Taormina, tassa di soggiorno non pagata: sequestro da mezzo milione per 17 alberghi -VIDEO
07/08/2020 | CRONACA
07/08/2020 | CRONACA
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L'imposta è stata istituita nel 2012
Non versavano al Comune di Taormina la tassa di soggiorno e in cinque anni avevano trattenuto somme per quasi 500mila euro, rendendosi in tal modo responsabili, in ragione della loro qualità di incaricati di pubblico servizio, del reato di peculato. Sono numerose le strutture alberghiere di Taormina finite nel mirino della Guardia di Finanza di Messina, che al termine dell’operazione denominata “Tourist Tax” ha sequestrato complessivamente 468mila euro ai responsabili di 17 attività ricettive che hanno omesso, nel tempo, di versare l’imposta di soggiorno riscossa dai turisti della città. L’operazione scaturisce da una complessa attività d’indagine, eseguita dai militari della Compagnia di Taormina e coordinata dal Gruppo delle Fiamme Gialle di Messina, che ha portato all’emissione di un decreto di sequestro preventivo disposto dal Giudice per le Indagini Preliminari, su richiesta della Procura della Repubblica di Messina. Le indagini esperite hanno consentito di accertare che i legali rappresentanti di importanti hotel presenti nella Perla dello Jonio, in qualità di incaricati di pubblico servizio in ordine alla riscossione delle somme dovute per l’imposta di soggiorno del comune di Taormina, si sono appropriati, nel tempo, delle somme ricevute dai propri clienti, omettendo di versarle nelle casse comunali. L’attività investigativa, che si inquadra nell’ambito delle generali funzioni attribuite alla Guardia di Finanza ai fini della ricerca, prevenzione e repressione delle violazioni in materia di entrate dello Stato, delle Regioni, degli Enti locali e dell’Unione Europea, trae origine dall’analisi di dati ed elementi acquisiti dalle Fiamme Gialle taorminesi nell’ambito di un censimento delle strutture ricettive site nel comprensorio di Taormina, Giardini Naxos e Letojanni. Dalle attività svolte, concernenti l’accertamento circa il regolare assolvimento, da parte dei gestori delle strutture ricettive, degli obblighi strumentali di dichiarazione e comunicazione afferenti all’imposta di soggiorno nei rispettivi Comuni di esercizio, e sostanziatesi, tra l’altro, nell’approfondimento dei dati rilevati dall’applicativo “Tourist Tax”, in uso all’ente comunale, è emerso che gli albergatori investigati, in totale spregio della delibera del Consiglio comunale n. 80 del 6 novembre 2012, che ha approvato il Regolamento dell’imposta di soggiorno nelle strutture alberghiere del territorio, risultavano inadempienti nei confronti dell’Ente. Più in particolare, dall’analisi della documentazione acquisita agli atti dell’indagine, emergeva, altresì, come avessero ricevuto apposite diffide di pagamento, alle quali, tuttavia, rimanevano totalmente indifferenti. Il “sistema criminoso” oggi disvelato ha consentito ai legali rappresentanti delle imprese oggetto di approfondimento di trattenere, complessivamente, negli anni dal 2013 al 2018, l’importo totale di 468mila euro rendendosi in tal modo responsabili, in ragione della loro qualità di incaricati di pubblico servizio, del reato di peculato. Le odierne attività - evidenzia il Comando provinciale delle Fiamme gialle - testimoniano, ancora una volta, l’impegno della Guardia di Finanza e della Procura della Repubblica di Messina nella lotta alla mala gestio dei pubblici servizi, a salvaguardia del corretto utilizzo delle risorse pubbliche e, soprattutto, nel difficile momento venutosi a creare con il diffondersi del Covid-19, a beneficio del corretto ed efficace rilancio dell’economia locale, che, in special modo nel caso di Taormina, è quanto mai provata dalle avverse congiunture storiche. Tutelare i cittadini onesti e pretendere correttezza nello svolgimento dei servizi pubblici significa garantire alla comunità locale migliori condizioni di vita, anche contenendo possibili aumenti esponenziali dei costi di gestione della macchina pubblica.