm sia stato prorogato al 30 giugno 2021 “non giustifica questa inerzia anche perché prima dell’entrata in vigore della norma il Comune risultava già commissariato”. La legge regionale consente comunque in attesa dell’approvazione del Pudm il rilascio di autorizzazioni di durata breve, non superiori a 1000 metri quadrati e per un periodo massimo di 90 giorni, non prorogabili e non riproponibili nello stesso anno solare, allo scopo di svolgere attività turistico ricreative, commerciali o sportive, anche attraverso la collocazione di manufatti, purché precari e facilmente amovibili, ma secondo gli oppositori “ciò non può rappresentare una soluzione alla inerzia dell’Amministrazione comunale, non consentendo ai potenziali concorrenti, di poter programmare i propri investimenti privati e le proprie prospettive ed aspettative di vita. Un comportamento omissivo - concludono nell’interrogazione - riconducibile, per molti aspetti, all’epoca feudale e ormai inaccettabile nel 2021”.