Non diffamarono Letojanni, assolti i giornalisti Domenico Cacopardo ed Ezio Mauro
di Andrea Rifatto | 29/03/2018 | CRONACA
di Andrea Rifatto | 29/03/2018 | CRONACA
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Domenico Cacopardo
Non fu diffamazione ma libero esercizio del diritto di cronaca. La Corte d’appello di Catania ha assolto ieri il giornalista e scrittore letojannese Domenico Cacopardo e l’ex direttore del quotidiano La Repubblica, Ezio Mauro, dall’accusa di diffamazione aggravata a mezzo stampa nei confronti del Comune di Letojanni. La vicenda nacque nel 2010 in seguito alla pubblicazione di alcuni articoli sul quotidiano a firma di Cacopardo, classe 1936, già magistrato del Po a Parma e delle Acque a Venezia, consigliere di Stato, autore di gialli e di romanzi storici, di saggi filosofici e di raccolte di versi. Commentando il caso di Ruby “Rubacuori”, ossia Karima El Marough, l'ex protagonista dei “Bunga Bunga”' di Silvio Berlusconi che viveva con la famiglia a Letojanni prima del “grande salto”, il giornalista si occupò della realtà letojannese segnalandone in particolare il degrado ambientale e parlando di speculazioni edilizie perpetuate sulle colline del paese, "nell’indifferenza di amministrazioni più votate alle tutela del privato che del pubblico interesse". Articoli che secondo la Giunta comunale, allora guidata dal sindaco Gianni Mauro (vicesindaco era l'attuale capogruppo di maggioranza Cateno Ruggeri e tra gli assessori vi erano Salvatore Curcuruto, attuale presidente del Consiglio e Marilena Bucceri, oggi in minoranza) apportarono grave danno per l’immagine dell’Amministrazione e dello stesso comune. Dunque il 25 novembre 2010 venne dato mandato all’avvocato Nino Favazzo di Messina di sporgere denuncia-querela nei confronti di Cacopardo e Mauro. In primo grado il giudice monocratico Consuelo Corrao del Tribunale di Catania ha ritenuto la responsabilità penale degli imputati per il reato di diffamazione aggravata, condannandoli alla pena di 600 euro di multa ciascuno e al risarcimento del danno in favore del Comune, costituitosi parte civile, quantificato in via equitativa in 20mila euro oltre al pagamento delle spese di costituzione sostenute, liquidate in 4mila 500 euro, oltre accessori di legge. Ieri la Corte d’appello etnea presieduta da Marcello Fallone, dinanzi alla quale i due giornalisti hanno impugnato la sentenza, ha invece ribaltato il verdetto accogliendo la richiesta del procuratore generale Francesco Chillemi e assolvendoli perché il fatto non costituisce reato. Domenico Cacopardo, benché non sia nato a Letojanni ma a Rivoli (Torino), ha vissuto a lungo nella località turistica, tanto da considerarsi parte della comunità. Adesso risiede a Parma. “Gli eventi successivi, con gli smottamenti e le frane che hanno investito le colline sovrastanti il paese, con ripetute interruzioni dell’autostrada Messina-Catania e della SS114, si sono fatti carico di confermare i miei rilievi – ha detto oggi commentando la sentenza di secondo grado. I rapporti affettivi e familiari che mi legano a Letojanni non erano stati messi in discussione in passato e non lo saranno domani anzi, risulteranno rafforzati. Il mio contributo espresso nei miei romanzi e nelle altre pubblicazioni non mancherà domani come non è mancato negli anni scorsi”. Il sindaco Alessandro Costa ha invece preferito non commentare la vicenda. Il Comune, difeso anche in appello dall'avvocato Favazzo, potrebbe adesso ricorrere in Cassazione ma il reato si prescriverà tra pochissimi mesi. Rimane la possibilità per l’Ente di instaurare un contenzioso civile per chiedere un risarcimento danni.