Venerdì 19 Aprile 2024
Suggestiva rappresentazione messa in scena dai residenti. Si replica a gennaio


Scifì, ottimo esordio del Presepe vivente nel borgo storico - FOTO

di Filippo Brianni | 31/12/2017 | CULTURA E SPETTACOLI

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La capanna della Natività

Buona la prima. Anzi, ottima. Non poteva esserci esordio più felice per il Presepe vivente nel borgo storico di Scifì, frazione di Forza d’Agrò, che alla prima edizione ha fatto registrare un inatteso exploit. Tanti i visitatori che hanno raggiunto il borgo e sono stati ordinatamente guidati dai soldati romani nelle casupole di contrada Catalimiti, dispiegate accanto all’omonimo torrente e trasformate in botteghe artigianali, con possibilità per i bambini di interagire con gli animali e per i più nostalgici di degustare pietanze che hanno fatto la storia della valle d’Agrò. Inoltre, i lavori artigianali erano affidati a persone che li svolgono per mestiere e quindi i visitatori hanno avuto la possibilità di avere spiegati i vari procedimenti. Ad aprire l’evento è stata la Santa Messa celebrata in chiesa da don Giuseppe D’Agostino, dopo di che figuranti, Sacra Famiglia (Emanuele Mondello, Maria Pantini ed il piccolo Giuseppe Mondello) e poco dopo i Re Magi hanno raggiunto le rispettive postazioni, facendo rivivere l’antica Schiufos (vaso) che in epoca romana costituiva un importante centro propulsore della valle, come testimoniano i reperti archeologici proprio sopra contrada Catalimiti. Ad organizzare l’evento Carmelo Lombardo, Mimmo Smiroldo, Franco Santoro e Sebastiano Rigano, col patrocinio di Parrocchia e Comune.

Da mesi tantissimi volontari lavorano nel quartiere Catalimiti, autotassandosi e ponendo in essere una vera e proprio bonifica di una zona dove le istituzioni non intervengono da vent’anni, malgrado la suggestività dei luoghi e le potenzialità del borgo. Malgrado l’impegno, non è stato possibile utilizzare alcuni spazi adiacenti ad abitazioni purtroppo pericolanti. Ma il percorso individuato ha consentito comunque di avere un quadro abbastanza chiaro del borgo, con i solai in legno che dividevano i piani in cui spesso sotto si trovava la stalla e sopra le abitazioni in cui le famiglie, anche numerose, vivevano in “monovani” con spazi delimitati da tendine. Si tratta per lo più di case risalenti ai primi decenni del ‘900, quando a Scifì cominciarono a confluire contadini e pastori di altri paesi ed a rifondare quel borgo romano-bizantino, seppellito da un’alluvione, probabilmente poco prima dell’anno Mille. Un successo della gente, quindi, che ha voluto riappropriarsi di spazi che sembravano destinati al degrado. Suggestivi e ben contestualizzati anche i costumi ed i passaggi rappresentanti le scene evangeliche della Natività e, per qualche ora, anche con la figura, tipica della tradizione presepistica siciliana, della “maravigghiata da rutta”, interpretata quasi per caso da Sarina Savoca. Il presepe di Scifì andrà in replica il 7 gennaio e quest’anno è stato dedicato a Noemi Bonaventura, la ragazza di Sant’Alessio deceduta improvvisamente alcuni giorni fa, la cui famiglia è sempre stata parte della comunità di Scifì.



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