Santa Teresa, Bartolotta "espelle" un membro della minoranza: "Era il cavallo di Troia"
di Andrea Rifatto | 23/11/2023 | POLITICA
di Andrea Rifatto | 23/11/2023 | POLITICA
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Lombardo e Bartolotta
Che l’azione della minoranza di Santa Teresa di Riva fosse condotta da tre consiglieri su quattro era ormai palese, ma finora non erano emerse divisioni o posizioni diverse all’interno del gruppo. Adesso arriva una “espulsione” di un componente, la consigliera Martina Lombardo, accusata dal capogruppo Nino Bartolotta di essere stata una infiltrata sin dall’inizio della legislatura. Espulsione che formalmente non è prevista dal regolamento consiliare e dunque il gruppo di minoranza al momento rimane formato da quattro componenti, a meno di fuoriuscite ufficiali o costituzioni di nuove compagini in aula. Bartolotta, ha detto che un cavallo di Troia ha penetrato la minoranza: a cosa si riferisce? Gli indizi portano tutti alla consigliera Lombardo: è pentito di averla candidata? Chiede che si dimetta o che lasci il gruppo consiliare? Ha parlato di congiura nel Palazzo: ha avuto contatti con amministratori per un futuro percorso comune? Ha detto che gli amministratori sono stati smascherati, che intende?
“Vede, il cavallo di Troia in politica serve per intrufolarsi tra gli avversari e attingere notizie e strategie, anche io l’ho utilizzato in passato ma ora ce lo siamo ritrovati in casa senza accorgercene. Immediatamente dopo le elezioni abbiamo notato delle cose strane, tra il primo e il secondo Consiglio comunale il sospetto è divenuto certezza: abbiamo discusso una ‘patacca’ che è arrivata sul fronte opposto come se fosse vera e allora il cavallo di Troia andava eliminato”.
“No, le alternative non erano tante e abbiamo avuto difficoltà a fare la lista. Questa vicenda mi rammarica ed è un po’ triste: non l’ho cercata io, me l’hanno presentata i suoi familiari e non conoscendo la persone ti devi solo fidare. Prima di depositare le liste venne con il padre dicendomi che non voleva più candidarsi, si sentiva sola, non c’era nessuno che la sosteneva oltre i parenti e rischiava una bruttissima figura. Ciò mi ha quasi commosso, fatto capire che non potevo mandarla al massacro e allora altri candidati si sono ‘castrati’ elettoralmente e hanno dirottato su di lei la preferenza femminile. Ma alla fine ha preso in giro tutti. Non si è consumato un percorso politico dove sono emerse divergenze, ho capito che per lei la politica è quasi un gioco, qualcosa di allegro, farsi un selfie: il suo ambiente naturale è dall’altra parte, non il nostro fatto di persone riflessive e pronte a dare battaglia, non a stendere il tappeto rosso come forse lei pensava nei confronti di persone che si trovano in maggioranza. Non mi meraviglio, ormai è all’ordine del giorno saltare sul carro del vincitore, ma che lo faccia una ragazza travestendosi da cavallo di Troia e mettendo a repentaglio una linea politica dura mi lascia amarezza”.
“Nessuna delle due, l’abbiamo esclusa dal nostro gruppo e andiamo avanti io, Cristina Pacher e Santino Veri, sapendo che siamo una roccaforte delle componenti più deboli della società e di coloro che non hanno voce. Non c’è spazio per il cavallo di Troia, auguro buona fortuna e lunga vita politica anche se dubito possa crescere da quella parte, dove l’unico compito dei consiglieri è alzare la mano. La medaglia di cartone che si è messa al petto, grazie a me e ai miei amici che l’hanno votata, se la porterà fino al termine del mandato. Mi chiedo, però, visto che dietro il cavallo di Troia c’è la longa manus del sindaco, se i ragionamenti che lui ha fatto di recente valgano solo per l’addio di Dafne Musolino oppure sempre, ossia se ci sia coerenza nel pensiero politico del sindaco e se Musolino sbaglia mentre lui fa bene con il cavallo di Troia. Ma probabilmente per vergogna il sindaco non farà mai dichiarare la consigliera appartenente alla maggioranza”.
“In politica ci sono cose che si possono dire e altre che non si possono dire. In maggioranza c’è un malessere ed è emerso all’indomani dell’annuncio fatto ad agosto sulla candidatura a sindaco calata dall’alto di Annalisa Miano, una che non si fa amare nemmeno dai suoi compagni di viaggio. In una maggioranza il malessere non si manifesta pubblicamente ma con comportamenti, distacco, freddezza. Un segnale è stato dato alla presentazione del libro di Cateno De Luca, c’erano poche persone e alcuni assessori sono andati via dopo poco l’inizio della serata. È un segnale per comunicare di essere in dissenso”.
“La loro maschera è caduta, è emersa l’incapacità di governare il paese, vivono di rendita e tirano a campare su tutti i fronti. Fanno depistaggi e parlano solo di ciò che va bene, ma ormai sono stati smascherati e la gente vede che tutti i servizi sono carenti. Il Palazzo è nelle mani della burocrazia, che fa il proprio lavoro, ma manca la spinta della politica”.