La mafia catanese a Taormina e Giardini, arrestato in Francia uno dei membri del gruppo
di Redazione | ieri | CRONACA
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I militari hanno collaborato con la Gendarmeria
Era in Francia uno dei soggetti destinatari dell’ordinanza di custodia cautelare emessa dalla giudice per le indagini preliminari Ornella Pastore del Tribunale di Messina a seguito dell'indagine diretta dalla Direzione Distrettuale Antimafia, che ha documentato l'influenza del clan Cappello di Catania nella fascia jonica della provincia messinese e che ha già consentito ai carabinieri della Compagnia di Taormina di eseguire il 13 marzo l'arresto di 24 persone, accusate a vario titolo di associazione finalizzata al narcotraffico, numerosi episodi di spaccio di stupefacenti, estorsione e rapina, reati aggravati poiché commessi con metodo mafioso o con il fine di agevolare il clan di Cosa nostra etnea. La Gendarmeria Nazionale Francese, su attivazione dei Carabinieri della Compagnia di Taormina, ha infatti dato esecuzione ad un mandato d'arresto europeo nei confronti di Giuseppe Carmelo Di Stefano, 46enne di Calatabiano, destinatario della misura cautelare degli arresti domiciliari che però lo scorso marzo, all’atto dell'esecuzione da parte dei militari del Comando provinciale di Messina, era stato localizzato in Svizzera. Conseguentemente erano state avviate dalla Procura Distrettuale di Messina le procedure per l'internazionalizzazione del provvedimento e le ricerche nell'ambito della cooperazione internazionale di polizia. Gli accertamenti condotti dalla Polizia Federale Svizzera e dalla Gendarmeria Nazionale Francese, sulla base delle indicazioni fornite dai militari dell’Arma, hanno consentito di rintracciare l'indagato ad Annemasse, nell'area geografica dell'Alta Savoia e di procedere al suo arresto. Attualmente sono in corso le procedure volte alla consegna di Di Stefano all'Autorità giudiziaria nello Stato italiano. L’uomo è accusato dei reati di detenzione e spaccio di stupefacenti aggravati dal metodo mafioso per aver fornito base operativa al gruppo criminale mettendo a disposizione un’officina a Giardini Naxos come luogo di custodia e smistamento dello stupefacente ritirato a Catania, collaborando nel ritiro, nel trasporto e nella vendita della droga.