Venerdì 26 Aprile 2024
Lo scenario di Taormina tra paura e giallo nella trama del giornalista messinese


"Il rifugio della morte”, presentato a Mandanici il nuovo romanzo di Cesare Giorgianni

di Filippo Brianni | 03/08/2020 | CULTURA E SPETTACOLI

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La presentazione del libro a Mandanici

Lo scenario è quello di Taormina e del suo hinterland. Ma non la Taormina del Corso, luccicante ed elegante, ma quella dei vicoli, dello storie che crescono e all’ombra delle notorietà senza confondersi mai con questa. Poi la morte colora di… giallo la trama e l’insistente investigare fa venir fuori il giornalista che c’è nell’autore. E lui, l’autore, Cesare Giorgianni, capelli ricci e baffi uguali, osserva attento lo scorrere dei commenti sul suo ultimo romanzo, “Il rifugio della morte”, edito da Armando Siciliano e presentato nel suggestivo scenario dell’ex chiesa del Santissimo Crocifisso di Mandanici, insieme all’altro romanzo, per certi versi “genitore” di questo, “Morte a Taormina”. Anna Misiti, presidente del Consiglio comunale, e Paola Andronaco, rappresentante della Commissione Cultura, hanno organizzato l’evento in ogni dettaglio, trasformando la cultura in un efficace vaccino anticovid. Dopo i saluti del sindaco Giuseppe Briguglio, è stata proprio Anna Misiti a tracciare un primo quadro dentro il quale si muovono le storie di Cesare Giorgianni. L’autore è stato poi presentato da Paola Andronaco. Per oltre trent’anni giornalista del quotidiano La Sicilia e dell’emittente televisiva Antenna Sicilia-Teletna, è anche un appassionato di filatelia e cartoline antiche ed è stato inviato in Nord Europa. Ha già esordito in campo letterario, sempre con Armando Siciliano, con “Baracche e Schiavitù”, un romanzo dedicato al padre che tratta la problematica degli internati di guerra italiani in Germania durante la seconda guerra mondiale.  Giorgianni, intervenendo, ha sottolineato l’importanza della valorizzazione del territorio, narrato nel libro anche con riferimenti storici e sociali importanti, oltre che corredato da cartoline antiche che descrivono, anche con l’immagine, i luoghi narrati nel testo. Ninuccia Foti, presidente dell’Osservatorio Beni Culturali dell’Unione, si è soffermata soprattutto sul linguaggio, evidenziando soprattutto la chiarezza della narrazione e la caratteristica del testo, che “sembra un giallo, ma non è del tutto tale”. Le conclusioni sono state affidate all’editore Siciliano, il quale ha colto anche l’occasione per esprimere l’esigenza di una maggiore attenzione delle istituzioni per la cultura, soprattutto in questa fase di post covid. In coda alla serata, il Comune di Mandanici ha organizzato una degustazione di vini curata dal maestro sommelier Natale Triolo.


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