Imu, il sindaco di S. Teresa: "Non possiamo abbassarla, facile fare demagogia"
di Andrea Rifatto | 20/07/2017 | POLITICA
di Andrea Rifatto | 20/07/2017 | POLITICA
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“Ridurre o azzerare tutte le tasse sarebbe il sogno di ogni amministratore e di ogni cittadino. Ma non possiamo farlo”. Il sindaco di S. Teresa di Riva, Danilo Lo Giudice, boccia sul nascere la richiesta della minoranza di ridurre l’Imposta municipale unica sugli immobili (Imu) diminuendo l’aliquota dall’1,6% allo 0,76%, coprendo il mancato gettito con la riduzione delle spese superflue del Comune. Il capogruppo di opposizione Antonio Scarcella, che insieme ai consiglieri Carmelo Casablanca, Lucia Sansone e Giuseppe Migliastro ha presentato una proposta di deliberazione al Consiglio comunale sottolineando come il bilancio santateresino non abbia particolari criticità che giustifichino il mantenimento dell’aliquota massima, conta “sul senso di responsabilità dei consiglieri di maggioranza, che al di là del fatto che si tratti di una nostra proposta non possono non considerare che una tassazione elevata sia un problema che coinvolge tutta la cittadinanza e in un periodo in cui parecchie famiglie non arrivano a fine mese ridurre le tasse sia fondamentale”. Ma la risposta data dal primo cittadino non sembra lasciare margini di manovra. “Il taglio di tre punti dell’Imu vale circa 700mila euro che vengono utilizzati per dare servizi alla comunità – spiega Lo Giudice – e dovremmo eliminarne alcuni come la mensa scolastica (150mila circa annui) o i servizi in spiaggia (altri 150mila) o servizi per i disabili (150mila per ogni anno). La proposta è fantastica, ma poi bisogna analizzare i numeri, perchè è facile fare demagogia puntando alla pancia dei cittadini dicendo abbassiamo le tasse. Non sono d’accordo – prosegue categorico il sindaco – anche perché l'Imu riguarda solo le seconde case e quindi non famiglie disagiate e con i tagli dei trasferimenti i Comuni sono ingessati, non riescono neanche a pagare gli stipendi e devono fare sacrifici immani”. Ma non è questo il caso di S. Teresa. Affermazioni, quelle del primo cittadino, che si sono rivelate in parte un boomerang, in quanto l’abbassamento delle imposte è certamente un tema che riscuote favore nei cittadini. “Seconda casa non significa necessariamente avere due case ma possederne anche una sola ed avere la residenza in un comune diverso – evidenzia una contribuente – e quindi chi paga l'Imu per la seconda casa non significa che automaticamente viva in condizioni agiate, anzi forse è proprio il contrario, dato che molto probabilmente deve fare tantissimi sacrifici per pagare l'affitto di una casa nel luogo in cui lavora e l'Imu della “seconda casa”. “Credo che l'aliquota massima serva per le emergenze: se il bilancio è risanato, una volta scovati gli evasori, che paghino ma con un'aliquota ragionevole – commenta un santateresino – la proposta mi sembra condivisibile. Se è buona, la si approvi anche se viene dalla minoranza. E l'aliquota va abbassata anche per gli insediamenti produttivi”. La proposta verrà adesso discussa in Consiglio comunale, nel corso della seduta fissata per il 31 luglio. “In quella sede attendo di capire concretamente come la minoranza pensa di coprire il mancato introito dell’Imu, sono certo che avranno modo di argomentare spese superflue per 700mila euro – aggiunge il sindaco Lo Giudice – e allo stesso tempo spiegare anche come far reggere un bilancio con 1 milione e 400 mila euro di tagli medi attuati da Regione e Stato. Se fossi così facile non credo pensi che il 90% dei Comuni in Italia terrebbero l'aliquota al massimo. Senza contare che tagliare l’imposta di tre punti dall’1 gennaio 2018 è un’operazione complicata visto che non conosciamo ancora i dettami in merito che verranno fissati dalla Legge di Stabilità”.