Musumeci attacca Toninelli: "Si permette di pontificare, è un galoppino elettorale"
di Andrea Rifatto | 26/03/2019 | POLITICA
di Andrea Rifatto | 26/03/2019 | POLITICA
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Marco Falcone e Nello Musumeci in conferenza
“Non è concepibile che un ministro venga in una regione tormentata da decenni di disamministrazione, inerzie e insensibilità e si permetta di fissare limiti e dare ultimatum, abbia rispetto e la smetta di apparire come un galoppino elettorale, alla ricerca di consenso sul lavoro svolto da altri enti e da altre istituzioni”. È durissima la replica del presidente della Regione siciliana, Nello Musumeci, alle parole pronunciate questa mattina a Letojanni dal ministro delle Infrastrutture e dei Traporti, Danilo Toninelli. Il governatore ha tenuto nel pomeriggio una conferenza stampa d'urgenza a Palazzo d’Orleans insieme all’assessore regionale alle Infrastrutture e alla Mobilità, Marco Falcone, per rispondere all’esponente del governo nazionale, che ha definito una vergogna la A18 Messina-Catania e la frana di Letojanni e ha dato un ultimatum al Consorzio per le autostrade siciliane, affinché entro un mese porti sul tavolo del Ministero risposte chiare e precise sulle numerose inadempienze individuate nella gestione della rete autostradale dell’isola, arrivando a far intendere di essere pronto a sospendere le concessioni. “Siamo seriamente preoccupati per la condotta del ministro, per certi aspetti simpatico, per altri cascato dalle nuvole – esordisce Musumeci – anche la pazienza ha un limite, ho l’impressione che sia convinto che al governo della Regione ci sia gente incapace di intendere e di volere. Noi dal ministro pretendiamo rispetto, dei ruoli, nel linguaggio, nello stile. Non può continuare a compiere passeggiate dall’amaro sapore elettoralistico a poche settimane dalle elezioni europee, frequentando quei cantieri che il governo della Regione, con un’azione tenace e incessante, ha consentito diventare vivi dopo un anno di attività e di pressioni nei confronti di Anas e di Rfi. Mia nonna direbbe: arriva a tavula cunzata. E quando arriva non si limita a prendere atto dal lavoro svolto dalla Regione e in particolare dall’assessore Falcone nelle sue innumerevoli e pazienti trasferte romane, ma addirittura si prende il lusso di pontificare, di dare ultimatum. Vale la pena tutto questo per qualche manciata di voti alle Europee? Noi riteniamo che il ministro debba smetterla di obbedire a qualche cattivo consigliore locale e assumere per intero l’autorevolezza che gli deriva dal ruolo rivestito”. Un passaggio è stato dedicato anche alla frana di Letojanni: “Oggi il ministro è stato a Letojanni, su una frana che suona a vergogna per la politica in generale e per quella siciliana in particolare – ha rimarcato Musumeci – e gli hanno potuto dire che fra due mesi sarà espletata la gara d’appalto e che prima dell’autunno, se non ci saranno problemi di ordine giuridico, saranno affidati lavori. Se fosse venuto a Letojanni due anni fa, non avrebbe trovato neanche un foglio di carta, esattamente come è capitato a noi, perché il Cas era soltanto un pachiderma fino allo scorso anno e non aveva fatto un passo avanti per cancellare questa ostruzione che da anni crea disagio a centinaia di migliaia di automobilisti. Si è chiesto perché la gara potrà essere fatta tra qualche mese, quali problemi ha posto lo “statale” Provveditorato alle opere pubbliche, che opera sotto il controllo del ministro? Invece di prendere atto ed esprimere apprezzamento, si permette di dare ultimatum e avanzare minacce”. Toninelli oggi ha parlato anche del Ponte sullo Stretto: “Ho girato strade comunali, provinciali, statali, oggi sto guardando le strade del Consorzio autostrade, che non sono state gestite bene e mi pare che tutti i siciliani siano d’accordo con me, secondo lei io parlo di un ponte senza parlare delle strade? – ha detto il ministro a Letojanni - prima facciamo viaggiare e spostare normalmente tutti i siciliani i turisti e tutti coloro che vogliono venire in Sicilia, poi si può parlare del resto. Cosa facciamo un ponte se poi arriviamo su un’isola e non riusciamo a spostarci perché non ha le strade e le ferrovie?”. Pronta la replica di Musumeci. “Non può dire che è offensivo parlare di ponte, non glielo consentiamo a casa nostra. I rapporti di crescita e sviluppo della Sicilia vanno bel al di là della città dello Stretto, non è solo importante potersi muovere in Sicilia ma anche capire come l’Isola si relazioni con il resto dell’Italia e dell’Europa. Offensiva la superficialità e la superiorità con cui un rappresentante del governo nazionale pensa di liquidare un tema così complesso e articolato, che appassiona e divide”. Il presidente della Regione si è poi chiesto che fine abbia fatto la promessa di Toninelli, quando a novembre in Sicilia ha denunciato lo stato da terzo mondo della viabilità provinciale e ha chiesto alla Regione di proclamare lo stato di calamità e chiedere lo stato di emergenza: “Ci ha anticipato che la soluzione sarebbe stata la nomina di un commissario con potere straordinario, la Giunta dopo una settimana ha deliberato lo stato di emergenza, ha indicato il presidente della Regione come possibile commissario, come avviene in tutte le regioni, e ha chiesto poteri straordinari. Fino ad oggi non si hanno notizie, mentre nei corridoi si discute sulla possibilità di trovare un accordo sul nome del commissario: siamo al mercato delle vacche grasse. Il ministro ci dica pure chi ritiene debba essere il commissario per le strade provinciali, ci dica quali sono i poteri straordinari, e con quali risorse pensa di potere affrontare il tema della viabilità provinciale in Sicilia. Parliamo di almeno 5mila km di strade, abbiamo già inviato al Ministero un elenco di 125 arterie che potrebbero essere interessate, per il cui ammodernamento servono almeno 303 milioni di euro, risorse aggiuntive che non abbiamo. A fronte di tutto questo viene a pontificare, ma come si permette. Si prepari piuttosto a ricevere una nostra delibera con la quale gli chiediamo di farsi carico di un piano antisismico della viabilità, perché le Province ci hanno segnalato 1.900 viadotti e ponti suscettibili di verifica. Esistono opere che non ricevono manutenzione da oltre 100 anni. Si chieda perché sotto il suo governo la Regione siciliana non ha ricevuto neppure un euro per opere infrastrutturali, mentre il governo Gentiloni, benché alla vigilia della sua uscita da Palazzo Chigi, abbia erogato quasi un miliardo”. L’assessore Falcone ha poi elencato tutte le opere sbloccate dal Governo Musumeci sin dal suo insediamento e le difficoltà riscontrate nei rapporti con Anas ed Rf: “Ci saremmo aspettati in questi due giorni un contributo fattivo e concreto che purtroppo non c’è stato, come lo sblocco di alcuni cantieri. Il ministro parla di dossier ma cosa significa? Al problema serve la cura e lui non ne ha portato alcuna, non ha portato un euro in più”.