Venerdì 19 Aprile 2024
Lo scontro del 2015 sul servizio rifiuti: il ritiro di una querela chiude il processo


S. Teresa, diffamazione ai sindacalisti Fp Cgil: prosciolto l’ex sindaco Cateno De Luca

di Andrea Rifatto | 04/12/2020 | CRONACA

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De Luca contestò il sistema di gestione dei rifiuti

Si è chiuso definitivamente il processo per diffamazione a carico dell’ex sindaco di Santa Teresa di Riva, Cateno De Luca, per le esternazioni rivolte nel 2015 a due sindacalisti della Funzione Pubblica Cgil di Messina, Clara Crocè e Carmelo Pino, all’epoca segretaria generale e segretario provinciale del sindacato. Ieri il giudice monocratico Teresa Di Fresco ha prosciolto l’attuale primo cittadino di Messina prendendo atto del ritiro della querela depositato oltre un anno fa dalla Crocè, attuale segretario provinciale del sindacato Siad Cisal dopo aver lasciato la Cgil e oggi fan di De Luca. Il giudice ha accolto la tesi del difensore dell'ex sindaco, l'avvocato Giovanni Mannuccia, che ha sostenuto come con il ritiro della querela da parte della Crocè veniva a mancare l'unica posizione processuale legittimata a stare in giudizio. Nel processo era rimasto infatti come parte lesa Carmelo Pino, assistito dall'avvocato Ettore Cappuccio, che aveva insistito per la prosecuzione del procedimento. Pino però, ha ribadito ieri Mannuccia, anche in relazione allo statuto costitutivo del sindacato, non aveva più titolo per continuare e anche l'accusa ha accolto questa tesi. Dopo circa un'ora di camera di consiglio, il giudice Di Fresco ha quindi dichiarato il "non doversi procedere" per remissione della querela in favore di De Luca, che si era regolarmente presentato in aula per essere ascoltato con una serie di atti da illustrare. Inizialmente Cateno De Luca era stato condannato per diffamazione a 2mila euro di multa con un decreto penale del dicembre 2016, perchè “pubblicando una nota con espressioni infamanti del ruolo delle associazioni sindacali offendeva l’onore e il decoro di Crocè e Pino”, con l’aggravante di aver commesso il fatto con la diffusione attraverso il social network Facebook. Ma non si era dato per vinto e aveva proposto opposizione chiedendo di aprire il dibattimento. Il giudice per le indagini preliminari Monia De Francesco aveva quindi disposto il procedersi a giudizio.

Crocè e Pino avevano querelato De Luca il 26 ottobre 2015 in seguito ad alcune dichiarazioni ritenute offensive pubblicate dal primo cittadino sul proprio profilo Facebook il 24 agosto di quell’anno, relative alla vicenda dei 22 lavoratori dell’Ato Me4 che secondo l’organizzazione sindacale dovevano transitare nell’Aro comunale di S. Teresa, il cui Piano prevedeva invece l’impiego di 12 addetti. In particolare De Luca, commentando la richiesta di ispezione avanzata dalla Fp Cgil agli organi competenti per verificare che tutti gli adempimenti adottati dal Comune di Santa Teresa fossero corrispondenti a quanto previsto dalla normativa vigente, accusava i due sindacalisti di utilizzare “metodi mafiosi” per difendere i lavoratori rimasti esclusi dall’Aro rifiuti: "Non accetto queste ingerenze dei cosiddetti sindacati, da oltre un anno subiamo intimidazioni - scrisse l’allora sindaco del centro jonico - gli abbiamo sbattuto in faccia la cruda realtà: l'Ato 4 ci ha truffato e continua a truffarci. Sulla carta ben 22 operai dovevano prestare servizio per la nostra comunità ed in più occasioni abbiamo accertato che in servizio la media era di appena 10/12 ma ne abbiamo pagati 22. I sindacati ora mi hanno istituzionalmente rotto le palle, scriverò all’Antimafia ed alle Procure. Questa mafia a difesa dell’indifendibile, cioè di un sistema che ha dissanguato i comuni e le tasche dei cittadini deve essere debellata […[ basta con queste mafiosità sindacali. Il sindacato deve continuare a difendere gente raccomandata dalla politica e dal sindacato che è entrata nel sistema Ato per raccomandazione e non per concorso, cioè con metodi mafiosi…. Che schifo!”


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