Venerdì 26 Aprile 2024
In Giunta entra Antonio Saglimbeni. Le forze politiche guardano già al 2020


Limina, il sindaco nomina un nuovo assessore e blinda la sua maggioranza

di Filippo Brianni | 13/08/2018 | POLITICA

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L'assessore Antonio Saglimbeni e il municipio

Tanto oscillò che alla fine la carica gli cadde addosso. Da questa mattina, Antonio Saglimbeni, 38 anni, è il nuovo assessore al comune di Limina. Agguanta così un premio che, parafrasando Manzoni, sembrava follia sperar. Ma la politica ha le sue logiche e ormai da settimane Saglimbeni era ad un passo da quello che era un suo obiettivo da anni: far parte della Giunta del paese in cui svolge attività politica fin da piccolo. Da quando, calzoncini corti addosso e schede elettorali in mano, diffondeva il verbo di Carmelo Briguglio, attraverso l’allora “fido” Carmelo Currenti, che per la verità di parole non ne ha mai avute molte. Fu in quel periodo che Antonio Saglimbeni si intruppò nell’opposizione all’amministrazione già fondata sull’asse “lomontiana” Bartolotta-Ricciardi, rappresentandone l’ala più estremista. Memorabili le sue invettive in campagna elettorale contro Ricciardi che sfioravano gli argini del codice penale. Poi il corto circuito con An, quando Carmelo Briguglio, al momento di mettere i punti sulle “i”, a Limina scelse come suo referente sì Saglimbeni, ma non lui bensì il suo diretto avversario, Domenico, trasfugo dall’appartamento Lo Monte. Saglimbeni (Antonio) la prese piuttosto male, anche sul piano personale, perché si attendeva parole di difesa da parte di Currenti che, com’è sua abitudine, di parole non ne sbirciò, lasciando a Limina il povero Saglimbeni in mezzo al guado. Ma il neo assessore non si perse d’animo. Frenò il proprio estremismo e astensione dopo astensione, voto dopo voto, iniziò una marcia di avvicinamento verso l’ex nemico Marcello Bartolotta, fino a farsi candidare alle recenti comunali e diventarne consigliere. Sperava che il suo contributo alla vittoria del sindaco fosse stato premiato, ma in questi anni aveva visto finora sfilare davanti al proprio naso tutti gli incarichi senza intercettarne nemmeno uno. Fino a oggi.

Di recente, quando Restifo si è dimesso da presidente del Consiglio, lui ci aveva fatto un pensierino, ma Bartolotta ha scelto ancora un altro Saglimbeni, Angelo, più giovane e più fedele. Il neo assessore smentisce, ma non pare che l’abbia presa bene. La sua… assenza si è notata, ma quando ha strappato al sindaco la promessa dell’assessorato gli animi si sono acquietati e la maggioranza ricompattata. Ora Antonio Saglimbeni si prende il meritato assessorato subentrando  – ironia della sorte, e delle… parentele – ancora a un Saglimbeni, Sebastiano, poco conosciuto anche ai liminesi ma, che in un’intervista al day after della sua inattesa nomina, dichiarò con sicurezza che entro un anno avrebbe risolto il problema della casa albergo anziani di via Nocellito. Il problema è rimasto lì e la sua presenza in Giunta passata quasi inosservata. Adesso, per la legislatura Bartolotta si apre l’ultima fase. Il sindaco, dopo aver rifiutato qualche timido – e non si sa fin a che punto sincero… – ramoscello d’ulivo sventolato dall’opposizione, ha scelto di stringersi ai più fedeli e di tirare dritto. Sa che ora non ha scelta: o dà un’accelerata o le elezioni del 2020 rischiano di diventare per il suo gruppo un’ecatombe. Perciò a Saglimbeni l’arduo compito di contribuire a dare una marcia in più. Prende le deleghe del collega (tra cui, oltre ad Anagrafe, Sport, Turismo, Spettacolo e Salute,anche Strutture sanitarie, che tradotto in liminese significa proprio casa albergo) e si aggiunge alla vicesindaco Jenny Spadaro ed ai “veterani” del gruppo Filippo Ricciardi (il più esperto e destinato a riproporsi a sindaco, raccogliendo l’eredità, attiva o passiva, di questi cinque anni di Bartolotta) e Franco Cannavò (anima diplomatica che lavora sototraccia)

Bartolotta chiederà a Saglimbeni anche il sacrificio di lasciare il posto in Consiglio ad un altro Saglimbeni, Franco, suo fedelissimo, completando così una blindatura della maggioranza che certamente sarà impermeabile a imboscate e sorprese ma, d’altro canto, non avrà più alibi. Sul fronte minoranza, dopo i falliti tentativi di contatto tra i più moderati e l’ala “ricciardiana” della maggioranza, ormai ci si sta ponendo nuovamente in assetto di guerra. Il candidato sindaco, Sebastiano Occhino, resta sempre il condottiero di un gruppo che a ripreso a scrivere e che sente la possibilità di dare una spallata al duo Bartolotta-Ricciardi, in sella dal 1996. Insomma, tutto lascia presagire che il “caldo” a Limina sia appena cominciato


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