Morte di Carmelo Iannino, chiesto un rinvio a giudizio: “Nessun risarcimento ai familiari"
di Andrea Rifatto | 28/09/2025 | CRONACA
di Andrea Rifatto | 28/09/2025 | CRONACA
2751 Lettori unici
L'incidente e la vittima
C’è una richiesta di rinvio a giudizio per l’incidente stradale in cui ha perso la vita Carmelo Iannino, il 62enne di Furci Siculo rimasto vittima nel sinistro del 15 luglio 2024 sull’autostrada A18 Messina-Catania, all’interno della galleria Sant’Alessio in direzione Messina, in territorio di Forza d’Agrò. La Procura della Repubblica di Messina, che ha condotto le indagini con la sostituta procuratrice Anita Siliotti, al termine degli accertamenti della Polizia stradale ha contestato il reato di omicidio stradale al conducente della vettura Ford Puma, il 24enne G.G., che quel giorno ha tamponato il furgoncino Fiat Qubo guidato di Iannino, fermatosi dopo essersi trovato improvvisamente davanti un autocarro Iveco bloccato sulla corsia di marcia, probabilmente per un’avaria. La Ford ha centrato in pieno il Fiorino con un impatto devastante, che lo ha spinto violentemente contro l’autocarro e il furcese, conosciuto come “Il Principe”, non ha avuto scampo ed è morto poco dopo l’arrivo in ambulanza al Policlinico. L’autopsia ha stabilito che il decesso di Iannino è stato determinato esclusivamente dal sinistro, in particolare da un “grave trauma cranioencefalico complicato da ipossia talamica acuta ed edema polmonare acuto”; gli esami tossicologici, inoltre, hanno accertato che il conducente della Ford Puma era positivo ai cannabinoidi e sulla base di questi riscontri, la Procura ha chiesto il rinvio a giudizio per omicidio stradale con l’aggravante dello stato di alterazione psico-fisica conseguente all’assunzione di stupefacenti. La famiglia della vittima è assistita da Studio3A-Valore (con il consulente Giuseppe Nocita) e dall’avvocato Sebastiano Maio. La società ha reso noto come i familiari del 62enne non abbiano ancora ricevuto né un acconto né una reale offerta di risarcimento dalla compagnia Unipol, assicuratrice del veicolo che ha tamponato il mezzo di Iannino: «La compagnia ha lasciato trascorrere i termini previsti dalla legge senza fornire alcun riscontro, rendendosi così sanzionabile dall’Istituto per la vigilanza sulle assicurazioni - afferma Studio3A-Valore - nonostante un quadro così chiaro, supportato da verbali, autopsia e esame tossicologico, Unipol non ha adempiuto agli obblighi di legge, che prevedono entro 90 giorni dalla ricezione della richiesta di risarcimento la formulazione di un’offerta congrua o, in alternativa, la comunicazione di un diniego adeguatamente motivato. Nulla è stato fatto, e il 25 settembre 2025 sono scaduti anche i termini fissati dall’Ivass. Per la famiglia, già colpita da una perdita devastante, questo silenzio rappresenta un’ulteriore ingiustizia, che si aggiunge al dolore della tragedia. È inaccettabile – conclude Studio3A – che in un caso così chiaro, una compagnia resti silente. Oltre a negare i diritti dei cittadini, si infligge ulteriore dolore a chi ha già perso tutto. Continueremo a batterci al fianco della famiglia perché venga riconosciuto non solo il diritto alla verità, ma anche quello a un giusto risarcimento». Secondo quanto riferito da Studio3A-Valore l’avvocato Maio ha depositato la costituzione di parte civile della famiglia, che il giudice ha prontamente ammesso autorizzando anche la citazione del responsabile civile: Unipol, dunque, dovrà rispondere direttamente anche nel procedimento penale del proprio comportamento e del reiterato silenzio serbato di fronte alle legittime richieste di risarcimento.