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Mar Jonio, un bene a rischio
di Rosangela Todaro | 24/09/2013 | OPINIONI
di Rosangela Todaro | 24/09/2013 | OPINIONI
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“Il mondo di domani sarà il risultato degli investimenti di oggi“ e “il consumo di risorse attuale non ha avuto eguali nella storia dell’umanità”: questi due aforismi ci aiutano a prendere coscienza di quanto il futuro della Terra sia strettamente legato alla protezione dell’ambiente naturale e allo sviluppo sostenibile. Constatiamo come, ad oggi, il comprensorio jonico sia poco sensibile a queste tematiche e che non si è diffusa la coscienza dei complessi meccanismi di interazione che intercorrono tra l'ecosistema e le attività economiche e sociali. Prendendo spunto da ciò, vorrei focalizzare l'attenzione su una componente fondamentale del nostro habitat: il mare Jonio, in particolare il tratto di costa che comprende i comuni da Alì Terme a Letojanni. Da anni il litorale presenta delle criticità dovute a molteplici fattori di carattere generale e locale che hanno causato, tra l'altro, l'inquinamento delle acque, la riduzione della pescosità e l'erosione della costa, con delle inevitabili ricadute negative sull'economia locale.
Per quanto attiene la qualità delle acque, nel sito del Ministero della Salute - Portale acque di balneazione, sono pubblicati i risultati dei monitoraggi effettuati sulle coste italiane: la zona di mare Jonio dal mese di maggio a quello di agosto 2013 è stata dichiarata: “utilizzabile ai fini balneari” ed è stata riscontrata la presenza di: 1 UFC/100 ml di enterococchi e 1 UFC/100 ml di escherichiacoli, questi ultimi indice di inquinamento cloacale. UFC è l'acronimo per Unità Formanti Colonia ed è l'unità di misura della concentrazione batterica utilizzata nelle analisi delle acque: UFC/100 ml indica la quantità di colonie di batteri presenti in 100 ml di acqua.
Nonostante questi dati siano relativamente rassicuranti, non vanno dimenticati e sottovalutati i numerosi episodi che si sono verificati, nel corso dell'estate appena trascorsa, di chiazze superficiali di colore scuro oppure di sostanze schiumose, che abbiamo visto transitare in prossimità della battigia spinte dalle correnti, oltre a oggetti galleggianti di varia natura. Il problema è stato oggetto di numerosi articoli sui quotidiani locali ma non ha avuto dei risvolti positivi: la diffusione di tali notizie è servita solo a scoraggiare quanti avevano in programma di venire in vacanza al mare in questa zona.
Considerato detto stato di cose, se amiamo veramente il nostro mare e se non vogliamo che l'inquinamento comprometta in modo irreversibile la costa è necessario innanzitutto che noi cittadini impariamo a rispettarlo maggiormente, partendo da piccoli gesti come ad esempio non lasciare mozziconi di sigaretta sulla spiaggia. Contestualmente vanno sollecitati gli amministratori locali affinchè diano la priorità agli interventi di manutenzione delle reti fognanti e degli impianti di depurazione esistenti, oltre a dare la priorità nei programmi delle opere pubbliche all' ammodernamento e all'adeguamento di questi ultimi all'effettivo numero di abitanti residenti, considerando anche i picchi dei periodi estivi.
Altro tema collegato è la gestione dei rifiuti che deve essere indirizzata alla riduzione della quantità e al riciclo. Ovviamente per ottimizzare i risultati sarà necessaria la massima cooperazione tra i centri del comprensorio in quanto qualsiasi iniziativa che riguarda la salvaguardia dell'ambiente, in questo caso del mare, non può conseguirà i risultati sperati se non è fa parte di in piano strategico comune.