Roccalumera. É scontro sulla messa in sicurezza del torrente Allume
di Redazione | 09/02/2015 | POLITICA
di Redazione | 09/02/2015 | POLITICA
2082 Lettori unici
Rita Corrini e Antonio Garufi
Botta e risposta tra le forze politiche di Roccalumera sulla messa in sicurezza del torrente Allume. La questione è stata affrontata nel corso dell’ultima seduta del Consiglio comunale, dove è approdata l’interrogazione presentata dal gruppo di minoranza con cui si chiedeva di intervenire per scongiurare eventuali esondazioni del corso d’acqua dovute ad eventi atmosferici avversi. “Il dibattito in aula si era svolto con toni collaborativi e costruttivi – scrivono i consiglieri di opposizione – tant’è che il capogruppo di maggioranza, Ettore Fleres, oltre a condividere la nostra proposta, aveva rilanciato proponendo un ordine del giorno avente ad oggetto la realizzazione di una via di fuga. Si era tutti d’accordo nell’abbinare la richiesta di svuotamento dell’alveo, quanto meno nel tratto posto tra il ponte dell’autostrada e la Ss 114, zona che desta maggiore rischio e pericolo per i cittadini, e la programmazione di una via di fuga”. Per il capogruppo Rita Corrini e i consiglieri Giuseppe Melita, Maria Grazia Saccà, Antonella Totaro e Mauro Sparacino, quando tutto sembrava volgere al “giusto epilogo”, è stato il presidente del Consiglio Antonio Garufi, con “piglio pretestuoso e strumentale” a non voler far votare la mozione, proponendo un emendamento per prendere atto di quanto fatto finora ed attendere un finanziamento. “Un vecchio modo di fare politica – evidenza la minoranza roccalumerese –: la maggioranza ha assecondato il presidente sconfessando la proposta del proprio capogruppo e votando a favore dell’emendamento e non per lo svuotamento del torrente”. Il gruppo guidato da Rita Corrini ha invece votato favorevolmente l’ordine del giorno sulla via di fuga, mentre “si è trovata costretta ad astenersi sulla propria mozione, che nel frattempo era stata maldestramente emendata e stravolta dal presidente del Consiglio”. Secondo i cinque consiglieri i cittadini di Roccalumera continueranno a convivere con la paura di un’esondazione del torrente, perchè l’Amministrazione non ha programmato un intervento di pulizia e svuotamento: “se si verificherà un problema in quella zona – concludono – i responsabili saranno il presidente Garufi e il sindaco Argiroffi” La risposta di Garufi non si è fatta attendere. “Leggendo le farneticanti affermazioni, a cui ormai da tempo siamo abituati, non è possibile sottacere: sono costretto quindi a rispondere con i toni di chi ha sempre operato nella correttezza e nell’interesse dei cittadini facendo della politica un servizio per gli altri. La vicenda del torrente Allume e non solo (vedi torrente Sciglio, San Nicola ed infine Pagliara) – ribatte il presidente del civico consesso – desta particolare apprensione e grande attenzione a tutta l’Amministrazione, che contrariamente a quanto si vuole fare apparire, si è sempre spesa, sia oggi che in passato, per monitorare la situazione e scongiurare situazioni di pericolo. Prova ne sia il continuo controllo da parte degli uffici, gli incontri istituzionali con gli Enti preposti e da non dimenticare, cosa volutamente fatta dai consiglieri di minoranza, l’importante intervento di svuotamento (circa 1.500 metri cubi di sabbia) fatto un anno e mezzo fa in cui è stato abbassato il letto del torrente e sono state svuotate le “vasche di calma” che rappresentano il punto maggiormente critico in caso di piena. Inoltre – prosegue – proprio in virtù dell’attenzione posta al problema, grazie alla lungimiranza del sindaco e dell’assessore al ramo, Elio Cisca, si è pensato anche di programmare la realizzazione di una via di fuga che verrà inserita nel prossimo Piano triennale delle Opere pubbliche, di cui il capogruppo di maggioranza Fleres si è fatto portavoce in Consiglio: mai nessuna dissonanza c’è stata fra lo scrivente e quest’ultimo”. Per Garufi, dunque, nessuno spaccamento all’interno della maggioranza, che agisce secondo scelte condivise. “L’appello che voglio lanciare ai colleghi consiglieri di minoranza è quello di affrancarsi e soprattutto cominciare ad essere consiglieri autonomi ed indipendenti nelle scelte e nei modi di agire – conclude – in quanto quel continuo comportamento di uscire e entrare dall'aula durante le sedute consiliari per andare a prendere “ordini” da qualcuno, è un modo che appartiene alla vecchia politica e che tanti disastri ha causato alla nostra comunità”.