Giovedì 25 Aprile 2024
Inchiesta del 2016 dei Carabinieri Funzionari pubblici accusati di corruzione


Traffico di rifiuti a Giardini Naxos: 11 arresti e 21 indagati tra cui l'ex sindaco - NOMI

di Redazione | 16/12/2020 | CRONACA

10572 Lettori unici

Sequestrati due impianti di smaltimento

Ventuno persone indagate, 11 arresti, 4 obblighi di firma e una interdizione dai pubblici uffici, oltre a due strutture poste sotto sequestro. Sono i numeri dell’operazione “Eco Beach”, dal nome della società attorno alla quale ruota tutta attività giudicata illecita, condotta in varie province della Sicilia orientale dai Carabinieri del Nucleo Operativo Ecologico di Catania e del Comando provinciale di Messina con la Compagnia di Taormina e la Dtazione di Giardini Naxos, supportati dall’Arma di Catania e Siracusa, che hanno dato esecuzione a misure cautelari a carico di 16 persone, emesse dal Gip del Tribunale di Messina su richiesta della Procura della Repubblica e della Direzione Distrettuale Antimafia di Messina, nonché a decreti di sequestro preventivo di due impianti di smaltimento e compostaggio di rifiuti a Giardini Naxos e Ramacca. Contestati i reati di associazione per delinquere, attività organizzata per il traffico illecito di rifiuti, combustione illecita di rifiuti, invasione di terreni e deviazione di acque, abuso d’ufficio, falsità ideologica commessa da pubblico ufficiale e corruzione. I militari dell’Arma hanno dato esecuzione all’ordinanza del Gip applicando 16 provvedimenti cautelari personali: in carcere sono finiti Venerino Savio, 73enne di Giardini Naxos, fondatore della società "Eco Beach" ed Eugenio Faraone, 65enne di Messina, responsabile dell’Ufficio Controllo Rifiuti e Autorizzazioni ambientali della Città metropolitana di Messina. Ai domiciliari Patrizia Savio, 46enne di Giardini; Gaetano Raffaele Silvestro Monastra, 58enne di Catania; Giuseppe Monaco, 61enne di Acireale; Davide Giunta, 40enne di Francavilla; Rosario Russo, 61enne di Fiumefreddo; Matteo Taliò, 63enne di Taormina; Giovanni Longo, 64enne di Augusta; Stefano Codevilla, 60enne di Catania e Romolo Barbini, 49enne di Francavilla. Obbligo di firma per Simone Savio, 25enne di Giardini; Rosario Catanzaro, 54enne di Taormina; Basilio Gugliotta, 65enne di Giardini; Vincenzo Intilisano, 43enne di Giardini. Interdizione dai pubblici uffici per Concetta Sarlo, 63enne di Spadafora. Gli altri avvisi di garanzia sono stati notificati all’ex sindaco di Giardini, Pancrazio Lo Turco, 68 anni, e poi a Giovanni Lo Turco 62enne di Giardini, Giuseppe Savio 47enne di Giardini, Armando Cappadonia 63enne di Messina, dirigente della Città metropolitana e F. C. 45enne di Giardini.

