Mercoledì 29 Ottobre 2025
Il consigliere di minoranza rilancia e invita la cittadinanza a reagire impegnandosi


Santa Teresa, Bartolotta promette l'alternativa e attacca Miano: "Non può fare il sindaco"

di Andrea Rifatto | ieri | POLITICA

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La vicesindaca Annalisa Miano

«Consegneremo agli elettori l’alternativa su un piatto d’argento, ma Annalisa Miano non è all’altezza di poter fare il sindaco». A tornare a parlare dei possibili scenari per le elezioni amministrative del 2027 a Santa Teresa di Riva è stato il consigliere di minoranza Nino Bartolotta, annunciando di voler fare da collante per costruire un’alternativa all’attuale governo cittadino, che ha già scelto la vicesindaca in carica come candidata alla poltrona più alta. «La candidatura di Miano genera molti mal di pancia - sostiene Bartolotta - è un soggetto divisivo, non fa squadra, viene considerata una primadonna all’interno del Palazzo e oltre che nel suo gruppo genera mal di pancia anche nell’opinione pubblica e nell’elettorato che ha sostenuto l’Amministrazione, perchè viene vista come una persona che non garantisce i cittadini in quanto non ha una preparazione adeguata e sufficiente a gestire il ruolo, visto che finora ha fatto solo rappresentanza. Un buon sindaco - ha rimarcato l’ex primo cittadino - deve avere soprattutto una buona preparazione amministrativa oltre che politica e c’è una differenza abissale con l’attuale sindaco, che non può essere colmata». Secondo l’esponente di opposizione si profila una successione debole che il sindaco Danilo Lo Giudice vorrebbe accompagnare e coprire con la sua presenza in Consiglio comunale, ricoprendo la carica di presidente per continuare a gestire la cosa pubblica come “tutore” di Annalisa Miano in caso di vittoria «perchè il paese in mano a lei andrebbe allo sfascio».

«Gli elettori devono avere la capacità di individuare una classe dirigente in grado di governare il paese, altrimenti è inutile lamentarsi il giorno dopo - ha affermato ancora Nino Bartolotta - devono reagire e prendere in mano le redini del loro destino e del paese. Finora c’è poca partecipazione, noi faremo da collante per mettere insieme diverse forze e intelligenze perchè vogliamo risvegliare le coscienze, ma chi chiede il cambiamento deve sforzarsi per consentirci di poterlo realizzare. Il voto non può essere frutto solo di simpatie e antipatie, ma si deve capire che si elegge una classe dirigente che governa per cinque anni e l’errore che si commette dentro l’urna non è recuperabile, quindi le lamentele si devono tradurre in consenso o dissenso». Critiche sono state indirizzate all’attuale maggioranza per non voler dare spazio a nessuno e aver occupato tutti i posti senza mostrare segnali di cambiamento.


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