Processo Fenapi: in appello chiesta la condanna per De Luca, Satta e Ciatto
di Andrea Rifatto | 17/10/2022 | CRONACA
di Andrea Rifatto | 17/10/2022 | CRONACA
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Per De Luca chiesta la stessa pena del primo grado
La condanna per i tre imputati. È la richiesta avanzata questa mattina dal sostituto procuratore generale Felice Lima nel processo di appello sul Caf-Fenapi e la presunta maxi evasione fiscale da un milione di euro, contestata dalla Guardia di Finanza dopo un’indagine sul patronato nazionale dalla quale erano emerse le accuse di evasione fiscale e false fatturazioni. La Procura della Repubblica di Messina ha infatti appellato la sentenza di primo grado, con la quale il 10 gennaio scorso sono stati assolti tutti gli imputati con la formula “perchè il fatto non sussiste”. Verdetto che Lima ha definito una "sentenza assolutoria di primo grado stupefacente”, chiedendo poi alla Corte presieduta dal giudice Bruno Sagone la condanna a tre anni per l'ex sindaco di Messina e neo deputato regionale Cateno De Luca e a due anni per Carmelo Satta, ex sindaco di Alì ed ex presidente Fenapi e al commercialista Giuseppe Ciatto, deputato alla redazione di bilanci, scritture contabili e dichiarazioni fiscali del Caf Fenapi, nonché liquidatore delle società “Delnisi Srl” e “Nisaweb Srl”. Dopo l’intervento del sostituto procuratore generale e dei legali difensori, il processo è stato rinviato al 19 dicembre, quando arriverà la sentenza. Il commento di De Luca e dei difensori. “Mi amareggia tanto che un magistrato possa definire ‘stupefacente’ il lavoro di un altro magistrato - afferma Cateno De Luca - e credo che la continenza verbale tra colleghi della magistratura debba essere una regola che oltre al profilo deontologico e disciplinare attiene all’etica che tutti i magistrati dovrebbero avere come stella cometa per un’attività così delicata che segna in modo irreversibile il destino degli esseri umani”. Dopo l'udienza di oggi sono intervenuti anche gli avvocati Carlo Taormina, Emiliano Covino, Tommaso Micalizzi e Giovanni Mannuccia: “Il collegio di difesa di Cateno De Luca, Carmelo Satta e Giuseppe Ciatto, residui imputati di un processo per presunte violazioni tributarie già assolti in primo grado perché il fatto non sussiste, intende stigmatizzare il comportamento del procuratore generale platealmente allontanatisi dall’aula appena iniziata la discussione dei difensori degli imputati, per la inconsistenza e astrattezza della requisitoria per essersi intrattenuto prevalentemente su fatti non oggetto di contestazione, dimostrando per il resto ignoranza degli atti processuali e scarsa considerazione per sentenze passate in giudicato di assoluzione di coimputato dello stesso reato. Le richieste di condanna formulate per gli stessi imputati si collocano in questo vuoto assoluto di cognizione degli atti e di interpretazione dei fatti”.