Sabato 20 Aprile 2024
Lettera aperta di un cittadino che propone diverse idee di sviluppo per il territorio


"I sindaci della valle d'Agrò si uniscano per il Pnrr: ecco le 4 grandi opere che servono"

di Redazione | 20/05/2022 | OPINIONI

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Quattro le opere suggerite per la vallata

Da Carmelo Balastro, che si definisce un figlio della vallata d’Agrò, riceviamo un contributo in merito alle possibilità di sviluppo del territorio tramite l’utilizzo delle risorse del Piano nazionale di ripresa e resilienza, che destinerà ingenti ricorse anche alla Sicilia. Una lettera aperta che il nostro lettore rivolge ai sindaci dei comuni di Santa Teresa di Riva, Savoca, Sant’Alessio Siculo, Forza d’Agrò, Casalvecchio Siculo, Limina, Roccafiorita e Antillo e al sindaco della Città metropolitana di Messina, proponendo idee di sviluppo per la macrozona della vallata del torrente Agrò.

“In merito alla programmazione e ai progetti che ogni istituzione locale è tenuta a presentare per potersi beneficiare dell’assegnazione di parte del voluminosissimo finanziamento europeo (anche a fondo perduto) riguardante il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (Pnrr), considerando, in questo caso, quanto mai vero il detto che l’unione fa la forza, auspicherei che tutti i comuni appartenenti alla vallata del torrente Agrò iniziassero un’azione congiunta con la finalità di individuare 4-5 progetti la cui esecuzione sarebbe vettore primario ai fini di quello sviluppo produttivo, e quindi economico, che in passato è sempre rimasto nei sogni. Avrei individuato, se non 5, almeno 4 progetti che darebbero impulso a tutta la macroarea della vallata, senza neanche considerarli prioritari uno sull’altro, dal momento che, a mio modo di vedere, il beneficio sul ritorno economico, sarebbe notevole e similare in tutti e quattro i casi. È un voler collaborare con idee aggiunte che forse servono per prevenire il solito rischio di dover restituire i fondi europei per carenze progettuali, e aiutano a superare anche quella condizione di insufficienza programmatica nel voler e dover captare le risorse destinate allo sviluppo, come, per esempio, si è manifestato nella distribuzione avvenuta a seguito del famosissimo Piano Marshall la cui destinazione, a cominciare dal post-grande guerra, è finita esclusivamente alle più intraprendenti regioni del Nord, originando ed accentuando le cause che hanno determinato il conseguente divario, sotto tutti gli aspetti, tra il Nord e il Sud della nostra penisola. Catalogando il comune di Santa Teresa Riva quale ente capofila nell’auspicabile sviluppo dei 4 progetti, ho fatto anche giungere direttamente tutto ciò all’Amministrazione comunale.

1) Collegamento stradale riviera jonica e riviera tirrenica lungo la valle d’Agrò, attraverso il prolungamento delle Strade provinciali 15, 19, 19 Ter in località Antillo e congiungimento con Strade provinciali 97 e 93 in località Evangelisti Rubino. La prima si collega con la Strada statale 185 in prossimità di Novara di Sicilia, il cui sbocco è sulla Strada statale 113 Messina-Palermo della riviera tirrenica in località Terme Vigliatore; la seconda è una strada provinciale che raggiunge anch’essa la riviera tirrenica. L’esecuzione di detta opera non sarebbe neppure troppo onerosa dal momento che il tracciato da integrare, anche se si tratta di strada comunale, esiste già: sarebbe da intervenire unicamente in una manciata di chilometri per ricondizionare quell’esiguo ma importante tragitto, affinché ci sia una completa continuità tra strade provinciali (15, 19, 19 Ter, nuovo tragitto Sp 97-Sp 93) e Strada statale 185 o 113, dando così vita al collegamento riviera jonica e riviera tirrenica tramite la valle d’Agrò.

