Venerdì 26 Aprile 2024
L'ex leader dei Ritmo Tribale in scena a Catania per presentare il terzo album


La seconda vita di Stefano "Edda" Rampoldi - FOTO e VIDEO

di Gianluca Santisi/Giuseppe Picciotto (foto) | 27/04/2015 | MUSICA

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Stefano Rampoldi, in arte Edda

Edda è tornato e non se ne vuole più andare. Al terzo disco in cinque anni dopo un lunghissimo silenzio, Stefano Rampoldi, già leader dei Ritmo Tribale, da qualche mese ha lasciato definitivamente il lavoro di operaio ponteggiatore per dedicarsi a tempo pieno alla sua nuova carriera solista. Ed è stato un bene visti i risultati. Giunto a Catania per il quarto appuntamento di “Znort 2015”, rassegna di musica indie organizzata in sinergia da Centro Zo, MercatiGenerali e Associazione Musicale Etnea, Edda si è esibito al Centro di culture contemporanee di piazzale Asia. Un bel concerto in cui il 52enne cantautore milanese, accompagnato dal produttore artistico del suo ultimo disco, Fabio Capalbo, alla batteria, e da Luca Bossi, alle tastiere e al basso, ha messo in fila brani tratti soprattutto dal più recente Stavolta come mi amazzerai?, uscito nell'ottobre dello scorso anno, ma non ha mancato di regalare ai fan di vecchia data anche alcuni pezzi dai primi album (Emma e Io e te su tutti), Uomini dei Ritmo Tribale e una cover della bellissima Suprema di Moltheni (già pubblicata nell'Ep live Edda in orbita del 2010). Tra un brano e l'altro, il Nostro chiacchiera spesso col pubblico e tira in ballo gli altri componenti della band: il tono è sempre disteso, si scherza, si ride. Ma quando la sua voce si distende, potente e dolorosa, ecco che un'ondata di sofferenza ci investe. I testi sono ferite sulla pelle. Parlano di sesso, violenza, droga e malattie. Ma anche di amore. L'amore secondo Edda. Sono temi che conosce bene e che riesce a raccontare in maniera unica e personale. A livello musicale il suo terzo disco suona più diretto e immediato rispetto ai precedenti, grazie soprattutto ad una impostazione più tradizionale fatta soprattutto di chitarra, basso e batteria. Una dimensione più rock che dal vivo viene naturalmente accentuata. Applausi. Bentornato Edda, ma adesso non lasciarci più.

La serata è stata aperta dal bravo cantautore catanese Fabio Abate, autore di “Itinerario precario”, uscito nel 2010. Accompagnato al mandolino da Puccio Castrogiovanni, fondatore dei Lautari, Abate ha proposto Senza farsi male (scritta per Carmen Consoli e finita nella colonna sonora del film L'uomo che ama di Maria Sole Tognazzi, che gli è valsa una nomination ai David di Donatello), Mauro c'ha da fare, pezzo portante della colonna sonora dell'omonimo film di Alessandro Di Robilant, e gli inediti Isa li manu (splendido l'accompagnamento al maranzano di Castrogiovanni), Ti detti l'anima e Agatina. Speriamo di poterli riascoltare presto nel nuovo album di Abate che dovrebbe essere ormai giunto in dirittura d'arrivo.

Guarda il video di "Senza farsi male" live al Centro Zo


Più informazioni: edda  znort 2015  fabio abate  


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