Giovedì 25 Aprile 2024
Cinque indagati per la mancata demolizione e l'utilizzo dell'opera sin dal 2007


Passerella tra Furci e Roccalumera, avvisi di garanzia per due sindaci e tre ex sindaci

di Andrea Rifatto | 23/05/2020 | CRONACA

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La passerella al centro delle indagini

Che si fossero accesi i riflettori della magistratura sulla passerella nel torrente Pagliara, infrastruttura collega i lungomari di Furci Siculo e Roccalumera, lo avevamo già preannunciato un anno fa. Adesso le indagini scattate nel 2019 sono giunte al termine e la mancata demolizione e l’utilizzo nei mesi estivi della bretella, realizzata nel 2004 dall’Anas durante i lavori di ristrutturazione del ponte sulla Strada statale 114, è costata cara a sindaci ed ex sindaci dei due comuni. A cinque di loro la Procura della Repubblica di Messina ha infatti notificato gli avvisi di garanzia e contestuale avviso di conclusione delle indagini preliminari, firmati dal sostituto procuratore Anna Maria Arena: gli indagati sono gli attuali sindaci di Furci e Roccalumera, Matteo Francilia e Gaetano Argiroffi, due ex primi cittadini di Furci, Bruno Parisi (in carica dal 2008 al 2013) e Sebastiano Foti (dal 2013 al 2018) e l’ex sindaco di Roccalumera Giovanni Miasi (dal 2003 al 2013). Tutti sono indagati nella qualità di sindaci e in particolare di ufficiali di Governo per la Protezione civile, per fatti accertati a Roccalumera e Furci dal 15 maggio 2007 (data di scadenza dell’autorizzazione ai fini idraulici del Genio civile) a oggi. Varie le accuse contestate: la più grave è il rifiuto e omissione di atti d’ufficio perché “malgrado le ripetute intimazioni dell’Ufficio del Genio civile ad eliminare la bretella che attraversava l’alveo del torrente Pagliara, fatto che determinava pericolo per la pubblica incolumità, consentivano l’uso della bretella e non provvedevano a realizzare percorso alternativo malgrado la predisposizione di progetto preliminare per la realizzazione di strada alternativa all’attraversamento del torrente”; contestati poi i reati di deviazione di acque e modificazione dello stato dei luoghi, invasione di terreni o edifici e deturpamento e imbrattamento di cose altrui perché “occupavano e deviavano abusivamente l’alveo del torrente Pagliara, consentendo malgrado i provvedimenti con i quali l’Ufficio del Genio civile intimava la rimozione della passerella, l’attraversamento pedonale e a mezzo di autovetture del predetto torrente” e anche quello di crollo di costruzioni o altri disastri dolosi perché “attraverso le condotte di occupazione, deviazione dell’alveo del torrente Pagliara e di autorizzazione all’attraversamento pedonale e a mezzo di autovetture del predetto torrente mediante la bretella di collegamento realizzata nell’alveo, determinavano l’insorgenza del pericolo di inondazione dei terreni prospicienti il torrente nonché pericolo per l’incolumità di quanti ne facevano uso allorquando vi fossero precipitazioni atmosferiche, trattandosi di passerella che costituiva impedimento al deflusso regolare delle acque, pericolo aggravato dalla mancata rimozione dall’alveo di detriti e materiale da discarica, condotte dalle quali derivava invasione delle acque sulla sede stradale”. Un fascicolo corposo con centinaia di documenti raccolti nei mesi scorsi dalla polizia giudiziaria, che ha ascoltato diverse persone consegnando tutte le risultanze investigative alla Procura.

La passerella doveva essere abbattuta dopo la riapertura del ponte, avendo carattere provvisorio, tanto che nel 2009 il Genio civile emise l’ordinanza di demolizione. Ultimati i lavori di consolidamento del ponte, però, l’Anas propose ai due comuni di prenderla in gestione con l’obbligo di curarne la manutenzione: così il 18 dicembre 2013, nel corso di un tavolo tecnico all’Assessorato regionale delle Infrastrutture, i due sindaci si impegnarono alla corretta e puntuale manutenzione dell’opera, riaperta alla circolazione durante i mesi estivi, nel periodo 1 giugno-30 settembre, in quanto svolgeva una preziosa funzione di decongestionamento del traffico tra Furci e Roccalumera. Il Genio civile, però, ribadì più volte l’ordine di demolizione, soprattutto dopo il maltempo del 9 e 10 ottobre 2015 quando il torrente Pagliara esondò a Furci, in quanto l’opera creava un “tappo” al deflusso delle acque che metteva a rischio l’incolumità dei due centri abitati. Ma a parte l’estate 2016, quando i sindaci Foti e Argiroffi non si assunsero la responsabilità di riaprirla (“per non reiterare una inadempienza pregressa”, spiegarono) fino a pochi mesi fa la bretella è stata aperta al traffico veicolare (ancora oggi continua ad essere percorsa da pedoni e ciclisti) e nelle ordinanze sindacali congiunte di riapertura è stato specificato che “non vi è il rischio di precipitazioni piovose in grado di suscitare allarme e non appare certamente pericoloso o contro legge revocare l’ordinanza di chiusura, considerando che l’ordinanza del 2009 prevede espressamente la riapertura della passerella nel caso di comprovata urgenza data dal mutare delle condizioni di normalità nelle grandi arterie”. Quest’anno, invece, alla luce dell'inchiesta della Procura e degli avvisi di garanzia notificati ai sindaci, la bretella quasi certamente non sarà più riaperta nei mesi estivi con ordinanze sindacali ma dovrà essere demolita, come era nelle intenzioni iniziali del sindaco Francilia e come venne poi deciso a marzo dello scorso anno durante la visita dell’assessore regionale alle Infrastrutture, Marco Falcone, che sollecitato da alcuni “supporter” era intervenuto in prima persona stoppando l’abbattimento e rinviandolo a dopo estate del 2019, chiedendo al Genio civile di attivarsi per progettare un ponte stabile e garantendo il finanziamento dell’opera da parte della Regione. Ma la passerella sul Pagliara è rimasta lì e il lavoro della Procura è andato avanti.

Più informazioni: passerella pagliara  


COMMENTI

Pippo Sturiale | il 23/05/2020 alle 13:53:54

Ma chi avrebbe dovuto operare la demolizione!? Perché se la manutenzione era a carico dei Sindaci di Furci e Roccalumera, la demolizione non poteva essere fatta da loro: non erano proprietari e non avevano assunto questo impegno! Infine l'esondazione è avvenuta molto più in alto e non fu provocata dalla passerella. Ma di cosa si parla !?

Massimo | il 24/05/2020 alle 21:36:07

Si fanno indagine per un'opera Utile , invece di essere costruita con giusti criteri , viene costruita precariamente , la procura indaghi perchè quest'opera è stata costruita così , indaghi chi ha progettato di spendere dei soldi e poi demolirla , per i cittadini della riviera Ionica e una bretella importante , siamo vicini ai sindaci indagati !!!! Si spendano I soldi per bene Vergogna Genio Civile ed altri .

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