Venerdì 26 Aprile 2024
Sentenza ribaltata in appello. Per i Carabinieri era una manifestazione non autorizzata


Forza d'Agrò, festa sul sagrato della cattedrale: assolto il presidente della Pro Loco

di Andrea Rifatto | 13/03/2023 | CRONACA

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La festa del 15 novembre 2019 sul sagrato

Fu una festa privata su un’area non comunale e dunque non è stata violata la normativa in materia di pubblica sicurezza. Arriva un’assoluzione in appello per il presidente della Pro Loco di Forza d’Agrò-Scifì, Valentino Altadonna, finito sotto processo con l’accusa di aver organizzato una manifestazione in un luogo diverso da quello autorizzato, in violazione dell’articolo 18 comma 5 del Tulps che prescrive l’obbligo per i promotori di riunioni in luogo pubblico o aperto al pubblico di inviare comunicazione al questore almeno tre giorni prima. La Corte d’appello del Tribunale di Messina (presidente Antonino Giacobello, consiglieri Luana Lino e Carmine De Rose) lo ha assolto perchè il fatto non sussiste ribaltando la sentenza di primo grado del 27 gennaio 2022, con la quale era stato condannato a due mesi di arresto e 200 euro di ammenda, con pena sospesa e non menzione. Una vicenda legata alla festa della sera del 15 novembre 2019 sul sagrato della cattedrale Santissima Annunziata, dopo l’annullamento per maltempo della manifestazione pubblica (autorizzata dal Comune) prevista per l’11 novembre in piazza Santissima Trinità, nel corso della quale intervennero i carabinieri della locale Stazione contestando poi ad Altadonna la violazione del Tulps, che gli costò a luglio 2020 un decreto penale di condanna e 1.610 euro di ammenda “per aver violato le prescrizioni relative al luogo della riunione”. Il presidente della Pro Loco, assistito dall’avvocato Felice di Bartolo, presentò opposizione e si aprì il dibattimento, con una condanna in primo grado e adesso l’assoluzione con formula piena, mentre il procuratore generale Maurizio Salamone aveva chiesto l’assoluzione per particolare tenuità del fatto.

La Corte ha infatti riconosciuto che “se non è stata pienamente raggiunta la prova in ordine all’effettivo numero di persone (40 secondo i testimoni, 80-100 per i Carabinieri, ndc), è di certo stata raggiunta in ordine al luogo privato in cui essa si è tenuta e lo scopo ed oggetto della stessa, ossia una festa tra amici. Manifesta è infatti la natura privatistica del sagrato - scrive in sentenza il giudice De Rose - ove i partecipanti hanno sostato, appartenente all’ente parrocchia e non al Comune di Forza d’Agrò”. Le testimonianze del parroco e dei partecipanti alla festa hanno trovato conferma nelle mappe catastali e nelle foto di quella sera, dalle quali si evince che vi sia una manifesta contiguità tra il sagrato della chiesa e la piazza Santissima Annunziata e che non vi fossero più di 40 persone all’evento e che stazionavano pressoché tutte sul sagrato, separato dalla piazza pubblica, mentre il comandante dei Carabinieri intervenuto quella sera aveva affermato che il sagrato fa parte di una piazzetta e che a suo dire vi erano 80-100 persone. Per affermare la natura privata del sagrato della Cattedrale, la corte d’appello ha fatto riferimento anche ai Patti Lateranensi in cui si considerano privati tutti i beni appartenenti agli enti ecclesiastici e le loro pertinenze.


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