La morte di Rosario Samperi: "Ecco cosa non torna sul suicidio, fate altre indagini"
di Andrea Rifatto | 26/05/2025 | CRONACA
di Andrea Rifatto | 26/05/2025 | CRONACA
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Il ponte sul torrente Petrolo e nel riquadro Samperi
Per la Procura della Repubblica di Messina la morte di Rosario Samperi, il 46enne di Graniti trovato il 17 agosto 2023 nel letto del torrente Petrolo, sotto il ponte della Statale 185, è dovuta a suicidio e non è necessario svolgere altri indagini. Così è stata formulata una nuova richiesta di archiviazione, dopo quella del luglio scorso annullata a novembre per la mancata notifica del provvedimento. Ma la famiglia, assistita dall’avvocato Gianmario Sposito, ha presentato un’opposizione al giudice per le indagini preliminari perchè non crede affatto che l’uomo si sia tolto la vita, formulando negli ultimi mesi anche varie richieste per sollecitare ulteriori indagini, ma sempre rigettate, contestando «un percorso investigativo molto lacunoso e sotteso ad escludere qualsivoglia ipotesi diversa dall’ipotizzato suicidio». Il legale contesta la volontà di archiviare il caso basata sugli esiti dell’autopsia e ha rilevato diverse incongruente, sulla base degli conclusioni del consulente di parte, il dottor Antonio Messina, su epoca presunta della morte, causa e mezzi, ossia sulla compatibilità tra la caduta dall’alto e l’esistenza del nesso di causalità tra le lesioni subite dal 46enne e il decesso. La famiglia ha interpellato anche il dottor Marzio Massimiliano Capra, genetista forense a caratura internazionale, che ha rilevato «deficienze investigative scaturenti da mancati accertamenti e macroscopici errori investigativi». L’avvocato Sposito chiede al gip di nominare un perito viste le macroscopiche discordanze tra la consulenza dal medico legale della Procura e quella del consulente di parte, di svolgere studi di accrescimento delle larve contenute nel cadavere per stabilire l’ora del decesso e una perizia medico-legale, attraverso l’esame Tac sulla salma da riesumare, per «oggettivizzare le lesioni patite e il tempo di sopravvivenza o agonia per effetto di un pattern lesivo non accertato», visto che nel verbale di ispezione cadaverica si parla di corpo integro (volto integro, arcate dentarie integre, setto nasale integro) «malgrado il ritrovamento a faccia in giù e quindi oggettivamente incompatibile con un lancio di un corpo di 187 cm e di oltre un quintale da un’altezza di quasi 14 metri». Il legale della famiglia Samperi ha chiesto anche una perizia cinematica per la ricostruzione dell’ipotizzata dinamica, ritenendola del tutto destituita di fondamento perchè il corpo era a 5 metri rispetto alla verticale del punto di caduta, «distanza oggettivamente improbabile poiché dovrebbe presupporsi una veloce ed importante rincorsa (da campione centometrista) incompatibile col Rosario Samperi e con la quali totalità degli esseri umani in termini di dotazione e prestazione fisica». Inoltre viene chiesto di svolgere una perizia biologica e genetico-forense sulle tracce sugli indumenti della vittima, «il cui stato risulta incongruente con la dinamica postulata dal consulente del pm (cintura di pelle tranciata, pantalone jeans strappato sul retro in prossimità della cintura verticale, scarpe intonse, cintura strappata del marsupio rinvenuto a distanza del cadavere, indumenti privi di abbondanti tracce ematiche parimenti a tutto quanto visibile sul corrispondente sito di ritrovamento: assenza di tracce ematiche in prossimità dell'unica ferita esposta al femore destro e scarsissima presenza in prossimità del terriccio sotto il volto del cadavere); svolgere un’analisi sul terriccio per verificare se il terreno sia impregnato di fluidi cadaverici al fine di stabilire il tempo di permanenza del cadavere sul sito del ritrovamento; svolgere una perizia genetico-forense sui margini ungueali cadaverici per escludere l’intervento di terzi nel determinare le cause della morte; acquisire alcuni tabulati telefonici e le celle di aggancio, agendo in fretta visto che dopo due anni non è più possibile acquisirli.