Mercoledì 01 Maggio 2024
Il 15enne rimase folgorato mentre giocava in piazza. Sotto accusa i gestori dell'impianto


Morte di Salvatore D'Agostino a Gaggi, chieste condanne a 9 mesi per Gemmo e Trimarchi

di Redazione | 15/09/2023 | CRONACA

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Il luogo dell'incidente e nel riquadro D'Agostino

Nove mesi di reclusione per i due imputati, accusati di omicidio colposo in concorso. Queste le pene chieste dal pubblico ministero della Procura della Repubblica di Messina per la tragica morte di Salvatore D’Agostino, il quindicenne di Gaggi deceduto nel 2016 dopo essere rimasto folgorato urtando un faretto nella piazza del suo paese, mentre giocava a calcio con gli amici. Sul banco degli imputati Susanna Gemmo, 60 anni di Vicenza e Francesco Trimarchi, 42 anni di Santa Teresa di Riva, imputati la prima in qualità di legale rappresentante della “Gemmo Spa”, società con sede ad Arcugnano (Vicenza) affidataria del servizio di gestione e manutenzione ordinaria e straordinaria dell’impianto di pubblica illuminazione della cittadina gaggese, il secondo in quanto all’epoca dei fatti dipendente dell’azienda e responsabile della gestione e della manutenzione degli impianti. I genitori, già costituitisi parte civile, sono assistiti dall’avvocato Filippo Pagano, che a sua volta ha richiesto l’affermazione della penale responsabilità dei vertici dell’azienda veneta e la condanna in solido al risarcimento del responsabile civile, “Gemmo Spa” appunto. I difensori degli imputati e dell’azienda invece hanno chiesto il proscioglimento da ogni accusa, sostenendo che eventuali colpe sarebbero semmai da attribuirsi all’impresa subappaltatrice e al Comune. La giudice Alessandra Di Fresco ha quindi rinviato il processo al 19 ottobre per eventuali repliche, discussione e l’attesa sentenza.

Il tragico incidente è accaduto la sera del 2 agosto 2016, nella piazza antistante la Chiesa Madre della frazione di Cavallaro. Salvatore, per recuperare il pallone, aveva oltrepassato una ringhiera ma aveva toccato un faretto e una tremenda scarica elettrica l’ha investito e non gli ha lasciato scampo fulminandolo. Dopo 18 giorni di coma, il ragazzo è spirato, gettando nella disperazione tutta Gaggi. I genitori si sono rivolti all’avvocato Pagano e, per tutte le questioni risarcitorie e stragiudiziali, alla società “Studio 3A-Valore Spa”, specializzata a livello nazionale nel risarcimento danni e tutela dei diritti dei cittadini. La Procura contesta a Gemmo e Trimarchi “colpa consistita in negligenza, imprudenza, imperizia nel non aver rilevato che i fari installati presso la piazza della Chiesa Madre di Gaggi, ancorché in disuso da anni e privi di lampade, fossero alimentati dall’impianto di illuminazione pubblica attraverso l’aggancio al quadro Q001 collocato in via Tenente Turrisi di Gaggi”. Il decesso è sopraggiunto “per fibrillazione ventricolare con arresto cardiocircolatorio e respiratorio responsabile di una prolungata anossia cerebrale, cagionata a seguito di elettrocuzione di cui il ragazzo è rimasto vittima”.


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