Messina. Lavoro nero: sospese due attività, sanzioni per 35mila euro
02/10/2014 | CRONACA
02/10/2014 | CRONACA
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I carabinieri del Nucleo Ispettorato del Lavoro di Messina, nell'ambito di servizi finalizzati al contrasto del fenomeno del lavoro nero, d’intesa con il dirigente della Direzione territoriale del Lavoro del capoluogo peloritano, hanno sottoposto a controllo, negli ultimi 15 giorni, complessivamente diciotto aziende tra esercizi pubblici ed attività commerciali varie, rilevando complessivamente la presenza di otto lavoratori privi di alcuna tutela assicurativa e previdenziale, impiegati cioè completamente “in nero”. Avendo riscontrato una percentuale di lavoratori non in regola superiore al 20% della forza lavoro presente, i militari hanno intimato la sospensione dell’attività imprenditoriale di due delle ditte ispezionate, come previsto dal Testo unico 81/2008 a tutela della salute e della sicurezza nei luoghi di lavoro. Situazione che certi datori di lavoro continuano a mettere in atto approfittando dello stato di necessità del lavoratore, che specie in questi tempi di difficoltà economiche, accetta di lavorare in nero pur di avere un impiego, con i conseguenti immaginabili rischi in caso d’infortunio oggi e all’atto del pensionamento domani, quando l’Inps non riconoscerà la giusta pensione, non ritrovando i versamenti contributivi.
Già in altre province siciliane, il Comparto carabinieri per la Tutela del Lavoro opera con successo, grazie alla collaborazione dei lavoratori, nel mettere di fronte alle proprie responsabilità alcuni imprenditori che, approfittando di tale stato di bisogno, impongono la restituzione di parte della retribuzione, configurando così il reato di estorsione. Con questa accusa negli ultimi tempi sono stati arrestati tre imprenditori, mentre i lavoratori sono stati seguiti ed hanno conservato il loro posto di lavoro. In merito alle attività poste in essere a Messina, sono state contestate sanzioni amministrative per complessivi 35.100 euro per la presenza dei lavoratori “in nero”. I datori di lavoro sospesi hanno dovuto ottemperare alle prescrizioni irrogate per la riapertura delle attività dai militari, nonchè regolarizzare i dipendenti in irregolarmente assunti, versando l'importo complessivo di 3.900 euro, e dovendo poi versare i contributi previdenziali e assistenziali obbligatori non corrisposti. L’attività ispettiva continuerà anche nei prossimi giorni, con la variazione degli obiettivi, al fine di garantire la massima equità in ogni settore, per contrastare il fenomeno in questione che comporta, com’è noto, conseguenze negative al tessuto socio economico sia a livello locale che nazionale, nonché dirette ripercussioni dannose sui profili previdenziali e di sicurezza di ogni singolo lavoratore.