Giovedì 18 Aprile 2024
Nove sale per recuperare l'identità storico-culturale perduta con il sisma del 1908


Apre il nuovo Museo di Messina: la storia della città in 300 opere - FOTO

09/12/2016 | CULTURA E SPETTACOLI

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L’apertura del “Nuovo Museo Regionale Interdisciplinare di Messina” rappresenta per la città il recupero di un’identità storico-culturale perduta con il sisma del 1908. Le sezioni espositive sono nove e organizzate cronologicamente dal Medioevo al Primo Novecento. La storia della città è raccontata attraverso più di 300 opere di scultura, pittura, oreficeria, arredi liturgici, paramenti, volumi e documenti d’archivio e si conclude simbolicamente con un dipinto del 1907 di Salvatore De Pasquale. L’attesissima cerimonia di inaugurazione, che si è svolta alla presenza delle autorità, è stata anticipata da una conferenza stampa che ha illustrato la Collezione permanente e la Sezione Archeologica ospitate in un’ala dell’edificio. “Abbiamo restituito a Messina il ruolo di protagonista culturale – ha detto Carlo Vermiglio, assessore regionale dei Beni culturali e dell’Identità siciliana. É un’occasione di riscatto per la città, culla di artisti che hanno scritto pagine importanti della storia di Messina dal Medioevo al Novecento. Sarà reso fruibile un ingente e prezioso patrimonio culturale tra cui spiccano le opere di Antonello da Messina e di Caravaggio. Siamo soddisfatti di questo primo traguardo raggiunto e da oggi dobbiamo iniziare a lavorare per il futuro del museo. Il Polo Museale Regionale costituisce uno strumento indispensabile per il rilancio economico e sociale del territorio e un polo d’eccellenza per il turismo culturale nell’isola”.

“La struttura di Messina – ha continuato Giovanni Ardizzone, presidente dell’Assemblea regionale siciliana – rappresenta un grande vanto per la città. É un importante risultato che premia il lavoro sinergico di tutte le Istituzioni. Un simbolo di rinascita che, proprio attraverso il Museo, si riflette nella storia civica, proiettandosi in una dimensione sempre più europea. Sono convinto che la cultura, dentro un sistema integrato, possa rilanciare l'economia di una città e di una nazione”.“Quello di Messina – ha dichiarato Caterina di Giacomo, direttore del Polo Regionale di Messina per i siti culturali-Museo Interdisciplinare di Messina - è un Museo che dialoga con il mare. E allora variamo la nostra nave prima del viaggio inaugurale che siamo certi traghetterà nel mondo l’immagine migliore della nostra città.”

“L’edificio – ha illustrato Gianfranco Anastasio, progettista e direttore dei lavori – è stato trasformato nella sua configurazione spaziale interna, rimodulando parte del percorso espositivo e dell’ordine strutturale delle sale. Il nuovo plesso è stato adeguato tecnologicamente ai massimi standard museali internazionali. La nostra ambizione è adeguata all’importanza delle opere e il livello qualitativo delle Collezioni può essere equivalente a quello di un Museo Internazionale”.

L’inaugurazione della Sezione archeologica costituisce un preziosissimo tassello che si inserisce pienamente nell’identità del Museo e della Città, altamente rappresentativa nella geografia economica e culturale del Mediterraneo antico. La cospicua collezione archeologica racconta, infatti la storia e la cultura dell’antica Zancle - Messana, fondata nella seconda metà del VIII sec.a.C. dei Greci calcidesi. Il nucleo più antico è costituito da materiali dell’ottocentesco Museo Civico Peloritano, cui si aggiunsero, negli anni della Ricostruzione dopo il sisma del 1908, i rinvenimenti nei cantieri edilizi della città, grazie all’attività di illustri archeologi quali Antonio Salinas e Paolo Orsi ed alle indagini successive di Pietro Griffo, Georges Vallet, Luigi Bernabo’ Brea e Giacomo Scibona. Tra i reperti più preziosi, la statua di Igea, dea della salute, rinvenuta nel 1915 nell’area di una casa romana, nei pressi del Duomo. Uno dei reperti più interessanti è il cosiddetto Ritratto di stratega, ritenuto replica di epoca romana di un originale di “stile severo” in bronzo databile entro il V secolo a.C. o rielaborazione classicista, o ancora un ritratto “retrospettivo” “colto” del I secolo d.C.

In collaborazione con il museo di Arte Moderna e Contemporanea di Trento e Rovereto (MART), è stata inoltre inaugurata nella sede dell’ex filanda Mellinghoff la mostra “Mediterraneo luoghi e miti. Capolavori del Mart” a cura di Nicoletta Boschiero. L’esposizione, che resterà aperta al pubblico fino al 5 marzo 2017, presenta cento opere eseguite tra il 1913 ed il 2005, unite da un filo conduttore che ha contraddistinto le scelte di alcuni artisti tra i più rappresentativi del secolo scorso. “Una trentina di autori – ha spiegato Nicoletta Boschiero, curatrice della mostra – che hanno riflettuto su temi congiunti alla mediterraneità e che sono stati dibattuti come questioni fondanti del linguaggio artistico del ‘900. “Ogni capitolo dell’esposizione ha un autore che lo rappresenta. Il percorso si snoda in sezioni tematiche (Mediterraneo, Il Mito, Archeologia, Terra, Segno/Scrittura, Casa, Istinto/Carnalità, Migranti) e si chiude con un argomento di significativa attualità legato ai migranti  (opera “sponde” di Giuseppe Maraniello) ed al loro viaggio verso la speranza.



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