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Forza d'Agrò. Incompatibilità del sindaco, ricorso respinto anche in appello
di Andrea Rifatto | 12/11/2015 | CRONACA
di Andrea Rifatto | 12/11/2015 | CRONACA
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Fabio Di Cara, riconfermato sindaco nel 2014
La Corte d’appello di Messina ha respinto anche in secondo grado il ricorso presentato dall'ex capogruppo di minoranza Nino Bianca sulla presunta incompatibilià tra il sindaco di Forza d'Agrò, Fabio Di Cara, e il fratello Emanuele, capogruppo di maggioranza in Consiglio comunale. La sentenza è stata depositata oggi, dopo la discussione del ricorso nell’udienza del 15 giugno e il deposito delle comparse conclusionali e delle memorie di replica, avvenuto a luglio. Bianca, difeso dall'avv. Antonio Saitta, già in primo grado sosteneva come vi fosse incompatibilità tra il capogruppo consiliare di maggioranza e il fratello sindaco, secondo quanto previsto dall’art. 12 c. 6 della Legge regionale 7/1992, come sostituito dall’art. 4 della L.r. 7/2011, secondo cui “non possono far parte della Giunta il coniuge, gli ascendenti ed i discendenti, i parenti e gli affini sino al secondo grado, del sindaco, di altro componente della giunta e dei consiglieri comunali”. Secondo l’ex capogruppo si sarebbe realizzata una commistione di ruoli tra controllore e controllato, essendo il Consiglio comunale “chiamato ad assolvere un ruolo di indirizzo e di controllo politico amministrativo nei confronti degli organi di amministrazione attiva (sindaco e giunta)”. I commenti del sindaco Di Cara e delle forze di opposizione
La Corte d'appello (presidente Elvira Platania, consigliere Marilena Scanu e consigliere relatore Vincenza Randazzo) ha specificato nella sentenza "che il Tribunale (in primo grado, nda) abbia correttamente ritenuto non applicabile alla fattispecie la norma invocata dal ricorrente (Nino Bianca), oltre che per le motivazioni già espesse nell'ordinanza impugnata, che si condividono e che non appaiono validamente confutate con in motivi di appello, anche alla luce dell'interpretazione del citato comma 6 in connessione e riferimento alla sua collocazione al'interno dello stesso art. 12 della L.r. 7/92". In sostanza i giudici hanno ribadito che il predetto art. 12, che precisa come "il sindaco eletto nomina la giunta", non può che far ritenere che la giunta intenda riferirsi esclusivamente agli assessori e non anche al sindaco. "Alla luce di tali considerazioni, pertanto - scrive la Corte d'appello - il comma 6 dell'art. 12 non può che interpretarsi nel senso che l'ipotesi di incompatibilità riguardi esclusivamente la componente assessoriale della giunta". L'appello è stato dunque rigettato. La Corte ha condannato inoltre Bianca al pagamento delle spese di primo grado, liquidate in 2mila 800 euro, oltre Iva, Cpa e rimborso spese generali in ragione del 15%. Lo stesso dovrà versare al sindaco di Forza d'Agrò Di Cara, difeso dagli avvocati Antonino Gazzara e Salvatore Gentile, le spese processuali dell'appello, fissate in 3mila 780 euro, oltre Iva, Cpa e rimborso spese generali in ragione del 15%.
"La Corte d'appello conferma la mia legittimità ad essere sindaco di Forza d'Agrò, con una sentenza che non lascia dubbi interpretativi - scrive il sindaco Fabio Di Cara in un comunicato stampa. Bianca è stato condannato anche a pagare circa 9mila euro di spese legali. Non avevo dubbi sull'esito. Purtroppo c'è qualcuno che pensa di poter cercare di delegittimare il sindaco eletto dal popolo a colpi di sentenze. Ancora Bianca non ha capito che il popolo forzese non lo ha mai voluto come amministratore. Tra l'altro, nello scorso mandato elettorale da consigliere di opposizione, non è stato capace di concludere nulla. Politicamente un incapace. Lui e alcuni suoi "compagni di merende", a cui si è aggiunto l'ex assessore Gullotta che ha avuto un po’ di storia politica grazie al sottoscritto che lo ha nominato assessore per cinque anni. A Bianca e ai suoi amici consiglio di godersi la pensione. Agli eredi politici di Bianca li invito a prendere coscienza che il popolo non li ha voluti, non li vuole e non li vorrà mai. Rassegnazione, occorre molta rassegnazione. Se i miei legali saranno d'accordo – conclude Di Cara – con le spese realizzerò un opera per il paese di Forza d'Agrò, così potremo dire che Bianca e company hanno contribuito al bene di Forza d'Agrò”.
L’opposizione ha preso atto della sentenza “ribadendo l'anomalia politica di un sindaco con fratello capogruppo di maggioranza e uno zio dichiarato decaduto (l'ex sindaco Bruno Miliadò, nda) che per stessa ammissione del sindaco durante i comizi è parte dell'amministrazione attiva”.