2) Porto peschiero-turistico Santa Teresa o Sant’Alessio, da eseguire alla foce del Torrente Agrò, con il coinvolgimento di tutte le aree circostanti in entrambe le sponde per esecuzione pontili, chiaramente prevenendo il deposito dei detriti sabbiosi che, sebbene scarse, le piene del torrente possano arrecare; obiettivo raggiungibile, intercettandoli durante il loro percorso a ridosso delle numerose briglie esistenti lungo il letto del torrente, preventivamente svuotate  da eventuali e precedenti depositi di sabbie che, a loro volta, potrebbero servire quale ripascimento, subito dopo la stagione estiva, prima delle grandi piagge e le mareggiate invernali, di quelle parti di spiaggia soggette ad erosione. Procedimento, questo, che se fosse stato adottato in passato, probabilmente non si sarebbero verificate le puntuali tracimazioni delle piene torrenziali in corrispondenza della passerella che attualmente fa parte della Strada statale, in quanto, lo stazionarsi dei detriti che ostruivano i passaggi intubati sotto scorrimento passerella non si sarebbero verificati, come detto prima, se fossero stati intercettati a ridosso delle briglie esistenti, esimendosi così dal dover sospendere il flusso veicolare sull’unico collegamento esistente tra Sant’Alessio e Santa Teresa. È probabile che l’area interessata a questo progetto possa in un certo modo interferire con il già, sembra approvato, svincolo autostradale; opera che mi permetto giudicare di forte impatto ambientale e soprattutto inutile, visto che uno svincolo di tale natura esiste già (tra Furci e Roccalumera) e a non più di un chilometro da Santa Teresa di Riva. Il principio che lo svincolo serva a smaltire il traffico veicolare del periodo estivo per l’accesso all’autostrada ha poco sostento, dal momento che il traffico sul lungomare di Santa Teresa, in direzione Messina, c’è tutti i giorni e non è perché sono veicoli che si debbano recare sull’autostrada, si deve semplicemente al fatto che le arterie cittadine in tale direzione sono insufficienti, motivo per cui, a mio modesto avviso, sarebbe da considerare seriamente il vantaggio che si avrebbe se il percorso ferroviario che a breve sarà dismesso dalla percorrenza treni, venisse utilizzato per creare un’arteria a senso unico in direzione Catania in alternativa alla Nazionale che invece si trasformerebbe in una arteria a senso unico in direzione Messina. Suggerisco pure che venga proposto che tutta la linea ferroviaria, da Alì Terme fino a Giardini Naxos, entri a far parte di un’arteria stradale, dando modo agli innumerevoli veicoli che durante l’estate debbano accedere all’autostrada possano utilizzare in alternativa al casello di Taormina Nord, quello di Taormina Sud; creando comunque un sistema di pagamento autostrada che non comporti più il dover sostare ai caselli per prendere il biglietto e poi dover sostare per pagare all’uscita, basterebbe prepagare l’intero percorso previsto, con un biglietto acquistato in tabaccheria o in macchine erogatrici, munito di codice a barre che una macchina all’uscita tele-riconosca attraverso lettura targa. Si recupererebbero così quei 26 milioni di euro di spesa prevista per eseguire lo svincolo autostradale di Santa Teresa, e si potrebbero destinare a progetti di sicuro ritorno economico, uno dei quali è proprio il porto peschiero-turistico 

3) Centrale elettrica fotovoltaica su aree adiacenti al letto del torrente Agrò,  che occupi una superficie di almeno 150.000 metri quadrati permettendo una produzione elettrica di circa 20.000 kw, per soddisfare il consumo di almeno 8.000 famiglie; senza considerare che la copertura della superficie sabbiosa attraverso i pannelli fotovoltaici renderebbe più mite il torrido clima estivo dell’intera vallata, in quanto non essendo colpita direttamente dai raggi solari, non potrebbe, di riflesso, più emanare all’atmosfera quella quantità di calore che invece si irradia quando la superficie sabbiosa (in quel periodo e circostanze, a forte potere calorifico) è investita dai raggi solari in forma diretta. Tale importantissima opera, a mio avviso perfino ampliabile in futuro, potrebbe attingere sia dai fondi del Pnrr che dal bilancio statale attraverso il programma del Governo Conte, che riguarda le Comunità energetiche per l’autoconsumo.

4) Esecuzione di almeno in grande invaso irriguo per comune, ubicandolo nelle zone delle rispettive colline, alimentandolo da pozzi freatici da eseguirsi lungo gli argini del torrente Agrò, la cui area è ricca di comprovate falde acquifere; ogni invaso verrebbe rifornito attraverso pompa elettrica alimentata dall’energia prodotta nella sopra menzionata centrale elettrica fotovoltaica, la cui produzione massima si genererebbe, con la relativa ottimale corrispondenza, giusto in concomitanza della massima esigenza del liquido irriguo, ossia durante il periodo estivo. Tale progetto va evidentemente dotato anche di condotta di alimentazione da pozzo a invaso, e da un impianto di distribuzione per caduta, gestito delle rispettive amministrazioni comunali, creando una rete di utenze, con contatori per il consumo, allo stile distribuzione acqua potabile, in modo da caricare all’utente l’esclusivo minimo costo operativo che ogni amministrazione si troverebbe ad affrontare. Opera fondamentale sia per quanto riguarda le produzioni agricole sia per quanto riguarda lo sviluppo del settore agrituristico.


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