Giovedì 25 Aprile 2024
L'ex primo cittadino batte l'uscente dopo 24 anni insieme al governo del paese


Limina, chiusa un'era politica: Ricciardi scalza Bartolotta e ritorna sindaco - RISULTATI

di Filippo Brianni | 05/10/2020 | POLITICA

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Ricciardi con Saglimbeni e altri sostenitori

Anche tu, Fili… mio!”. Il “Fili” in questione è Filippo Ricciardi, da questo pomeriggio sindaco di Limina, dopo aver scalzato il suo genitore politico, Marcello Bartolotta. La vittoria è arrivata con 341 voti, pari al 59,41%, mentre l’uscente si è fermato a quota 233 (40,66%). La lista di Ricciardi, “Volontà popolare-Limina 2020” ha ottenuto 333 preferenze, superando “Uniti per un futuro migliore” di Bartolotta che ha incassato 219 voti. Alle urne, su 1.636 aventi diritto, si sono recati in 590, pari al 36,06%, con un calo del 4,63% rispetto al 2015 (40,73%). Le idi di Limina, per Bartolotta, si consumano in un pomeriggio strano. I 24 anni di dominio del comandante in capo si vanno accasciando al suolo, colpiti da… “pugnalate” del suo popolo, mentre sull’altro fronte monta un entusiasmo strano, fatto di speranze, tante, forse troppe, e anche di dubbi, tanti, forse troppi: speranza di aver scelto davvero tra passato e futuro; dubbio di aver scelto, piuttosto, tra padella e brace. Dubbio legittimo se si considera che fino a 40 giorni fa Ricciardi è stato per Bartolotta il braccio destro e, quando è servito, pure il sinistro. Finita la prima batteria di mandati, nel 2005, fu proprio a Ricciardi che Bartolotta, litigando con mezza squadra, affidò il compito di fare il sindaco, dal 2005 al 2015, naturalmente tenendo per sé la leadership del gruppo e l’ultima parola sulle scelte. Un connubio che sembrava incrollabile, nato dai banchi dell’opposizione nel 1988 e consolidatasi proprio dopo  la detronizzazione di Francesco Garigali, dal 1996 fino ad oggi pomeriggio. Bartolotta chiude come aveva chiuso il suo nemico: tranciato dai cittadini che lo avevano finora sempre premiato e sconfitto da una sua stessa profezia pronunciata in un comizio qualche elezione fa: “se non cambi, ti cambiano”. E anche dagli ultimi comizi si era intuito che non aveva colto i segnali. Aveva dato l’opposizione per inesistente e indicato come suo nemico proprio Ricciardi (“come quando i guelfi annientarono i ghibellini e cominciarono a battersi tra loro, guelfi bianchi e guelfi neri”). Non aveva intuito che i ghibellini erano vivi e vegeti ed avevano stretto un’alleanza con la parte guelfa fuggita da lui proprio per esser certi che questa, per lui, sarebbe stata l’elezione decisiva. Le idi di Limina, appunto.

A Ricciardi ora il compito di aprire un nuovo corso, di dimostrare di esser futuro e non… brace, di “sbartolottizzare” un modo di amministrare che è stato inevitabilmente anche il suo modo di amministrare. Perché se non dovesse accadere i primi avversari li troverà proprio tra quei “ghibellini” che Bartolotta dava per annientati e che ora hanno dato a Ricciardi lo scettro, ma non carta bianca. La campagna elettorale è andata tutto sommato liscia, perché l’obiettivo comune era sconfiggere Bartolotta e perché comunque Ricciardi ha mostrato di calarsi subito nella nuova realtà e nel nuovo ruolo, che chiede un sindaco esecutore delle politiche dettate dalla coalizione e non viceversa. "Sono soddisfatto - il primo commento del nuovo sindaco di Limina - anche se avrei preferito ci fosse ancora più unione nel paese attorno a questo progetto. Adesso inizia il lavoro duro, non mi sono fermato a rispondere alle provocazioni e agli insulti ma avremo modo di rispondere con i fatti, cercheremo in ogni caso di coinvolgere chiunque con buona volontà vuole partecipare allo sviluppo e alla crescita di questo paese. Non ci piove che avremo moltissime difficoltà sulla nostra strada". E adesso arriva anche il tempo delle scelte, che dovrà fare con chi ha condiviso questo percorso. Anzitutto Nino Ragusa, che andrà alla presidenza del Consiglio comunale. Anche lui protagonista della politica liminese, sempre su fronti opposti al neo sindaco. Poi il nodo giunta. Il “deluchiano” Filippo Rizzo, tra i pionieri dell’accordo Ricciardi-opposizione, comincerà dalla panchina per far posto agli acquisti dell’ultimo momento, tra cui Rosario Bucolo, che sarà uno dei volti nuovi in giunta, come la “quota rosa” Pamela Bartolotta. Il ruolo di vicesindaco potrebbe andare a Domenico Saglimbeni. Ricciardi porta in Consiglio sette consiglieri di maggioranza dalla sua lista “Volontà popolare-Limina 2020”, mentre il sindaco sconfitto Bartolotta va in minoranza insieme a due candidati della compagine “Uniti per un futuro migliore”.

LISTA “VOLONTÀ’ POPOLARE LIMINA 2020” (in grassetto gli eletti)

1) Antonino Ragusa 47 

2) Antonino Restifo detto Nino 46

3) Antonino Bartolotta 58

4) Andrea Ardizzone 51

5) Filippo Intellisano 51

6) Domenico Saglimbeni detto Mimmo 44

7) Pamela Bartolotta 69

8) Serena Tamà 92

9) Elisabetta Noto 51

10) Domenica Noto 77


LISTA "UNITI PER UN FUTURO MIGLIORE" (in grassetto gli eletti)


1) Angelo Saglimbeni 31

2) Antonio Filippo Saglimbeni detto Antonio 28

3) Francesco Saglimbeni 22

4) Filippa Stefania Saglimbeni 42

5) Sabrina Alejandra Gallina 50

6) Francesco Filippo Cannavò 24

7) Domenico Caminiti detto Mimmo 22

8) Giuliana La Rocca 71

9) Franco Lo Turco 36

10) Antonio Occhino 25


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