Truffe del falso avvocato a Savoca e Antillo, condannati Vanaria e Visalli
di Andrea Rifatto | 20/07/2018 | CRONACA
di Andrea Rifatto | 20/07/2018 | CRONACA
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La sentenza emessa nei giorni scorsi
Due condanne per truffa ed esercizio abusivo della professione al termine del processo di primo grado sui raggiri ai propri “clienti” messi in piedi dal falso avvocato Vincenzo Vanaria di Giardini Naxos, con la partecipazione dell’avvocato Salvatore Visalli di Messina, ai danni di due piccoli imprenditori di Savoca ed Antillo. Il procedimento, relativo a fatti accaduti tra il 2011 e il 2012, si era aperto nel maggio 2015 dinanzi alla Prima Sezione penale del Tribunale di Messina e nei giorni scorsi il giudice monocratico Massimiliano Micali ha condannato Vanaria a 2 anni e 8 mesi di reclusione per truffa ed esercizio abusivo della professione e Visalli a 4 mesi (pena sospesa) per concorso in esercizio abusivo. Fissata una provvisionale da 12mila a carico di Vanaria in favore delle parti civili, mentre entrambi dovranno risarcire 3mila euro ciascuno di spese legali alle parti offese. Visalli è stato assolto da tutte le truffe per non aver commesso il fatto, mentre Vanaria per un solo caso di truffa ai danni di un professionista di Sant’Alessio, per non doversi procedere in quanto la vittima non ha sporto querela non essendo più la truffa perseguibile d’ufficio. Entrambi sono stati assolti dalle accuse di falsità in foglio timbrato in bianco e falsità ideologica in certificati. Le vittime si recavano nello studio di Vanaria a Giardini, il quale si presentava a tutti gli effetti come avvocato, pur essendo radiato dal 2004, e le induceva in errore e riuscendo a farsi affidare gli incarichi legali per risolvere contenziosi con vari istituti di credito e gestire le relativa pratiche legali, facendo firmare una serie di fogli A4 in bianco per la formalizzazione delle procure alle liti e chiedendo somme di denaro in contanti e assegni. Il “cliente” di Antillo versò a titolo di anticipo la somma di 4mila 200 euro, quello di Savoca 6mila 310 euro. Successivamente entrava in scena l’avvocato Visalli, a cui era nota la radiazione di Vanaria, che riempiva i fogli (senza aver avuto alcun mandato dalle vittime) con una procura apparentemente del “cliente” di cui autenticava in calce la firma, allegando le procure ad atti di citazione (firmati da Visalli) nei confronti delle banche e provvedendo alla successiva iscrizione a ruolo della causa. Il tutto consentendo quindi a Vanaria un ingiusto profitto. Vanaria è stato difeso dall’avvocato Giovanbattista Freni, Visalli dall’avvocato Pietro Pollicino. Difensori delle parti civili gli avvocati Massimo Brigandì e Filippo Brianni.