Domenica 12 Ottobre 2025
Il 60enne arrestato, a maggio, ha scelto il rito abbreviato e dovrà risarcire il Comune


Incendio del 2023 a Taormina, Castelmola e Letojanni: pesante condanna per l'imputato

di Andrea Rifatto | 02/10/2025 | CRONACA

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Le fiamme distrussero ben 234 ettari

È arrivata una pesante condanna per Giuseppe Ruggeri, il 60enne di Taormina arrestato lo scorso maggio con l’accusa di aver appiccato l'incendio di vaste proporzioni che si è sviluppato il 25 e 26 luglio 2023 nelle aree di Taormina, Castelmola e Letojanni, con fiamme che hanno superato i tre metri di altezza interessando un'estensione complessiva di 234 ettari e distruggendo coltivazioni e aree boschive. L'esteso incendio aveva provocato il danneggiamento, oltre a fabbricati presenti nei terreni, anche di parti che lambivano l'autostrada A18, con la momentanea interruzione del tratto autostradale tra Roccalumera e Taormina. Il giudice per l’udienza preliminare Salvatore Pogliese, al termine del rito abbreviato scelto dall’imputato, lo ha condannato ad 8 anni di reclusione per il reato di incendio boschivo aggravato dal grave danno ambientale e dalla determinazione di un pericolo per gli edifici, applicando l’interdizione perpetua dai pubblici uffici e il pagamento del danno al Comune di Taormina. Un risarcimento che dovrà essere quantificato in sede civile, ma che l’ente locale, assistito dall’avvocato Giovanni Mannuccia, ha quantificato in circa 1,5 milioni di euro Ruggeri, vecchia conoscenza delle Forze dell’ordine, conosciuto come "spaccalegna" o “trentuncorna", è stato difeso dall’avvocato Antonello Scordo e nei mesi scorsi aveva ricevuto la notifica della misura cautelare in carcere mentre si trovava già dietro le sbarre, ristretto dal 13 marzo scorso a seguito di una vasta operazione della Direzione Distrettuale Antimafia di Messina che lo ha portato agli arresti con l'accusa di estorsione aggravata dalla finalità di agevolare l'associazione mafiosa.

L'attività investigativa condotta dai Carabinieri della Compagnia di Taormina, diretti dalla Procura di Messina, ha permesso di raccogliere elementi a carico di Ruggeri, accusato di aver innescato l'incendio il 25 luglio di due anni fa al fine di bruciare i terreni perché si rigenerasse nuova erba e sfruttarli così per il pascolo, anche se i fondi non erano di sua proprietà ma solo limitrofi ai suoi possedimenti. Secondo l’accusa il 60enne ha invitato vari allevatori a condurre il proprio bestiame nelle aree in questione, avviando trattative per "concedere" le stesse - benché senza titolo alcuno - in cambio di somme di denaro per migliaia di euro; vantando ingiustificatamente la disponibilità dei terreni e comportandosi di fatto come padrone degli stessi - a scapito dei legittimi proprietari - avrebbe esercitato un vero e proprio predominio sull'area al solo scopo di incendiarli e tramutarli in aree idonee al pascolo, in modo da affidarli dietro pagamento ai titolari di allevamenti. Durante le operazioni di appiccamento del fuoco, le fiamme si erano propagate in modo così rapido che l’uomo non era riuscito a spostare il suo camion, andato distrutto, insieme a due fucili che si trovavano al suo interno. Quel giorno, infatti, i venti avevano subito cambiamenti di direzione e intensità, causando la rapidissima propagazione delle fiamme che in poco tempo avevano interessato tutte le zone circostanti, rendendo particolarmente dispendiose le operazioni di spegnimento a cura del Corpo Forestale e dei Vigili del Fuoco. Nelle giornate del 25 e 26 luglio 2023, l'impegno delle forze in campo nell'area per l’attività antincendio era stato notevole, anche nella considerazione che, oltre all'incendio in questione, si erano poi verificati altri episodi incendiari che avevano interessato i comuni di Furci Siculo, Roccella Valdemone, Savoca e Santa Teresa di Riva con la conseguente evacuazione di abitazioni, alcune di queste distrutte. A conferma dell'intenzione di Giuseppe Ruggeri di sfruttare economicamente le zone distrutte dal fuoco, le indagini hanno fatto emergere come lo stesso avrebbe accompagnato alcune persone nei terreni di cui vantava la piena disponibilità aiutandoli a scaricare capi di bestiame affinché gli animali rimanessero lì per il pascolo. 


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