Non tentò di uccidere la compagna: assolto un giovane di Scaletta Zanclea
di Andrea Rifatto | oggi | CRONACA
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L'accusa non ha retto in tribunale
È arrivata un’assoluzione con formula piena al termine del processo a carico di un giovane di Scaletta Zanclea, accusato di tentato omicidio nei confronti della compagna. I fatti risalgono al 23 gennaio 2024, quando la donna, una 27enne, ha chiesto aiuto telefonicamente ai carabinieri affermando che il fidanzato 26enne aveva tentato di soffocarla con un cuscino: all’arrivo dei militari nell’abitazione, l’uomo ha confermato il racconto della ragazza, spiegando di averla bloccata con il cuscino al culmine di una violenta lite (non era la prima) e che lei, per divincolarsi, lo aveva morso all’avambraccio. I carabinieri hanno relazionato di aver notato una ferita da morso sul braccio del 26enne e rossore al collo e lividi in altri parti del corpo della 27enne. L’uomo è quindi finito sotto processo con l’accusa di tentato omicidio per aver strattonato la compagna, buttandola nel letto e mettendole un cuscino sulla faccia. In aula, durante il dibattimento, è stato fatto ascoltare l’audio della telefonata che la donna aveva fatto ai carabinieri quella sera chiedendo aiuto, dicendo che il compagno aveva tentato di soffocarla, ma la stessa 27enne davanti ai giudici ha ridimensionato l’episodio, sostenendo che il compagno non voleva ucciderla e lei aveva reagito per difendersi. Il perito nominato dal Tribunale ha stabilito tra l’altro che la donna non avrebbe potuto mordere l’avambraccio dell’aggressore se ci fosse stato un tentativo di soffocamento in atto e avesse avuto le vie respiratorie bloccate, come sostenuto anche dall’avvocato Giuseppe Bonavita che ha difeso il giovane. Il pubblico ministero ha chiesto l’assoluzione e il Tribunale ha assolto il giovane scalettese con la formula “perché il fatto non sussiste”.