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La notte del tradimento ed il pianto di Gesù Bambino
di Santo Trimarchi | 16/04/2014 | OPINIONI
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Leonardo da Vinci, Ultima Cena (Cenacolo)
In questo crepuscolo del tempo ci viene incontro il mistero di Gesù nell'ultima Cena e scopriamo, ancora una volta, di non saperlo comprendere fino in fondo, anche se ci sembra di conoscere tutto ormai di Gesù. In verità scopriamo meglio come siamo fatti noi, il nostro misterioso essere uomini, pronti al tradimento ed all'odio, dediti all'ingiustizia ed all'invidia, avidi di denaro e di dominio. Così siamo conosciuti da Gesù, nel profondo del nostro cuore, mentre siamo portati a guardarci con diffidenza gli uni gli altri, ci teniamo a distanza ed usiamo l'indifferenza e la maldicenza. Non facciamo più alcun tentativo di ripulsione di questa tendenza disgustosa di noi stessi, ci conformiamo al mondo e non cerchiamo più di essere diversi, migliori, disposti anche a dare la vita per Gesù, il giusto, l'amico sincero, la bontà infinita. Piuttosto non aspettiamo nemmeno di far cantare il gallo per rinnegarLo non tre, ma infinite volte e restiamo nella notte delle oscenità, della corruzione, del disordine, della divisione, della disperazione. Nella stanza del Cenacolo ancora oggi ci siamo noi, mentre restiamo confusi, storditi, ammutoliti dinnanzi alle parole di Gesù che sa quanto e come possiamo tradire, quando agiamo con opportunismo camaleontico cambiando faccia, parere, partito ed insinuando sospetti, malignità, menzogne che lacerano ogni comunità. Ancora una volta sentiamo la solitudine di Gesù in quella notte in cui viene tradito e proviamo un senso di sgomento, non riusciamo più a comprendere il dono del suo Amore, che non si riprende mai ciò che ha dato, non rinuncia alla sua identità, sceglie di consumarsi nel dolore fino alla morte, rimanendo da solo proprio là dove è venuto ad abitare, a cenare, in mezzo ai suoi, tra gli amici intimi!!! Nonostante tutto Gesù offre se stesso, pur nella solitudine e nello smarrimento della notte, ed invita ad accogliere il suo sacrificio per espiare il peccato del mondo con la sua morte e credere in Gesù Risorto, il vivente. "Dio non ha risparmiato il suo proprio Figlio, ma lo ha dato per tutti noi" Rm 8,32. L'uomo resterà nella sua miseria fino a quando continuerà a tradire Dio, si perpetuerà l'ingiustizia umana senza eliminare l'ingiustizia verso Dio e la volontà di rimanere nella colpevolezza, accusandosi a vicenda e mantenendo il senso di colpa. Proprio da qui comincia la crisi di ogni rapporto di fraternità e di comunità: dalla paura di essere traditi, di essere sfruttati, di non poter sperimentare la credibilità dell'altro. L'unica possibilità di abbattere il traditore è quella di consegnarsi nelle sue mani, ed affidare a Dio la propria causa. Osserviamo sempre di più come l'insinuazione ed il sospetto provochino disaccordi, offese, prepotenze, e quanto l'accusa e la divisione logorino ed indeboliscano ogni comunità sociale. Davanti a questa situazione di fragilità e di debolezza fraterna, di presenza del nemico tra gli amici intimi, di lacerazione della famiglia e di disgregazione della comunità non resta che il pianto di Gesù Bambino quale resa incondizionata per intenerire il cuore degli uomini, ma soprattutto toccare la misericordia di Dio ed accogliere il dono della Pasqua in modo nuovo, con atteggiamento di fede, con lo sguardo della speranza e la forza dell'amore!!!!