Venerdì 26 Aprile 2024
Interrogatori di garanzia degli imprenditori. Accolta soltanto una richiesta della difesa


Inchiesta "Top Market", parla solo un arrestato. I Saglimbeni restano ai domiciliari

di Andrea Rifatto | 26/07/2022 | CRONACA

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Rimangono le misure cautelari decise dal Gip

Uno ha scelto di parlare con il giudice, gli altri tre hanno preferito astenersi. Strategie diverse quelle adottate ieri mattina negli interrogatori di garanzia, davanti al giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Messina, dai quattro componenti della famiglia imprenditoriale Saglimbeni di Santa Teresa di Riva, arrestati giovedì scorso dalla Guardia di Finanza di Taormina con l’accusa di associazione a delinquere finalizzata all’estorsione e all’autoriciclaggio. L’inchiesta ruota attorno alle presunte vessazioni e minacce che sarebbero state attuate dai quattro nei confronti dei propri dipendenti, lavoratori della società “Top Market Srl” nella gestione del supermercato “Decò”, secondo l’accusa costretti sotto minaccia alla restituzione di parte dello stipendio mensile. Gli arrestati sono stati condotti in Tribunale dalle Fiamme gialle, dopo essere stati prelevati nelle loro abitazioni, e dinanzi alla gip Tiziana Leanza ha parlato soltanto Carmelo Saglimbeni, accusato di conoscere le dinamiche di gestione del personale e di mettere a tacere le richieste dei lavoratori minacciandoli di licenziarli, perpetrando la condotta estorsiva ricostruita dalla Procura della Repubblica, che ha risposto alle contestazioni dei fatti emersi dalle indagini, esponendo la propria versione riguardo ai reati che gli vengono addebitati. Gli altri tre familiari, il fratello Domenico Saglimbene e le figlie Provvidenza e Carmen Saglimbeni, legale rappresentante e socie della “Top Market”, si sono invece avvalsi della facoltà di non rispondere, secondo quella che è stata la strategia attuata dai legali difensori, gli avvocati Antonio Scarcella e Massimo Principato, che vogliono avere in mano tutte le carte dell’inchiesta per studiare la linea difensiva.

La richiesta di revoca degli arresti domiciliari è stata presentata solo per Carmelo Saglimbeni, ma al termine dell’interrogatorio di garanzia la gip Leanza l’ha rigettata, non ritenendo evidentemente che al momento vi siano i presupposti per annullare la misura cautelare o applicarne una alternativa. Respinta anche l’istanza con la quale i difensori puntavano a consentire a Carmen Saglimbeni di uscire da casa per recarsi al lavoro nell’attività di famiglia, mentre è stata accolta la richiesta per permettere a Domenico Saglimbene di trasferirsi dalla propria abitazione a quella dei familiari per motivi di salute. Adesso gli avvocati Scarcella e Principato avranno tempo fino al 31 luglio per rivolgersi al Tribunale del Riesame e chiedere di rivedere l’ordinanza che ha disposto le misure cautelari, puntando ad ottenere la revoca degli arresti domiciliari. I quattro arrestati sono accusati di associazione a delinquere ed estorsione, mentre Domenico Saglimbene e Carmen Saglimbeni anche del reato di autoriciclaggio per aver reimpiegato per altri scopi il denaro proveniente dalla presunta estorsione, in particolare con la compravendita avvenuta ad aprile 2021 di un terreno agricolo a Santa Teresa, pagato 67mila 500 euro da Saglimbene e poi donato alla nipote. Secondo le indagini della Guardia di Finanza gli indagati reinvestivano i proventi illeciti nell'acquisto di terreni e la cifra è stata calcolata in 185mila euro, sottoposti a sequestro preventivo.

Più informazioni: inchiesta top market  


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