L’indagine è scattata il 16 dicembre del 2016 in seguito del controllo eseguito dai militari del Noe e della Compagnia Carabinieri di Taormina in un impianto di trattamento rifiuti della ditta “Eco Beach” di Giardini Naxos, che, nella circostanza, risultò essere stato realizzato, in maniera abusiva, in un’area sottoposta a vincoli di varia natura (tra cui quello di carattere idrogeologico), con l’illecita trasformazione di un lungo tratto dell’alveo di un torrente che lo fiancheggia, attraverso riporti di terreno, in una strada carrabile utilizzata per far giungere al sito i mezzi pesanti trasportanti i rifiuti. Tale situazione, secondo gli inquirenti, ha comportato di fatto (e potrebbe tuttora comportare) seri e reali rischi di possibili inondazioni anche del centro abitato posto a valle dell’impianto, poiché la trasformazione dell’alveo del torrente San Giovanni (in località Cantaro nel comune di Taormina) nella strada a fondo battuto ha notevolmente ristretto la larghezza naturale del corso d’acqua, determinando il difficoltoso deflusso naturale delle acque in caso di precipitazioni particolarmente avverse, fatto peraltro già verificatosi in almeno due occasioni negli ultimi tre anni. Lo sviluppo dell’attività ha poi fatto emergere il coinvolgimento, in ipotesi di traffico illecito di rifiuti, di più soggetti e più società direttamente collegate alla prima ed al suo titolare di fatto, tanto che, nel maggio del 2018, la direzione delle indagini è stata assunta dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Messina. Nel dicembre 2018, l’impianto della società “Eco Beach” di Giardini è stato sottoposto a stringente ispezione da parte del Noe di Catania e, per le gravi violazioni contestate, sequestrato. Tale provvedimento è stato convalidato da Gip ed ulteriormente confermato dal Tribunale del Riesame, cui i titolari avevano avanzato ricorso. Nell’ambito delle indagini sono emerse reiterate condotte illecite da parte dei numerosi indagati, in ordine alla compilazione e ricezione di formulari di identificazione contenenti dichiarazioni non veritiere, all’occultamento, distruzione e l’incenerimento illecito di rilevanti quantità di rifiuti, fino al rilascio di autorizzazioni illecite lungo una lunga filiera che va dal livello della Pubblica Amministrazione locale fino ai vertici provinciali del settore ambientale. 

L’illecita attività si è sviluppata attraverso le condotte dei reati di gestione illecita, discarica abusiva, occultamento ed incenerimento di rifiuti, anche di natura pericolosa, tra cui spiccano percolato di discarica, residui della lavorazione meccanica di plastiche, carte e cartone, sfalci di potatura e scarti della lavorazione del legno, rifiuti elettronici contenenti sostanze pericolose (Raee, frigoriferi), fanghi prodotti dal trattamento delle acque reflue urbane, rifiuti biodegradabili da cucine e mense, rifiuti provenienti dal trattamento meccanico di altre tipologie di rifiuti, rifiuti ingombranti (materassi), per un quantitativo stimato di svariate decine di migliaia di tonnellate, che secondo l’accusa ha procurato agli indagati un illecito profitto di qualche milione di euro. Sul fronte dei reati contro la pubblica amministrazione, rilevanti prove sono state raccolte in ordine ai reati di abuso ed omissione di atti d’ufficio, falso materiale, falso ideologico, finalizzati al rilascio di autorizzazioni illegittime, necessarie a “coprire” le illecite operazioni di smaltimento, nonché anche in ordine ad un “dimostrato episodio di corruzione del pubblico funzionario della Citta metropolitana di Messina, addetto al controllo, attraverso la cessione di somme di denaro e ricezione di altre regalie (cene e altre utilità), che compensassero un documentato atteggiamento “compiacente” nel corso dei controlli. Nel provvedimento cautelare viene contestato il reato di associazione per delinquere a otto indagati, ritenuti partecipi di un’organizzazione strutturale, un gruppo criminale volto alla commissione di una serie indeterminata di reati contro la pubblica amministrazione e in materia ambientale, quali il traffico illecito e lo smaltimento illecito dei rifiuti speciali, anche pericolosi, con il fine di consentire a taluni imprenditori operanti nel settore ambientale di massimizzare i profitti, attraverso una considerevole riduzione dei costi che avrebbero dovuto sostenere, qualora avessero proceduto a smaltire i rifiuti in modo lecito. Complessivamente sono 21 gli indagati, tra cui 16 persone direttamente riconducibili alla gestione illecita di diverse società operanti nel settore della gestione dei rifiuti di varie province della Sicilia e 5 persone appartenenti a pubbliche amministrazioni e enti di controllo locali e provinciali della Pubblica Amministrazione, coinvolti nel rilascio di attestazioni non veritiere, autorizzazioni illegittime ed altro. Nello stesso contesto il Gip ha disposto anche il sequestro dei due più importanti impianti di trattamento rifiuti coinvolti nell’indagine, riconducibili alle società “Eco Beach” di Giardini Naxos e “Ofelia Srl”di Catania, per un valore complessivo di circa 6 milioni di euro.


COMMENTI

Non ci sono ancora commenti, puoi essere il primo.

Lascia il tuo commento

Dichiaro di aver preso visione dell'informativa privacy ai sensi del D.Lgs. n. 196/2003.