Sabato 27 Aprile 2024
Gli spazi del vivere quotidiano possono condizionare il nostro comportamento


Il valore dell'abitare al tempo del Covid-19: la casa come luogo di benessere psico-fisico

di Antonio Tappa* | 14/04/2020 | OPINIONI

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Produttività, velocità, incastri continui: è il procedere quotidiano a cui la maggior parte di noi è stato abituato a vivere. In un’epoca che ci ha insegnato il valore del multitasking, oggi ci troviamo disorientati, scardinati da una celere quotidianità definita stressante dalla maggior parte degli individui, ma che ha, comunque, fornito equilibrio. Riprende vita la Casa, sempre meno abituata a viverci. Il suo valore riemerge, la sua importanza rifiorisce. Oggi più che mai, ai tempi del Covid-19, emerge il rapporto tra la concezione dell’abitare e quella del benessere psico-fisico.  Risulta rilevante la necessità di quanto sia importante progettare un ambiente in cui sentirsi appagati, a proprio agio e in connessione con la propria interiorità. L’idea di spazio, infatti, si è inesorabilmente adattata, il concetto di smart working comincia ad essere quasi indispensabile, il luogo di lavoro si è dovuto ricreare attraverso la casa, la didattica a distanza ha trasformato le mura domestiche in scuola, le attività di svago si sono rimodulate nella propria abitazione. La casa, da luogo di rifugio dallo stress quotidiano, assume nuove prospettive. Il compito che abbiamo è quello di pensare e concepire “l’abitare”, considerando molteplici aspetti che non siano solo formali, funzionali e materici ma strettamente correlati al benessere abitativo. Per garantire il giusto connubio tra benessere e progetto di architettura, occorre valutare l’aspetto psico-fisico nella concezione di ogni spazio, che sia di lavoro piuttosto che di residenza.  L’architettura include, certamente, degli aspetti sociali e degli effetti psicologici.

Oggi, architetti e psicologi collaborano in modo attivo in molte parti del mondo, studi scientifici testimoniano ampiamente come l’ambiente influenzi la mente, come comprovato dall’Accademia delle Neuroscienze di San Diego. Gli ambienti possono incoraggiare l’attività parasimpatica della corteccia insulare, inducendo il rilassamento, oppure quella simpatica, aumentando il consumo di energia.  Il famoso architetto Richard Roger, già in passato, sosteneva il pensiero che “Non si può pensare un’architettura senza pensare alla gente”. Ad oggi, in Italia, non sono molte le sperimentazioni che descrivono la connessione tra Architettura e Psicologia. Gli architetti hanno il compito di concepire gli spazi del vivere quotidiano, avendo la consapevolezza che gli stessi possono condizionare ed influenzare pensieri, emozioni e, quindi, il comportamento degli individui, con il loro modo di approcciarsi agli eventi in continuo mutamento.  Dunque, il dovere morale di ognuno di noi e quello di affidarsi a persone preparate che abbiano l’accortezza di pensare piani, programmi progetti e soluzioni interne che influenzino in maniera funzionale la prospettiva individuale di ognuno, verso un’ottica orientata al benessere.  Progettare consapevolmente, significa, non solo utilizzare in modo formale ed opportuno i giusti canoni architettonici e le corrette associazioni di design. Significa di più: costruire un luogo stimolante, appagante, creativo, flessibile ai cambiamenti che non possa dare luogo a sentimenti di costrizione.  Perché una Casa “è l’epidermide del corpo umano” (Le Corbusier). 


*Antonio Tappa, 32 anni, laureato in Architettura all’Università Mediterranea di Reggio Calabria, svolge la professione di architetto con studio a Furci Siculo


COMMENTI

Pino abbate | il 14/04/2020 alle 20:43:26

Un passo avanti nell architettura, non solo case funzionali , ma soprattutto inserire una serie di interventi che mirano al benessere delle persone, è la prima volta che leggo una recensione che guarda l abitazione a 360 gradi.

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