Giovedì 25 Aprile 2024
Richiesta di convocazione per discutere sui risvolti della condanna del Cga


Limina, minoranza chiede Consiglio dopo la sconfitta del Comune sul cimitero

di Andrea Rifatto | 26/07/2018 | POLITICA

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I consiglieri Saglimbeni e Ragusa

Convocare il Consiglio comunale per discutere dei risvolti e degli effetti sul Comune di Limina della sentenza del Consiglio di giustizia amministrativa di Palermo del 19 ottobre 2017, pubblicata il 4 luglio scorso, che ha dato nuovamente torto all’Ente, così come avvenuto al Tar di Catania, nella controversia con la ditta Fallone Filippo sull’appalto di illuminazione votiva e perpetua al cimitero. Lo chiedono i consiglieri di minoranza del gruppo “Rinnovamento Liminese”, Antonino Ragusa, Sarah Paratore, Domenico Saglimbeni e Filippo Rizzo, con un’istanza rivolta al presidente del Consiglio Angelo Saglimbeni e per conoscenza al sindaco Marcello Bartolotta. L’Ente è stato condannato in appello al pagamento delle spese processuali in favore di Fallone nella misura di 3mila euro oltre Iva ed accessori. Una richiesta che fa seguito a quella dell’ottobre 2015, quando l’opposizione chiese di convocare l’assemblea cittadina per discutere della revoca della concessione del servizio di illuminazione cimiteriale alla ditta Fallone siglata ad ottobre 2015 dall’allora dirigente dell’Area tecnica Nuccio Costa. La richiesta, allora, venne accolta, ma l’argomento non venne mai discusso in Aula per il mancato raggiungimento del numero legale per due volte. “Come era ampiamente prevedibile la vicenda ha avuto ulteriori risvolti giudiziari presso il Tar di Catania e il Cga di Palermo che ha visto soccombere il Comune di Limina su tutti i motivi del ricorso proposto – scrivono adesso Ragusa, Paratore, Saglimbeni e Rizzo – e visto il contenuto delle sentenze del Tar e del Cga e i costi che il Comune di Limina ha dovuto sostenere per il pagamento delle spese legali alle quali l’Ente è stato condannato e prevedibilmente le somme che il Comune dovrà pagare alla ditta Fallone in ragione del ristoro dal danno causato con gli atti di revoca che come si evince dalle sentenze risultano essere palesemente illegittimi;, si chiede di volere provvedere alla convocazione del Consiglio comunale”. “Si ritiene per la particolare importanza e complessità dell’argomento – ha sottolineato la minoranza – che sia indispensabile la presenza in Aula del sindaco quale responsabile dell’Amministrazione”.

“La vicenda non appariva per nulla chiara né ai noi, né tantomeno alla cittadinanza – scrive il capogruppo Ragusa – che, fino ad allora, aveva usufruito del servizio svolto senza lamentare disservizi. L’Amministrazione comunale ha inteso, inopinatamente, di proporre ricorso al Cga di Palermo che anche in questo caso si è pronunciato avverso le motivazioni addotte dal Comune di Limina e le procedure adottate hanno comportato e comporteranno un danno economico che non può ricadere sulle tasche dei contribuenti”. Fa qui la proposta di “discutere la questione vista la rilevanza sociale della stessa e di rendere edotto il Consiglio comunale riguardo le motivazioni che hanno indotto l’Amministrazione a resistere nei due gradi di giudizio”. Il caso è stato commentato anche da Sebastiano Occhino, candidato sindaco alle elezioni del 2015 a Limina in contrapposizione e Bartolotta, secondo cui si è trattato di un “atto di vendetta politica per infedeltà elettorale, che comporta dei costi per il Comune che si manifestano sotto forma di spese processuali e risarcimenti danni”.


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