Giardini 2026, Sud chiama Nord a quota 32. Spunta un altro nome tra gli oppositori
di Andrea Rifatto | ieri | POLITICA
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De Luca con la squadra di Giardini Naxos
Non emergono ancora progetti politici alternativi a quello lanciato da Sud chiama Nord per le elezioni del 2026 nella cittadina naxiota. Se si esclude la proposta di “Patto con Giardini Naxos”, lanciata dal forzista Luigi La Spada con incontri in piazza con i cittadini per raccogliere idee e proposte, non si intravedono al momento compagini o schieramenti pronti a presentarsi all’elettorato. Il partito del sindaco di Taormina ha già arruolato oltre 30 aspiranti candidati che si sottoporranno alle primarie per scegliere i componenti della lista (o delle liste) e il candidato sindaco, ma su quest’ultimo al momento non emerge un nome preponderante. Sul fronte opposto si registrano vari movimenti e la strada che si vorrebbe intraprendere sarebbe quella di una coalizione unica per fronteggiare la compagine deluchiana, anche se partiti e movimenti di varia estrazione politica e sociale al momento non riescono a trovare la quadra, anche perchè a molti risulta difficile sedersi allo stesso tavolo con avversari storici o ex amministratori contrastati negli ultimi trent’anni. Nelle scorse settimane esponenti di varia estrazione politica e della società civile si sono incontrati per valutare se ci siano le condizioni per la formazione di una coalizione unitaria: al tavolo l’ex sindaco Antonio Veroux, ex amministratori come Alessia Barbagallo, Sandra Sanfilippo, Nunzio Priolo, Seby Cavallaro e altri interessati al progetto come Franco Raneri, Cesare Pizzolo, Ivan Micciulla, Maurizio Casa, Giuseppe Santoro, Pippo Russo, Gianni Laganá, Francesco Borbone e Vanessa Leonardi. Anche il centrosinistra si è riunito, ma ancora non sono state individuate soluzioni. Tra i nomi che circolano sui possibili candidati a sindaco della “grande coalizione” quelli di due medici, l’ex consigliera comunale di minoranza Alessia Barbagallo, esponente di Fratelli d’Italia vicina al deputato regionale Pino Galluzzo, e di Giuseppe Biondo, sindaco di Castelmola dal 1998 al 2007. Alla poltrona più alta di Palazzo dei Naxioti aspirerebbe anche Agatino Bosco, che più volte ha sfiorato la vittoria, ma non è escluso che possano formarsi anche altre compagini. Bisogna fare i conti anche con le diverse anime dei partiti politici, in qualche caso posizionate su fronti opposti, ma c’è ancora tutto il tempo per costruire progetti in grado di presentarsi alla città. Sud chiama Nord prosegue la campagna di arruolamento e nell’ultimo comizio in piazza Abate Cacciola il leader del partito Cateno De Luca e il coordinatore regionale Danilo Lo Giudice, con il consueto siparietto a due sul palco, hanno presentato altri 11 candidati: Davide Amoroso (presidente Consulta giovanile fino ai giorni scorsi), Andrea Gialloreto (ex vicepresidente Consulta giovanilee candidato nel 2020 nella lista di Nino Falanga), Sergio Mastroeni (ex presidente del Consiglio a Roccalumera e Castelmola), Florine Baptiste, Rossana Famà, Nicolò Giovanni Filiciotto, Giuseppe Giustolisi, Alfio Sangrigoli, Carmelo Sterrantino, Pietro Valente e Claudia Vinciguerra, che si aggiungono a Giuseppe Leotta, Maurizio Priolo, Salvatore Siligato, Vincenzo Lombardo, Pietro Giannetto, Alfredo Elia Mandri, Francesca Puccio, Pio Andrea Peri, Giorgio Sterrantino, Federica Scordo, Giuseppe Carmelo Vadalà, Rosamaria Privitera, Rosa Ilacqua, Antonio Pitrelli, Mauro Samperi, Rosalba Cannizzaro, Gaetano Davide Calabrò, Simona Cacopardo, Davide Cacciola, Carmelo Culoso, Carmelo De Luca e Maria Giovanna Pantò. Un totale di 32 cittadini che aspirano alla candidatura. «Si uniscono per fare fronte contro di me - ha attaccato De Luca commentando i movimenti sul fronte opposto - ma continuano a fare fronte contro la città. Il loro comune denominatore è che non possono permettermi di mettere le mani su Giardini Naxos, ma loro in questi anni le hanno tenute nella marmellata considerando come hanno lasciato la città. Di fronte ai fallimenti perpetrati c’è gente che dovrebbe mettersi da parte e chiedere scusa. Noi ci siamo intestati la missione - ha aggiunto il sindaco di Taormina - di poter innescare quella scintilla che deve travolgere la malagestio: c’è una patologia e si sta componendo una squadra che ha tutte le caratteristiche giuste, un mix indispensabile per individuare la cura». Non è mancato un attacco all’attuale giunta tecnica, accusata di aver lasciato la città ferma con assessori “stranieri” nominati sovvertendo il voto popolare.










