Domenica 08 Giugno 2025
Per la morte della giovane di Letojanni avvenuta a Giarre è imputato Leonardo Fresta


Il femminicidio di Deborah Pagano: chiesta la condanna all'ergastolo per il compagno

di Andrea Rifatto | 05/06/2025 | CRONACA

1574 Lettori unici

L'imputato e l'abitazione dove è avvenuto il delitto

La condanna all’ergastolo con isolamento diurno per due anni. È la richiesta avanzata alla Corte d'assise di Catania dal procuratore aggiunto Fabio Scavone e dal sostituto Fabio Platania per Leonardo Fresta, il panificatore di 42 anni accusato di avere ucciso la convivente Catena Pagano, conosciuta come Deborah, la 31enne di Letojanni deceduta l’8 luglio 2022 a Giarre, nell’abitazione di via Principessa Mafalda nella frazione Macchia, dove vivevano. L’uomo è imputato di omicidio volontario e occultamento di cadavere per futili motivi riconducibili «a divergenze relazionali e a non meglio specificate ragioni di gelosia» e i dubbi sulle cause della morte sono stati risolti con la superperizia affidata lo scorso settembre a quattro consulenti, che hanno chiarito come il decesso della giovane sia avvenuto per «asfissia acuta meccanica con dinamica violenta e lesioni compatibili con una colluttazione», a supporto dell’ipotesi di «un omicidio mediante un metodo combinato di soffocamento e compressione toracica». Alle richieste dell’accusa si è unita la parte civile, l’avvocato Angela Ruggeri che rappresenta la famiglia Pagano, e la prossima udienza si terrà il 17 giugno quando interverrà la difesa di Fresta, attualmente rinchiuso in carcere, assistito dall’avvocato Cristofero Alessi. 

Per i quattro consulenti della Corte d’assise «gli elementi raccolti indicano che la vittima è stata immobilizzata e aggredita mentre si trovava probabilmente a letto ed è plausibile che l’aggressore, di corporatura e forza superiori alla vittima, abbia esercitato una compressione toracica con il peso del proprio corpo e un soffocamento meccanico mediante un mezzo morbido che ostruiva le vie aeree (bocca e naso), impedendo la respirazione». Secondo l’accusa Leonardo Fresta quel giorno venne aiutato da un amico, giudicato separatamente, e provò a occultare il cadavere di Deborah Pagano avvolgendolo in una coperta e collocandolo all’interno di un’autovettura Fiat 500X, mantenendolo nel vano bagagliaio per oltre una giornata per poi riportarlo in casa e dare l’allarme al 118 solo due giorni dopo la morte. I carabinieri trovarono subito, grazie al Luminol, diffuse tracce ematiche nell’abitazione e una generalizzata ed ingiustificata opera di pulizia dei luoghi; inoltre il medico legale riscontrò numerose ecchimosi e fratture sul corpo della vittima, tali da poter escludere un decesso per cause naturali.

Più informazioni: morte deborah pagano  


COMMENTI

Non ci sono ancora commenti, puoi essere il primo.

Lascia il tuo commento

Dichiaro di aver preso visione dell'informativa privacy ai sensi del D.Lgs. n. 196/2003.