Sant'Alessio, "Piano di riequilibrio necessario per evitare l'ennesimo dissesto"
di Andrea Rifatto | 19/08/2017 | POLITICA
di Andrea Rifatto | 19/08/2017 | POLITICA
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L'ex assessore Giuseppe Bartorilla, oggi consigliere
L’adozione del Piano di riequilibrio finanziario pluriennale, considerato il momento storico e il mutamento del sistema contabile, è stata l’unica manovra finanziaria percorribile che ha salvato il Comune di Sant’Alessio Siculo dall’ennesimo dissesto finanziario, vista la mole enorme di debiti ereditati. Replica così l’ex assessore al Bilancio Giuseppe Bartorilla, oggi consigliere di minoranza, alle dichiarazioni fatte in Consiglio comunale del sindaco Giovanni Foti, che ha definito evitabile il Piano per il ripiano di 2,5 milioni di debiti, sostenendo come gli stessi ammontino invece a 750mila euro (potenziali per 1,8 milioni) e vi siano crediti per 902mila euro. Bartorilla evidenzia come la precedente amministrazione abbia iniziato “un’attenta ed oculata attività di risanamento finanziario, riconoscendo in Consiglio debiti fuori bilancio del decennio 2002-2012 per 710mila euro e transigendone 216mila, 660mila euro per debito Ato Me 4 per gli anni 2007/2011 con un ripianamento decennale mediante prestito regionale, 56mila euro per debiti riguardanti i canoni demaniali relativi al periodo 2000-2010 a cui si è fatto fronte con un piano di rientro con le Ferrovie dello Stato con scadenza 2019 e 19mila per debiti verso Serit a cui si è fatto fronte con un piano di rientro”. L’ex assessore sottolinea “l’esistenza di debiti da spese di investimento per 1 milione 527mila euro, derivanti dal lodo arbitrale riguardante i lavori per la realizzazione della barriera soffolta, primo lotto funzionale, realizzata nel decennio 2002-2012, ove sussiste, agli atti, una condanna in primo grado per un debito residuo ancora da pagare, oltre a quelli già riconosciuti e pagati dalla precedente amministrazione, pari a circa euro 380mila euro da parte di un collegio arbitrale ove il Comune di S. Alessio, a suo tempo, ha ‘dimenticato’ di nominare il proprio arbitro/giudice”. A ciò si aggiungono “spese di progettazione di opere pubbliche, ammontanti a circa 1 milione 150mila euro, per incarichi conferiti senza gara: spese, per come esplicitato più volte anche da numerose circolari assessoriali e dalla stessa Commissione europea, non saranno mai finanziate in quanto i relativi incarichi sono stati affidati senza procedura ad evidenza pubblica, pertanto in palese violazione dei principi comunitari posti a tutela della concorrenza e del mercato. Ciò significa che a dover pagare i citati professionisti sarà il Comune, mediante l’accensione di un mutuo presso la Cassa Depositi e Prestiti, fatta salva eventuale loro improbabile rinuncia. Tutto ciò – conclude Bartorilla – è dettagliatamente indicato nel piano di riequilibrio 2016/2025”.