Venerdì 19 Aprile 2024
Sentenza del Tribunale di Catania nei confronti dell'ex marito violento


Perseguitava, picchiava e minacciava di morte l'ex moglie: condannato 32enne di Furci

di Andrea Rifatto | 19/06/2020 | CRONACA

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Perseguitava l’ex moglie, picchiandola e minacciava di morte, perchè non si era rassegnato alla fine della loro relazione e tentava di riallacciare i rapporti, nonostante fossero già in corso le pratiche per la separazione. Fin quando la donna, una 33enne di nazionalità romena, ha deciso di denunciarlo ai Carabinieri per porre fine al suo incubo. Adesso per l’ex marito violento, un 32enne di Furci Siculo, è arrivata la condanna ad un anno e 6 mesi di reclusione (pena sospesa) per le accuse di atti persecutori e lesioni personali, entrambe aggravate dall’aver commesso i fatti nei confronti di una persona legata da relazione affettiva, dalla quale tra l’altro era nata una bimba. La sentenza è stata emessa dal giudice monocratico Ottavio Grasso della Seconda Sezione penale del Tribunale di Catania, visto che i fatti si sono svolti tra ottobre 2018 e gennaio 2019 sia nella provincia di Messina che in quella etnea ed è in quest’ultima che la vittima ha sporto denuncia, assistita dall’avv. Cettina La Torre del Centro antiviolenza “Al tuo fianco” di Furci. L’uomo, difeso dall’avv. Stefano Arcifa di Catania, è stato condannato inoltre ad una provvisionale di 2.000 euro e al pagamento delle spese processuali, oltre al danno da risarcire in sede civile. Il 33enne era accusato di stalking perchè dopo l’interruzione della convivenza aveva iniziato a contattare telefonicamente la vittima chiedendole di riprendere la relazione e a seguito dei rifiuti la minacciava di morte, la insultava di continuo, contattava la madre e i parenti della donna per riferire che aveva un’amante e che voleva scappare con lui e la pedinava, anche all’interno di un centro commerciale dove le ha strappato il telefono cellulare per poi picchiarla con schiaffi e trascinarla. Inoltre l’aveva raggiunta dove lavorava per parlare con il suo datore di lavoro. Tutte condotte - secondo l’Accusa - tali da ingenerare nella vittima un forte timore per la propria incolumità e da costringerla ad alterare le proprie abitudini di vita, con l’adozioni di particolari cautele atte ad evitare eventuali incontri e il trasferimento in un’altra città. In un caso il 32enne ha colpito l’ex moglie al volto causandole traumi guaribili in dieci giorni.


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